Il Prodotto Interno Bici vale 12 miliardi

Dal cicloturismo l’8,4% delle presenze turistiche in Italia

Nel 2018 il cicloturismo in Italia ha generato un valore economico di 7,6 miliardi di euro, con quasi 78 milioni di presenze, l’8,4% dei movimenti registrati complessivamente dalle strutture ricettive e le abitazioni private. Il settore contribuisce in modo sostanziale ai 12 miliardi di euro del PIB, il Prodotto Interno Bici, risultato dalla somma del turismo a pedali con la produzione di bici e accessori e con le esternalità positive derivanti della mobilità ciclabile.



Dinamo della green economy che alimenta circuiti produttivi incentrati sulla qualità e la sostenibilità portando visitatori nei territori poco frequentati dal turismo di massa, il cicloturismo è cresciuto del 41% negli ultimi cinque anni e ha buone prospettive per il futuro, come rivela il primo rapporto presentato da Isnart-Unioncamere e Legambiente il 26 marzo a Roma.



Serve una cultura manageriale specifica

“Oggi qualsiasi destinazione turistica deve organizzarsi per offrire servizi mirati per i ciclisti – spiega Flavia Coccia dell’Isnart l’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche – con le biciclette si produce un grande valore aggiunto perché i viaggiatori che pedalano spendono mediamente più degli altri. Dalla ricerca emerge che il settore ha già un peso economico rilevante, nonostante l’Italia non sia ancora conosciuta come una destinazione ciclabile. All’orizzonte ci sono enormi potenzialità da cogliere e per farlo bisogna elaborare una cultura manageriale mirata”.



“Per far crescere il PIB occorre puntare da una parte sulle infrastrutture e dall’altra sui servizi – afferma Sebastiano Venneri, responsabile Turismo di Legambiente – gli investimenti per il Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche sono un buon punto di partenza, da integrare con gli interventi per i ciclisti urbani, le 700mila persone che ogni giorno usano la bici come principale mezzo di trasposto. Sul piano della ricettività è importante costruire un sistema organico tra imprese, istituzioni e associazioni per rispondere alle esigenze dei cicloturisti. Un target con un alto potere d’acquisto, in buona parte proveniente dall’estero, interessato a livelli di servizio elevati e diversificati”.



Per le ciclovie 361 milioni di investimenti pubblici
La presentazione del rapporto si è svolta in occasione del Bike Summit 2019, promossa con Alleanza Mobilità Dolce-AMoDo e VeloLove GRAB+ per fare il punto sull’economia generata dalle biciclette e mettere a confronto i diversi soggetti attivi nello sviluppo del turismo e della mobilità a trazione umana.
La mattina del Summit partendo dal rapporto si è parlato di visioni e strategie, con il punto di vista delle istituzioni e la condivisione di buone pratiche. Il pomeriggio si è svolto un workshop con i tecnici coinvolti nella realizzazione delle dieci ciclovie previste dal Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche, per la cui progettazione e realizzazione sono stati di recente stanziati 361 milioni di euro dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.



L’indotto del cicloturismo supera l’export di vino

“Si sta aprendo un momento storico importante: per la prima volta la ciclabilità diventa una priorità per le istituzioni pubbliche nazionali – sostiene Federico Del Prete di Legambici – il cicloturismo è un asset che, per fare un paragone, supera per fatturato l’export vinicolo (6,2 miliardi di euro nel 2018). Facciamo questi numeri con pochi mezzi risorse e siamo ancora indietro rispetto ad altri Paesi. Quando saranno pronte le dieci ciclovie della SNCT avremo una dotazione infrastrutturale importante che dovremo impegnarci a manutenere e mettere in rete. Allo stesso dobbiamo adeguarci culturalmente, riformando un Codice della Strada che discrimina le biciclette, definendo uno status specifico per gli itinerari ad alta intensità ciclistica, anche a beneficio dei 700mila ciclisti pendolari”.

Le bici trainano i turismi di qualità
L’affermazione della ciclabilità richiede una visione d’insieme che sappia tenere insieme la complessità degli interventi da attuare e la varietà delle motivazioni con cui si decide di prendere la bici. Tra i cicloturisti ci sono quelli “con la bici”, cioè le persone che durante una vacanza amano noleggiare una bici e quelli “in bici” che la usano cioè come principale mezzo di spostamento durante il viaggio.
“Il turismo active e il turismo slow convergono sulla necessità di favorire l’uso della bicicletta – dice Maria Elena Rossi, direttrice marketing di Enit e appassionata cicloturista – dai nostri 29 uffici nel mondo arriva una forte domanda che però ancora non viene adeguatamente intercettata. Solo pochi territori si sono organizzati in maniera strutturata. Ci stiamo muovendo per creare prodotti ad hoc, in accordo con le Regioni, con l’obiettivo è di avere un’offerta mirata”.
Le bici favoriscono la destagionalizzazione e trainano promettenti nicchie del turismo di qualità: slow, ferroviario, in famiglia, escursionistico, ambientale, educativo, sportivo. In alcune località sciistiche si attraggono appassionati di mountain bike aprendo loro gli impianti di risalita. Nelle aree interne si attraggono viaggiatori alternativi con le bici. Nelle grandi città si organizzano itinerari nelle periferie per ciclisti curiosi, fuori dai circuiti turistici tradizionali.
Dal rapporto: dati e prospettive
Come sintetizzato nel comunicato stampa il rapporto fotografa la contraddizione tra l’immaturità del Paese in materia di cultura ciclabile e la crescente rilevanza del settore. I turisti che ogni anno effettuano in bicicletta un itinerario completo sono circa 1,8 milioni; quelli che la usano a destinazione per fare escursioni e svolgere attività fisica 4,2 milioni. Tra i paesi esteri di provenienza in testa ci sono Germania, Francia, Stati Uniti e Regno Unito. Tra le principali aree di partenza dei cicloturisti italiani ci sono Campania, Lombardia e Lazio. Le destinazioni privilegiate sono Trentino, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana.
Insieme al turismo anche l’industria è in netta espansione: nel 2017 la produzione di bici ha generato 1,3 miliardi di euro, vendendo 1,7 milioni di pezzi, le esportazioni sono aumentate del 15,2%.
Da ricordare infine che in Italia si pedala ancora relativamente poco e la mobilità continua ad essere autocentrica: ogni mille abitanti ci sono solo 440 bici e 625 automobili; in Germania e in Olanda il rapporto è quasi di una bici per persona e le automobili sono di meno, rispettivamente 555 e 481.

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