La Manovra finanziaria presenta aspetti anche positivi da cogliere e per questo ne abbiamo sintetizzato i contenuti in un pratico quadro sinottico (vedi sotto). In particolare, apprezziamo il tentativo di affrontare una congiuntura economica particolarmente delicata concentrandosi su chi ha maggiore bisogno. Questa impostazione è comprensibile, considerata la crisi attuale, e vi si colgono alcune opportunità interessanti per aziende e lavoratori, come incentivi specifici e misure di sostegno al reddito che potranno fornire un supporto immediato a famiglie e imprese in difficoltà.
Tuttavia, non possiamo ignorare che questa manovra resta fortemente ancorata all’emergenza e alla provvisorietà, senza mettere in campo una visione strutturale di lungo periodo. Ci si aspettava un pacchetto di misure che, accanto alla necessaria redistribuzione, sostenesse con forza gli investimenti nei settori strategici, indispensabili per creare lavoro e stimolare una crescita economica duratura. Purtroppo, questo manca, e il rischio è che si torni a puntare sul debito pubblico come leva principale, una scelta che espone il Paese a ulteriori difficoltà sui mercati finanziari internazionali, soprattutto con il superamento della soglia psicologica di 100 miliardi di interessi passivi annuali.
Manageritalia, che rappresenta una parte significativa del ceto medio e medio-alto, avverte pienamente l’impatto di molte misure previste. In particolare, le categorie rappresentate subiscono gli effetti negativi di provvedimenti come la riduzione delle detrazioni fiscali, una scelta che, per chi già contribuisce regolarmente al sistema fiscale, risulta difficile da accettare. Questo è aggravato dal fatto che la componente manageriale del Paese continua a non essere sufficientemente valorizzata nel suo ruolo cruciale per rispondere alla crisi e rilanciare il sistema economico. I manager sono attori determinanti per la produttività, l’innovazione e la competitività dell’Italia, e meriterebbero maggiore riconoscimento e sostegno.
Pur comprendendo lo sforzo del Governo di accentuare il carattere redistributivo della leva fiscale, sottolineiamo che l’equità non si ottiene semplicemente ridistribuendo risorse esistenti, ma combattendo con determinazione evasione ed elusione fiscale. Continuare a ignorare che il sistema fiscale italiano nasconda grandi sacche di irregolarità non fa altro che caricare il peso su chi già rispetta le regole, alimentando una percezione di ingiustizia sociale.
Infine, in un contesto di risorse limitate, sarebbe stato fondamentale destinare maggiori sforzi fiscali e finanziari agli investimenti in settori ad alto potenziale di crescita. Siamo convinti che senza una strategia per stimolare la produttività e la competitività, presto non avremo più risorse da redistribuire. La crescita deve diventare una priorità, e per questo continueremo a sollecitare un cambio di passo che valorizzi il ruolo strategico del management italiano nel rilancio del Paese.
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LEGGE DI BILANCIO 2025: FOCUS SU FISCO, LAVORO E PENSIONI
Di seguito le novità principali in materia di fisco, lavoro e pensioni contenute nell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207 del 30/12/2024) pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 305 del 31/12/2024, Supplemento ordinario n. 43/L.
FISCO |
Þ Aliquote IRPEF (comma 2) a decorrere dal 2025 diventa strutturale la riduzione a 3 aliquote:
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Þ Detrazioni (commi 10 -11)
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Þ Regime Forfettario (comma 12)
per il 2025 innalzata a 35mila euro la soglia relativa ai redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente (percepiti nell’anno precedente), al cui superamento consegue l’impossibilità di avvalersi del regime forfettario.
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LAVORO |
Þ Transizione ecologica, energetica, mitigazione e adattamento cambiamenti climatici: veicoli aziendali (comma 48) per i contratti stipulati dal 1° gennaio 2025, in caso di concessione in uso promiscuo ai dipendenti di autoveicoli, motocicli e ciclomotori di nuova immatricolazione, concorrerà alla formazione del reddito:
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Þ Costi di trasferta e tracciabilità delle spese (commi 81-83) dal 1° gennaio 2025:
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Þ Lavoratori frontalieri (commi 97-99 e 187)
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Þ Riduzione contributiva per artigiani e commercianti (comma 186) per gli artigiani e i commercianti che si iscrivono per la prima volta nel 2025 alle relative gestioni previdenziali e che percepiscono redditi d’impresa (anche in regime forfettario), è prevista la facoltà di richiedere una riduzione – per un massimo di 36 mesi – della contribuzione pari al 50%. Il taglio va chiesto con una comunicazione telematica all’Inps.
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Þ Cedolare secca su premi di produttività (comma 385) viene confermata fino al 2027 la tassazione agevolata sui premi di produttività e sulle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili d’impresa per i lavoratori dipendenti del settore privato (riduzione dell’aliquota dal 10% al 5%).
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Þ Fringe Benefit (commi 390-391) anche per i periodi di imposta 2025-2027 non concorrono a formare reddito, entro il limite complessivo di € 1.000:
Tale soglia di detassazione è elevata ad € 2.000 per i lavoratori con figli a carico (previa dichiarazione al datore di lavoro con indicazione del codice fiscale dei figli). I datori di lavoro sono tenuti a fornire una previa informativa alle rappresentanze sindacali unitarie, qualora presenti.
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Þ Maxi deduzione per nuove assunzioni (commi 399-400) per imprese e professionisti nel triennio 2025-2027 viene confermata la maxi-deduzione al 120% del costo del lavoro incrementale per le nuove assunzioni di dipendenti a tempo indeterminato, che sale al 130% per i lavoratori fragili. Per la fruizione dell’incentivo, è necessario che si verifichi un incremento occupazionale in ciascuno dei periodi d’imposta agevolati rispetto al corrispondente periodo d’imposta precedente.
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MISURE A SOSTEGNO DELLA GENITORIALITÀ |
Þ Indennità per congedo parentale (commi 217-218) dal 2025 l’indennità del congedo parentale subirà un aumento strutturale, passando all’80% della retribuzione per una durata di 3 mesi (rispetto ai 2 mesi del 2024), a condizione che venga usufruita entro il sesto anno di vita del bambino. Tale beneficio spetta in alternativa tra i genitori.
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Þ Lavoratrici madri e Decontribuzione (commi 219-220) dal 2025 per le lavoratrici madri – dipendenti e autonome – è previsto in via strutturale un parziale esonero della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a loro carico. L’esonero spetta alle lavoratrici madri di due o più figli e viene applicato fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. Dal 2027, per le madri di tre o più figli, l’esonero contributivo sarà esteso fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo. Lo sgravio è riconosciuto a condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non superi i 40.000 euro annui. Per le lavoratrici autonome, il parziale esonero contributivo sarà parametrato al valore del minimale di reddito imponibile previsto per il versamento dei contributi previdenziali nelle gestioni degli artigiani e dei commercianti.
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PREVIDENZA |
Þ Rafforzamento del cd. “Bonus Maroni” (comma 161) i lavoratori dipendenti che maturano entro il 31.12.2025 i requisiti previsti per quota 103 e anche per la pensione anticipata ordinaria, possono decidere di proseguire l’attività lavorativa, ricevendo in busta paga la quota di contribuzione pensionistica a proprio carico sotto forma di bonus non imponibile fiscalmente.
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Þ Trattenimento in servizio nel pubblico impiego (commi 162-166) il limite ordinamentale di vecchiaia per i dipendenti pubblici viene fissato a 67 anni, salvo il trattenimento in servizio fino a 70 anni in accordo con la pubblica amministrazione nel limite del 10% delle facoltà assunzionali autorizzate dalla legge, ad esclusione delle categorie di personale indicate.
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Þ Contribuzione volontaria aggiuntiva (commi 169-170) possibilità per gli iscritti dal 2025 alle gestioni assicurative INPS di incrementare il montante contributivo individuale versando all’istituto un’aliquota maggiorata di massimo 2 punti percentuali. I contributi aggiuntivi versati dal lavoratore sono deducibili dal reddito complessivo per il 50%.
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Þ Naspi (comma 171) viene introdotto un nuovo requisito contributivo per gli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1° gennaio 2025 dei lavoratori che nei 12 mesi precedenti hanno interrotto un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per dimissioni volontarie o a seguito di risoluzione consensuale. Sono richieste 13 settimane di contribuzione dall’ultimo evento di cessazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato interrotto per dimissioni volontarie, a condizione che sia avvenuto nei 12 mesi precedenti la cessazione involontaria per cui si richiede la prestazione.
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Þ Quota 103 (comma 174) confermata per il 2025 la possibilità di accedere al trattamento pensionistico anticipato con 62 anni di età e anzianità contributiva di 41 anni. |
Þ Ape Sociale (commi 175-176) confermata la misura per il 2025 per i soggetti che al compimento dei 63 anni e 5 mesi si trovino in una delle condizioni previste dalla legge. Il beneficio non è cumulabile con i redditi di lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5mila euro lordi annui.
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Þ Anticipo dell’età pensionabile per le donne con figli (comma 179) per le donne con contributi versati solo dopo dicembre 1995 o che hanno optato per un calcolo puro contributivo della pensione, è riconosciuto un anticipo di età rispetto al requisito di accesso alla pensione di vecchiaia pari a 4 mesi in caso di un figlio, 8 mesi in caso di due figli, 12 mesi in caso di tre figli, 16 mesi in caso di quattro o più figli.
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Þ Rivalutazione trattamenti pensionistici per residenti all’estero (comma 180) per il 2025 non è riconosciuta ai pensionati residenti all’estero la rivalutazione automatica per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori al trattamento minimo INPS, con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi.
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Þ Previdenza complementare e anticipo pensionistico (commi 181-185) dal 2025 i lavoratori rientranti nel sistema contributivo integrale potranno accedere al canale anticipato – 64 anni di età e 20 di contributi – cumulando una quota della rendita pensionistica complementare. L’attuale requisito contributivo viene incrementato di cinque anni dal 1° gennaio 2025 e di ulteriori cinque anni dal 1° gennaio 2030. La soglia minima dell’importo del trattamento necessaria per utilizzare questa via di pensionamento, pari a tre volte l’assegno sociale, salirà a 3,2 volte l’assegno sociale a far data dal 1° gennaio 2030. |
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