L’educazione finanziaria è un must

Il 5 ottobre a Roma riflettori puntati sull’importanza di una maggiore conoscenza e consapevolezza in tema di investimenti. Presentati i risultati di un’indagine sui manager associati a Manageritalia. Un panel di esperti ha evidenziato priorità e obiettivi. Il secondo appuntamento a Milano il 26 ottobre

In Italia la cultura finanziaria sembra avere un ruolo da cenerentola, basti pensare che in una classifica internazionale su 148 paesi, il nostro si colloca al 63esimo posto per alfabetizzazione finanziaria.

Nel mese dell’educazione finanziaria, il presidente di Manageritalia Mario Mantovani ha aperto il 5 ottobre a Palazzo Altieri la tavola rotonda “Manager e investimenti: cultura, propensione e vissuto dei manager italiani in relazione agli investimenti e alla finanza”. L’obiettivo dell’appuntamento, organizzato da Manageritalia, è stato individuare cosa occorre sapere in tempi volatili come quelli attuali, quali mosse giuste intraprendere, come prepararsi e a chi affidarsi, ascoltando il punto di vista dei manager associati.

L’incontro, moderato dal giornalista del Sole 24 Ore Marco lo Conte, si è aperto con la presentazione da parte di Alessandra Ghisleri, presidente Euromedia Research, di un’indagine su un campione di 700 manager nostri associati. L’obiettivo della ricerca è stato quello di rappresentare una fotografia del rapporto tra i manager e dirigenti con il mondo finanziario. Un quadro complessivo del livello di cultura, di propensione e di vissuto di manager e dirigenti in merito ai temi finanziari e al mondo degli investimenti.

Il 17,2% degli intervistati si dichiara insoddisfatto della propria situazione finanziaria (tra questi, il 29,1% perché “non sto facendo progressi verso gli obiettivi finanziari che mi ero prefissato” – 40% tra i pensionati, e l’11,7% perché “non sono capace di gestire le mie finanze” – 47,5% ha tra i 36 e i 45 anni).

Negli ultimi 5 anni gli investimenti hanno riguardato fondi comuni (47,9% – 58% tra i pensionati); azioni (40% – 51,5% tra gli under 35) e prodotti assicurativi (34,6%).

Alla domanda “a chi si è rivolto per fare questi investimenti?”, spicca il 24,4% “a nessuno, me ne sono occupato io”.

Il 76,1% del campione è comunque interessato ad avere maggiori informazioni sull’evoluzione e sulle caratteristiche dei diversi prodotti finanziari. Tra i temi su cui si desidererebbero maggiori informazioni, fondi comuni d’investimento, italiani ed esteri 35,9% (45,2% tra i pensionati), PIR – piani individuali di risparmio (23,5%, 43,9% tra i 36 e i 45 anni) e criptovalute e blockchain (23,2% – 87,3% tra gli under 35).

Per la vicepresidente di Manageritalia Antonella Portalupi, il fai da te quando si parla di investimenti rappresenta un vero problema e il fatto che anche molti manager sottovalutino un approccio professionale quando decidono di investire, non è un segnale incoraggiante. “La vocazione degli italiani è il risparmio, ma occorre una maggiore preparazione quando si parla di investimenti, per non incorrere in errori ed essere in grado di fare la scelta giusta”.

Secondo Elda Nogarotto, policy officer Ufficio IV – Direzione V del Dipartimento del Tesoro MEF, “l’azione formativa, quanto mai necessaria, deve prevedere canali di comunicazione adeguati e promuovere iniziative e contenuti chiari. Il focus, poi, dovrebbe spostarsi sulle sfide della digitalizzazione nel mondo degli investimenti e sull’innovazione sostenibile. Una priorità, poi, è rafforzare la cooperazione tra stakeholder finanziari e istituzioni”.

Antonella Linciano, PhD CONSOB, responsabile Divisione Studi, rappresentante nel Comitato nazionale per l’educazione finanziaria, ha evidenziato come la tendenza a rivolgersi alla consultazione informale (familiari, amici, colleghi) nella gestione attiva del proprio risparmio si traduce in comportamenti spesso imprevedibili e che evidenziano, in senso lato, una scarsa pianificazione dei propri obiettivi di vita.

Flavio Carboni, professore presso la Pontificia Università Lateranense, docente in Tecniche di progettazione dei finanziamenti e Fondi Europei per l’Innovazione, ha introdotto il concetto del “voto di portafoglio”: in altre parole, investire in un modo o in un altro può fare la differenza. Le scelte degli individui possono realmente cambiare gli equilibri finanziari. “Possiamo esercitare questo voto a seconda di quello che riteniamo giusto o sbagliato. Il risparmiatore è dunque un attore di scelte, anche morali”.

Marilisa Guida, titolare di Divisione presso il Servizio Educazione Finanziaria della Banca d’Italia, ha affermato che “la cultura finanziaria da parte di tutti i soggetti attivi è uno degli strumenti che coinvolgono il sistema dell’investitore e che prevede obblighi informativi. Le sole regole e controlli non bastano. L’educazione finanziaria consiste nell’offrire fonti informative attendibili in quello che appare un vero e proprio marasma, per avere quanto meno dei punti di riferimento”. Guida ha anche evidenziato le insidie delle criptovalute, che non sono in questo momento coperte da tutele per gli investitori.

Per Maria Letizia Giorgetti, professore associato di Economia applicata presso l’Università Statale, dobbiamo considerare che esiste una discrasia tra i tempi di ritorno della finanza e dell’economia reale, accentuata in questo momento di estrema emergenza. C’è stata negli ultimi anni una sorta di finanziarizzazione dell’economia reale. La finanza può e deve accompagnare la crescita delle nostre imprese. Si sta ora cercando di incentivare la riscoperta delle filiere per coinvolgere nella crescita le pmi, vero tessuto economico del nostro paese.

L’incontro si è concluso con un commento da parte di Tiziana Vallone, vicepresidente Manageritalia Lombardia e responsabile gruppo Financial Literacy di Manageritalia: “Il tema dell’educazione finanziaria è oggi più rilevante che mai e può costruire quello che conta per il nostro futuro. L’incontro di Manageritalia si colloca all’interno della World Investor Week e conferma una difficoltà diffusa a gestire gli investimenti a livello globale. Tra i temi chiavi che dovremo approfondire ci sono la finanza sostenibile, la prevenzione di frodi e truffe e l’universo delle criptovalute, che non sono ancora regolamentate. Infine, commentando i risultati dell’indagine, Vallone ha sottolineato come non sia un caso che l’82% degli associati soddisfatti della propria situazione finanziaria siano quelli che si interessano a questi temi in modo attivo. “C’è comunque ancora tanto da fare per superare l’overconfidence”. 

Mercoledì 26 ottobre a Milano (Palazzo Isimbardi, Sala Affreschi, via Vivaio 1), dalle 9 alle 13, il secondo appuntamento.

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