Digitalizzazione e PMI: la missione possibile della Talent Attraction

Il ruolo chiave del Digital Mentoring
Futur Age

A cura di Paolo Borghetti, AD & Founder di Future Age

Resilienza della Supply Chain, Talent attraction e Talent Re-tention, gestione strategica del passaggio inter generazionale e della transizione digitale: sono solo alcune delle sfide per le oltre 800 mila PMI del comparto manifatturiero impegnate nell’evoluzione verso un modello manageriale di nuova generazione. Un percorso, quello da azienda artigianale-accentrata a impresa digitale, che non rappresenta più un’opzione, ma il presupposto must-have per la sopravvivenza nell’arena competitiva delle Smart Factories.

Oggi il settore manifatturiero impiega oltre 5 milioni di persone, generando il 21% del PIL nazionale, pari a circa 291 miliardi di euro (Fonte: Istat; Oxford Economics 2022). Eppure negli ultimi quindici anni il valore aggiunto reale dell’attività manifatturiera made in Italy è sceso dell’8,4% in base alle rilevazioni dell’Ufficio studi della CGIA. A mantenere una sostanziale tenuta sono state principalmente le imprese del Nord-Est (+5,9%), grazie soprattutto al buon andamento dei settori estrattivo, agroalimentare, e delle acciaierie, a fronte di una flessione generalizzata al Sud.

Ma quali sono le sfide e le opportunità nel prossimo futuro per l’industria manifatturiera?

Quali i pilastri per rimanere competitivi sul mercato?

Per indagare questi e altri aspetti, Future Age – azienda specializzata nel Change Management e innovazione ad alto impatto e nel Digital Mentoring che ha affiancato con successo oltre 400 PMI nella transizione digitale – ha condotto un sondaggio attraverso il proprio centro studi su oltre duemila aziende, l’80% delle quali nel settore manifatturiero, concentrate nel Nord Italia, in prevalenza fra Emilia Romagna, Lombardia e Veneto.

Sondaggio Future Age: il Gap nelle rivalità interne e nella Talent Attraction

Dai questionari sottoposti da Future Age a direttori di stabilimento e di funzione, sia di aziende prospect che clienti, sono emerse interessanti evidenze, quali: nell’83% delle PMI intervistate il passaggio inter generazionale e gli equilibri relazionali sono minati da rivalità interne e famigliari, che rischiano di ostacolare l’evoluzione aziendale.

Emerge, inoltre, che nel 69% delle aziende intervistate, gli imprenditori più anziani, i cosiddetti “ranger solitari”, esprimono difficoltà ad accettare le  nuove idee e gli approcci proposti dai giovani, creando attriti che possono portare a conflitti interni. Nel 77% delle PMI rispondenti i membri della famiglia ricoprono ruoli chiave e le tensioni possono sorgere per motivi di gestione, di leadership o anche per interessi economici. Le decisioni aziendali rischiano quindi di essere influenzate più dalle relazioni famigliari che dalle logiche di mercato, mettendo a rischio la crescita e la longevità aziendale.

Il sondaggio conferma, infine, che le PMI, a differenza delle grandi aziende, spesso non godono di un’immagine attrattiva. Molti giovani preferiscono cercare lavori in grandi multinazionali, percepite come più stabili e con maggiori opportunità di carriera e questa percezione limita l’accesso delle PMI ai migliori talenti. Dalle risposte emerge, infatti, che ad accumunare le aziende del Panel è la crescente difficoltà nel reperimento di professionisti specializzati (89%), motivati a rimodellare, se necessario, anche il portfolio delle proprie competenze con azioni di up- skilling o re-skilling.

Il Digital Mentoring: la forza dell’approccio olistico  

Tradizionalmente la soluzione a molte delle problematiche espresse dal sondaggio del centro sudi Future Age, è stata ricercata nell’adozione di tecnologie avanzate e nell’impiego di ingegneri e professionisti dall’approccio esclusivamente scientifico. Tuttavia, per affrontare le sfide attuali è necessario un approccio più olistico che integri le competenze ingegneristiche con le scienze umane, la creatività e la psicologia. Da queste esigenze nasce la figura del Digital Mentoring, un modello manageriale che ha lo scopo di accompagnare le PMI italiane nell’entusiasmante percorso del cambiamento organizzativo attraverso il mix di tre competenze.

In primis, la psicologia e la neuroscienza sono fondamentali per la comprensione e la gestione dei comportamenti umani, per la motivazione delle persone che ogni giorno con competenza ed entusiasmo contribuiscono al cambiamento delle PMI. E soprattutto, le neuroscienze sono essenziali per la gestione efficace della comunicazione e delle dinamiche interpersonali.

E ancora: l’ingegneria svolge un ruolo cruciale per l’ottimizzazione e la reingegnerizzazione dei processi. Un tema cruciale per le PMI che desiderano migliorare la propria efficienza, ridurre i costi e aumentare la qualità dei prodotti o servizi. Questo approccio implica l’analisi, la progettazione e la modifica dei processi esistenti attraverso la ridefinizione di Ruoli_Perimetri_competenze.

Ultima, ma non per importanza, l’informatica, che accompagna le PMI italiane nel percorso della digitalizzazione attraverso l’introduzione e l’implementazione di software come ERP (Enterprise Resource Planning), MES (Manufacturing Execution System), Business Intelligence fino ad arrivare all’intelligenza artificiale. Da qui la creazione del Mentor, un manager con formazione ingegneristica, ma con un approccio umanista. Un uomo d’impresa con trentennale esperienza nel mondo industriale produttivo in ruoli apicali come Direttore Operation o Direttore di stabilimento.

Migliorare la reputazione per attrarre dipendenti capaci e motivati

Dalla survey condotta da Future Age emerge che molte PMI si trovano ad affrontare la crescente difficoltà di reperire dipendenti motivati e capaci, con ripercussioni negative sulla crescita e sulla competitività delle aziende. Più di un imprenditore su tre (37%) dichiara di voler vendere la propria azienda per l’impossibilità di trovare sul mercato italiano collaboratori motivati e capaci. In questo il programma Digital Mentor ha creato con l’aiuto dell’IA un progetto per migliorare l’attraction delle PMI attraverso il miglioramento della reputazione aziendale, un percorso di on boarding specifico per il neoassunto e un percorso di stress- test psicologico in fase di colloquio iniziale.

Ridisegnare ruoli-perimetri-competenze nel settore dello stampaggio: il Caso Bonpress

Future Age è da sempre accanto alle PMI del settore manifatturiero nel loro percorso evolutivo con un Team di Digital Mentor, professionisti molto lontani dall’approccio del classico consulente perché si sono già “sporcati le mani di grasso” eseguendo il 70% delle attività in produzione, come direttori di stabilimento o di funzione, comprendendo in presa diretta i problemi delle imprese perché li hanno già vissuti. Il Digital Mentor ottimizza la gestione della Supply Chain Management migliorando l’organizzazione attraverso la ridefinizione di Ruoli-Perimetri-Competenze e portando ad un nuovo livello di efficientamento i processi aziendali.

Un esempio fra tutti è il caso di Bonpress, azienda leader nel settore dello stampaggio a caldo dell’ottone che ha al suo attivo un fatturato 18 milioni di euro, con una esperienza consolidata nei settori di riscaldamento, termo-idraulica e gas, che ha ridefinito il funzionigramma aziendale grazie al Digital Mentoring. Una mappatura che è stata funzionale a rendere chiari a tutti i collaboratori ruoli e mansioni, identificando le prime linee che prima mancavano. Un cambiamento virtuoso, che ha portato ad un maggior focus sugli obiettivi e sulle aree di miglioramento aziendali, ma anche ad una fidelizzazione della squadra.

Nuova cultura data-driven per l’Automotive: il Caso Stanadyne

Parte integrante del percorso di Digital Mentoring è il ruolo del Broker IT, il manager che supporta le aziende nel percorso della trasformazione digitale abbinando alle competenze informatiche la profonda conoscenza dei processi industriali e che guida l’azienda verso una cultura data-driven (Business Intelligence), implementando il software con successo e garanzia al 100% del risultato.

Come nel caso di Stanadyne, storica azienda multinazionale leader nel comparto Automotive nella tecnologia per i sistemi di gestione del carburante e dell’aria basati sul motore, che vanta un fatturato di gruppo oltre i 500 milioni di dollari. Per la multinazionale, il Team di Digital Mentor di Future Age ha ridisegnato i processi digitali implementando un nuovo Erp (AS 400) che ha consentito di integrare sia la rendicontazione contabile che la gestione di tempi, metodi e distinte base dei processi di produzione. Un processo di Go-live reso possibile da un lavoro di soli 18 mesi, in stretta collaborazione con il team del cliente, che ha cosi ottimizzato anche le procedure di reporting e coordinamento con la Casa Madre statunitense.

Quando leadership gentile non fa rima con globalizzazione: il caso di Iro S.p.A

La vocazione internazionale è uno dei fattori essenziali per l’espansione delle PMI manifatturiere italiane. Anche in questo caso, però, è fondamentale avviare un percorso strutturato (Persone-Processi-Risultati-Tecnologie) che crei nuovi processi per accelerare la crescita nel segno dell’innovazione, motivando al tempo stesso le persone ad adottare le tecnologie per crescere e conseguire obiettivi di prestazione sempre più sfidanti. Come nel caso di Iro S.p.A (Industrie Riunite Odolesi) Acciaierie e Ferriere, con un fatturato di 290 milioni di euro, che grazie al Digital Mentoring ha standardizzato le procedure strutturando un percorso sistematico in grado di garantire elevati risultati di performance e miglioramento continuo nella gestione dei dati. Un modello di business virtuoso, che ha consentito all’azienda di affrontare la globalizzazione con strumenti customizzati, passando dalla leadership gentile alla leadership di processo.

A proposito di Future Age

Nata nel 2015 dall’intuizione imprenditoriale di Paolo Borghetti, imprenditore seriale e Business Mentor, Future Age è un’organizzazione specializzata nel Change Management e nell’innovazione ad alto impatto. La sua mission è quella di accompagnare le PMI italiane nel percorso per l’evoluzione digitale sostenibile, nel segno nell’integrazione fra persone, processi e tecnologie. Future Age ha rivoluzionato il mondo dell’informatica introducendo la figura del Mentor, un manager che combina competenze scientifiche e umanistiche, come l’intelligenza emotiva e la Programmazione Neurolinguistica (Pnl). Oggi l’azienda – che ha un organico di 30 collaboratori – ha al suo attivo un portfolio di oltre 300 clienti attivi, un fatturato di 4 milioni di euro ed un patrimonio netto che si avvicina ai 4 milioni di euro. Nel 2022 il suo modello di Digital Mentor ha raggiunto una diffusione ancora più estesa: il 47% del fatturato Future Age, infatti, è stato generato al di fuori della Regione Lombardia. L’esercizio 2023 si è concluso con un Ebitda al 32% e un fatturato di 4 milioni.

www.future-age.eu

 

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