La luce verde a una modifica radicale del pianeta farmacie l’ha data il Ddl n. 2085 – B dell’agosto 2017, ma gli effetti, stando a quanto emerge da uno studio pubblicato dal The Economic Journal e curato da Giacomo Calzolari, Andrea Ichino, Francesco Manaresi and Viki Nellas, economisti il primo presso lo European University Institute di Fiesole, il secondo all’Università di Bologna e il terzo presso la Banca Centrale Italiana, non si sentono ancora a pieno.
Dallo studio emerge, in soldoni, che la concorrenza tra farmacie in Italia è ancora molto molto contenuta. Specie nei piccoli centri i clienti, e soprattutto i più deboli, ossia i genitori di bambini piccoli e gli anziani, che non possono andare in giro a cercare sconti, sono soggetti ad essere facile “preda” di costi molto alti, specie per la parte parafarmaceutica, ossia creme, pannolini e latte in polvere.
Eppure il decreto voleva proprio smuovere un settore, quello farmaceutico, inteso come retail, non prodotti, che per anni è stato appannaggio di una sorta di casta chiusa. Chi ha i genitori con una farmacia ben avviata ha un vero e proprio tesoro in casa e difficilmente non prenderà una laurea in CTF o Farmacia per entrare a gestirla dopo di loro.
Ma qualche cosa si è mosso. È di febbraio la notizia che Pessina di Wallgreens punta a comprare 1.000/2.000 farmacie in Italia. Per ora ha iniziato con 9 punti a Milano, ma via via espanderà. D’altra parte a settembre è nato il primo fondo di investimenti nella campagna acquisti farmacie e se i fondi annusano profumo di soldi si vede che il settore promette bene.
Noi italiani siamo sì longevi, ma anche grandi consumatori di farmaci e integratori. Da alcune ricerche sembra siamo addirittura i maggiori consumatori di integratori in Europa!
Il giro d’affari è vasto e nonostante grazie al decreto succitato si dia spazio anche alla GDO di avere dei corner dedicati, è uno dei settori del retail che non sente nessun tipo di crisi. Se si guardano i dati del mercato farmaceutico commerciale, il segmento ha chiuso il 2017 con un fatturato di 11,4 miliardi di euro (+1,3% sul 2016). Le farmacie (18.447 pdv circa) realizzano un giro d’affari medio di 537 milioni di euro. Le 4.251 parafarmacie censite fatturano mediamente 177 milioni di euro, e i circa 400 corner della Gdo realizzano 1,7 milioni di euro. La quota di mercato delle farmacie è pari all’87%, mentre sia Gdo sia parafarmacie si attestano su una market share del 6% circa.
Quanto all’andamento per tipologie di prodotto, il retail alimentare sta performando particolarmente bene nel nutrizionale, dove fa il 29,1% del mercato, e nell’igiene e bellezza, rappresentando l’11% del totale. Mentre parafarmaco e Otc restano stabilmente in mano al canale farmacia, che copre oltre il 90% del mercato. Un mercato ghiotto, quindi, che attrae fondi e investimenti italiani e esteri e si svilupperà ulteriormente.