Cina: più internet se ti comporti bene

Un piano nazionale di controllo e di valutazione dei comportamenti di individui e aziende

Sembra un episodio della serie Netflix Black Mirror, ma come spesso accade la realtà supera la fiction: entro il 2020 il comportamento di ogni singolo cittadino o persona legale (azienda o entità) in Cina sarà obbligatoriamente controllato, valutato e classificato.

L’idea di un controllo e di una valutazione dei comportamenti individuali era già stata annunciata nel 2014 in un documento reso pubblico dal Consiglio di stato cinese. In questi tre anni, rispettando i dettami governativi, i due giganti dell’high tech cinese WeChat (oltre 850 milioni di utenti attivi) e Alipay hanno lanciato il loro sistema di valutazione a punteggio. Ora il piano è ufficialmente diventato a livello statale. 

Un enorme database nazionale metterà insieme tutta una serie di informazioni personali verificando la loro autenticità (regolarità fiscale, titoli conseguiti ecc.).

Grazie ai big data i comportamenti online verranno dunque tracciati, immagazzinati, verificati e ora valutati. Ma in che modo? Pensate a una persona che dedica 10 ore al giorno ai videogame: otterrà un punteggio basso e sarà classificato come “fannullone”. Al contrario, un cittadino che acquista online pannolini, verosimilmente un genitore, otterrà un buon punteggio perché considerato stabile e affidabile. La condivisione sui social di contenuti positivi sul governo e l’economia cinese porterà a buoni punteggi. 

Da notare che il piano riguarderà anche le aziende cinesi o straniere che operano in Cina, che saranno di conseguenza valutate sulla base di controlli incrociati effettuati tramite la National Credit Information Sharing Platform. 

Quali saranno le conseguenze? Se questo ideale “patto di fiducia” con la Cina non verrà rispettato e si otterrà un punteggio basso, gli individui avranno una connessione internet più lenta, restrizioni nell’accesso a determinati ristoranti e club, fino addirittura alla cessazione del diritto a viaggiare liberamente all’estero, con vincoli rigidi legati ai propri spostamenti dentro e fuori il territorio cinese.

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