Gender Tax: essere donna costa il 20% in più

Essere donne costa il 20% in più. Per rendersene conto basta fare un giro nel reparto cosmesi di un supermercato: i prodotti per lei (come rasoi, saponi e shampoo) hanno un prezzo mediamente superiore del 20% rispetto a quelli per lui.
Si chiama “gender tax” ed è un sovrapprezzo che non ha motivazioni di carattere funzionale. I prodotti sono uguali sul piano dell’efficacia. Ciò che cambia sono il colore, talora qualche dettaglio di design e la profumazione.

In pratica, il rasoio blu per uomo e quello rosa per donna sono identici. Tuttavia il primo costa, in media, 50 centesimi, mentre il secondo può superare la soglia degli 80 centesimi. Il motivo? Il segmento femminile è maggiormente disposto a investire in cosmetici e affini. In altri termini, le aziende sanno che le donne sono disposte a spendere di più e ne “approfittano”.

Certo, nulla vieta alle donne di acquistare un prodotto rivolto al target maschile. Va detto, però, che di rado le due versioni (per lui e lei) sono affiancate all’interno del punto vendita. Così si finisce per acquistare la versione “pink” senza neppure rendersi conto della differenza di prezzo.
Ma non c’è solo la cosmesi. Il medesimo meccanismo tocca i capi di abbigliamento (a partire da quelli casual) e molte referenze per bambini, come i giocattoli e il materiale per la scuola (zaini, astucci, penne ecc.).

Insomma, una differenza a cui ci abituiamo sin da piccole, tanto da non farci più caso.

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