Future business: l’abbonamento è per sempre?

Inchioda il tuo cliente davanti all’altare della subscription economy. Auto e biciclette, film e musica, vestiti e cibo per gatti, carrelli elevatori e tacos messicani, cibo vegano e carta igienica. Oggi tutto viene offerto in abbonamento. Addirittura i manager. È la netflixizzazione

Apple up to date – Così fan tutti
Sempre più imprese puntano sull’economia della sottoscrizione per fare affari e legare i clienti a vita. A breve anche Apple. Secondo Mark Gurman, giornalista tecnologico di Bloomberg, l’azienda di Cupertino potrebbe introdurre un abbonamento per l’hardware, cioè per iPhone e iPad, già nell’autunno di quest’anno. Non solo Apple punta su questo business model: in quasi tutti i settori è una corsa all’abbonamento. La società di noleggio biciclette Swapfiets propone un abbonamento che si può cancellare da un momento all’altro (e questo crea un “legame libero”), Grover offre un servizio di noleggio tecnologico per la casa, dalla lavatrice alla macchina da caffè, ottimo per i nomadi digitali, e la startup tedesca 81board addirittura un advisory board in abbonamento che segue il consiglio di vigilanza o di amministrazione. In pratica le aziende possono prenotare professionisti con un comodo canone mensile. Funzionerà?

Abbonamento tacos – La ricetta del successo
Secondo la piattaforma subscribed.com le imprese che offrono soluzioni in abbonamento hanno un tasso di crescita quattro volte superiore a quello del mercato basato sulla pura vendita. È interessante notare che i modelli di abbonamento si stanno diffondendo ovunque. Si va da Decathlon, che offre un abbonamento per bici, a catene fast food come Taco Bell, che con il pacchetto Taco Lover’s Pass consente ai clienti di mangiare una tortilla messicana al giorno per un mese a un prezzo stracciato: i clienti che sottoscrivono l’abbonamento pagano solo 30 centesimi anziché 1,39 o 2,39 dollari.

Successo annunciato – Accesso, what else?
Cosa c’è dietro questo boom? Perché ora tutti vogliono vendere abbonamenti? Semplice. L’essere umano ragiona in termini di spesa mensile. Il resto l’hanno fatto ancora una volta la digitalizzazione e la filosofia di consumo “accesso senza possesso” e il pay per use. Per il cliente il vantaggio è chiaro: le cose vengono consegnate automaticamente, si ha accesso costante a prodotti e servizi e, inoltre, una volta trovato il fornitore adatto, non bisogna cercare continuamente nuove aziende valide, risparmiando tempo. Ma anche per i fornitori i vantaggi sono notevoli: si mantengono i clienti più a lungo stabilizzando i ricavi e si costruisce una relazione e profilazione che dura nel tempo. Certo, bisogna proporre soluzioni molto flessibili utilizzando formule di soft-subscription con legami, per così dire, deboli.

Guida pratica – Provare ora
L’economia degli abbonamenti sta avanzando e il mercato è tutt’altro che saturo. Ciò è dimostrato dal cosiddetto “tasso di abbandono” che continua a rimanere basso. Tuttavia, i modelli di abbonamento non si autoalimentano da soli. Bisogna verificare se il mercato in cui si opera è adatto all’abbonamento e, soprattutto, bisogna partire con offerte pilota per testare l’accettazione della propria clientela. Alcuni consigli potete trovarli in questo breve paper.

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