2024: consumi giù, ma chiari segnali di ripresa

Nonostante l’inflazione e la dualità nelle scelte dei consumatori, i volumi e la domanda di qualità tornano a crescere, aprendo nuovi scenari per i retailer. Il commento di Enzo Frasio, ad NIQ e GfK Italia
consumi in calo

Il 2024 è stato un anno complicato per i consumi. Lo racconta Enzo Frasio, amministratore delegato di NIQ e GfK Italia e presidente Assirm: «Mentre nel 2023 l’inflazione ha trainato la crescita del settore alimentare, il 2024 ha rivelato un quadro più complesso. In particolare, abbiamo assistito a due fenomeni: da un lato, la fascia economica ha resistito, con un boom del primo prezzo, dall’altro, la domanda di prodotti di qualità, come biologici, a filiera controllata e specialità, ha continuato a salire». Questa dualità ha impattato in maniera significativa sui retailer, che hanno ricalibrato le proprie strategie bilanciando la ricerca di efficienza con la soddisfazione di esigenze diversificate. «L’obiettivo? Costruire una relazione duratura con consumatori sempre più evoluti ed esigenti, offrendo un assortimento mirato e garantendo una rotazione ottimale dei prodotti».

Prezzi ed equilibri tra i player

Di fatto, la focalizzazione sui prezzi, che rappresentano il main driver per vasti segmenti di consumatori, ha ridefinito gli equilibri tra i player. «L’aggressività promozionale, che ha raggiunto livelli pre-Covid, sta modificando le abitudini d’acquisto delle famiglie, orientandole verso prodotti in offerta e marche meno conosciute. Insomma, i leader e gli small player sono in sofferenza, a beneficio dei follower. Non a caso, è soprattutto la marca del distributore a trainare i volumi».

Segnali incoraggianti

Nell’ultimo periodo del 2024, tuttavia, sono emersi alcuni segnali in controtendenza. «Di recente abbiamo osservato una ripresa dei volumi e un progressivo rientro del fenomeno inflattivo. Questo cambiamento va comunque analizzato in un contesto macroeconomico che continua a evidenziare elementi di debolezza e può essere ricondotto a scelte degli italiani che premiano i consumi domestici a scapito del consumo fuori casa. Nei prossimi mesi capiremo se si tratta di un episodio estemporaneo, oppure di un trend destinato a durare nel tempo».

Un trend positivo a livello europeo

La – seppur lieve – inversione di tendenza non riguarda solo l’Italia. In generale, l’Europa occidentale ha registrato, a partire dal terzo trimestre del 2024, un complessivo rialzo delle vendite. «Un miglioramento è stato riscontrato in 11 dei 15 mercati europei. Se si considerano i mercati più grandi, la Germania e la Spagna rilevano alcuni marcatori positivi, mentre il Regno Unito e la Francia rimangono negativi o piatti in termini di volumi. Anche il sentiment dei consumatori europei è migliorato durante l’estate, in concomitanza con grandi eventi come le Olimpiadi in Francia e il campionato europeo di calcio in Germania». Un altro aspetto che accomuna l’Italia al resto dell’Europa è la centralità delle private label. «Le marche private continuano a crescere rapidamente, rappresentando una delle principali strategie di risparmio in Europa. Non solo: hanno pressoché ovunque evidenziato un aumento significativo della pressione promozionale e hanno così giocato un ruolo chiave nella ripresa dei volumi».

L’incremento della tecnologia di consumo

Anche la tecnologia di consumo ha mostrato, a partire dall’estate, segnali incoraggianti. «Dopo un periodo prolungato di contrazione, il mercato della tecnologia di consumo ha manifestato una netta ripresa. Da luglio 2024 stiamo assistendo a un incremento continuo, mese su mese, a valore. Il settore più dinamico è quello dei piccoli elettrodomestici, seguito dal trattamento aria, mentre i grandi elettrodomestici e la telefonia sono sostanzialmente allineati allo scorso anno».

incidenza e trend

enzo frasio

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