Gioielli per lui

Sarà l’uomo a salvare il mercato dei gioielli? Certo, al momento i gioielli per lui rappresentano ancora una nicchia. Tuttavia si tratta di uno dei pochi comparti che cresce all’interno di un settore in affanno. Basti pensare che, nel 2016, in Italia le vendite di preziosi sono calate dell’1%, segnando comunque un miglioramento rispetto al -4% degli anni precedenti (fonte: Euromonitor International).

Il successo del gioiello al maschile deriva da due elementi principali:

  1. da una parte c’è la  progressiva diffusione del modello metrosexual e lo sdoganamento del concetto di cura di sé per l’uomo. Così come si sono “impossessati” di creme e trattamenti, gli uomini hanno fatto proprio anche un altro elemento finora tipicamente femminile: i gioielli;
  2. dall’altra parte c’è il ruolo degli influencer, a partire dalle star della musica, che indossano spesso bracciali, anelli, collane e orecchini. Si va da Ligabue a Keith Richards, da Steve Tyler a Lenny Kravitz… ma l’elenco potrebbe continuare a lungo.

Le performance più interessanti riguardano gli anelli. “Prima l’anello era funzionale: poteva essere la classica fede matrimoniale, oppure, più raramente, l’anello di famiglia, da portare al mignolo – spiega Roberto Ricci, ceo di Rubinia Gioielli – Oggi, invece, l’uomo compera l’anello perché gli piace, come ornamento”.  Tra i materiali domina l’acciaio e l’argento, sia poiché sono meno costosi dell’oro sia poiché risultano meno vistosi, appariscenti. “Anche i bracciali e i ciondoli vendono bene, soprattutto in estate. Nel caso dei bracciali prevale lo stile etnico e si diffonde, come è accaduto per le donne, l’abitudine a portarne più di uno. Per i ciondoli va molto la croce, nelle sue varie declinazioni: dalla croce tibetana al crocefisso in legno”.

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