È il momento del melograno

Sino a qualche tempo il melograno veniva utilizzato giusto per decorare la tavola di Natale. Oggi non c’è bar o scaffale del supermercato che non ne proponga il succo. Merito delle proprietà di questo frutto, che si caratterizza per l’elevata concentrazione di vitamine (in particolare della vitamina C) e anti-ossidanti.

E merito della strategia messa in atto da alcune aziende che hanno da una parte “cavalcato” l’onda e dall’altro sostenuto il fenomeno con attività ad hoc. È il caso, per esempio, di WellNessFruit, impresa di Castel Bolognese (Ravenna) a cui fa capo il brand Melo Drink. L’azienda serve oltre 4.000 locali pubblici, ai quali mette a disposizione in comodato d’uso una spremitrice manuale e che rifornisce settimanalmente con la materia prima.

Molto simile è la proposta di Piceno Group, che opera con il marchio Granavitas e si rivolge a un vasto range di strutture (bar, palestre, centri benessere, pasticcerie, ospedali ecc.).

E a casa? È possibile acquistare la versione domestica della spremitrice oppure comperare il succo già pronto. C’è la versione di Zuegg, quella di Santàl e quella della linea Fior Fiore di Coop. Senza dimenticare lo yogurt (che viene venduto, tra gli altri, da Fage e Alpro) e la marmellata, firmata da Rigoni.
Ma non c’è solo il food. Il frutto rosso comincia a comparire tra gli ingredienti dei cosmetici (come lo shampoo Biopoint, la crema viso Bottega Verde e il deodorante Dove) e dei detergenti per la casa (per esempio il detersivo per piatti Chanteclair).

Che il melograno sia il nuovo aloe?

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