Manager bergamaschi: bilanciamento vita-lavoro e formazione continua

Ricerca Manageritalia Lombardia, realizzata in collaborazione con la Scuola di Alta Formazione dell’Università degli Studi di Bergamo nell’ambito del Master D.A.D.S. Data Analyst per Decisioni Strategiche.

Bergamo, 29 novembre 2024 – Maschio, sui 50anni, residente nella provincia di Bergamo attivo nel settore del commercio o dei servizi con un passato professionale in tre/quattro aziende con uno spiccato senso di leadership. Lavora tra 40-45 ore a settimana ma è sempre più attento a un corretto bilanciamento vita e lavoro e alla continua ricerca di formazione e di concrete occasioni di confronto con i colleghi che lo facciano sentire membro di una comunità.

È questo il ritratto del nuovo manager bergamasco che emerge dalla ricerca condotta da Manageritalia Lombardia e realizzata in collaborazione con la Scuola di Alta Formazione dell’Università degli Studi di Bergamo nell’ambito del Master D.A.D.S. Data Analyst per Decisioni Strategiche. Ad analizzare e commentare i dati emersi dall’indagine Paolo Scarpa, Presidente di Manageritalia Lombardia in occasione dell’incontro “IL MONDO DEI MANAGER AL GIORNO D’OGGI” che si è svolto ieri pomeriggio presso gli spazi dell’ex centrale termica DASTE, in via Daste e Spalenga, 13 a Bergamo.

“Iniziative come questa ci sono moto utili, non solo perché ci permettono di comprendere come si evolvono i manager, ma ancor di più per conoscere le loro esigenze e necessità connesse alle caratteristiche economiche di un territorio ricco d’imprese come quello bergamasco. Come associazione potremmo tarate ancor meglio i nostri servizi ed eventi sui reali bisogno dei manager bergamaschi” così commenta Paolo Scarpa, Presidente di Manageritalia Lombardia che prosegue:” La ripartizione dei manager per grandezza d’azienda in cui operano dimostra ancora  una volta come sia necessario investire nella managerialità soprattutto per le PMI,  che oggi occupano solo il 30% dei manager bergamaschi. Investire in managerialità significa investire nella crescita delle imprese soprattutto se piccole o piccolissime, perché solo così le si rende capaci di competere e di crescere sui mercati nazionali e internazionali”.

Per Gian Mario Gambirasio, Referente territoriale di Manageritalia che fa fuoco sull’importanza della formazione continua come fattore discriminante: “Aggiornarsi, confrontarsi, sperimentare ed apprendere sono i pilastri su cui investire per favorire non solo la crescita personale e professionale, ma anche lo sviluppo consapevole di ogni azienda che voglia rimanere competitiva e ritagliarsi un ruolo di primo piano sul mercato. La formazione si fa così volano per traguardare progettualità che vadano oltre il qui ed ora”.

Dai dati Elaborati da Manageritalia su base INPS (dati 2023) nella provincia di Bergamo sono attivi, 2.662 dirigenti privati (86.3% uomini e 13,7% donne) che nel corso dell’ultimo anno sono aumentati complessivamente del +2,5%. Le manager donne sono amentate del + 3% segno che anche la managerialità, pur lentamente, si sta tingendo sempre più di rosa in linea con una società e un mercato del lavoro che vede la componente femminile sempre più rilevante.

Nello specifico, dalla ricerca emergere come i manager bergamaschi siano attivi per lo più in grandi aziende 51%, medie 18% e solo il 20% nelle piccole e 11% nelle piccolissime. Segno che è ancora lungo il percorso per portare la managerialità nella vera ossatura della struttura economica del Paese fatta soprattutto da tante PMI. Il settore che vede più manager attivi è il Commercio 34%, il mondo dei Servizi 24%. la Distribuzione 11%, Trasporti e comunicazioni 7%, Turismo 3% e altri settori 21%. Dall’indagine si evince come per i manager bergamaschi sia sempre più rilevante il giusto equilibrio tra vita privata e lavorativa (Tab.1) soprattutto tra la fascia d’età 46/50 anni e over 50. Interessante notare come il peso dello stress sia molto rilevate per la classe di dirigenti 46/50, forse perché all’apice del proprio percorso professionale, mentre per le fasce più giovani 36/40 e 40/45 tale peso sembra essere meno rilevante probabilmente perché più inclini, per cultura e universo valoriale, a una conciliazione vita lavoro migliore (Tab2). Il 38% egli intervistati inoltre trova che il budget aziendale allocato per il benessere del lavoratore sia poco, il 35% trova che sia abbastanza, il 18% nulla e solo il 9% ha delle aziende che vi investono molto.

La ricerca ha fatto emergere anche quelli che sono i servizi e le necessità più impellenti per i manager: la creazione di un piano previdenziale 73%, un sistema di assicurazioni previdenziali 66%, formazione professionale continua 47%, maggiore rappresentanza contrattuale e istituzionale, consulenza professionale 32%, più iniziative culturali e per il tempo libero 9%. I manager bergamaschi hanno espresso anche la necessità di essere coinvolti in: gruppi di lavoro specifici 25%, eventi di networking 25%, eventi di sviluppo professionale 20%, studi di settore 17% e attività di mentoring verso i più giovani 14%.

(tabelle)

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