Lorenzo Thione, il papà di Bing

Imprenditore appassionato di tecnologia, arte, design, comunicazione e sociale, Lorenzo Thione è stato co-fondatore di startup come Powerset, Artify.it e, come investor e adivisor, CrowdMed, Gobble e molte altre. Ha contribuito alla fondazione ed è ora parte del board di StartOut, non profit dedicata allo sviluppo di attività imprenditoriali nella comunità LGBT. È produttore di musical a Broadway premiati dai Tony Awards

Cosa ti ha portato ad essere il creatore di Bing, il motore di ricerca di Microsoft?
Un incontro di serendipità – come molti nel corso della mia vita personale e professionale – con quelli che poi divennero i miei soci, e la mia passione, nutrita fin da bambino, per due campi così diversi come quello dell’informatica e quello della struttura funzionale e logica del linguaggio umano. Una passione per le lingue, sia umane sia digitali, che mi ha dato l’occasione di insegnare ai computer a capire meglio le persone. Da lì al prototipo di Powerset, all’acquisizione da Microsoft e all’integrazione con Bing.

Un’avventura emozionante e mi immagino infarcita di tecnologia, innovazione, digitale e tanto lavoro e fatica?
Il lavoro e la fatica possono sembrare quasi benedizioni quando si è in grado di applicarle a qualcosa in cui si crede, che ci appassiona e che ci rende tanta soddisfazione. Per me il detto è proprio vero, che non è il traguardo che conta, ma il tragitto e le esperienze che lo circondano. L’avventura di Powerset/Bing mi ha insegnato tanto, ma mi ha anche dato un trampolino unico per andare a inseguire nuovi traguardi e sperimentare nuovi tragitti.

Cosa ti ha dato il mondo della tecnologia e il successo raggiunto?
Il lusso di continuare ad applicarmi a nuovi orizzonti, indipendentemente dal rischio o da analisi pragmatiche di costo/beneficio. L’elemento più importante per me è l’opportunità di imparare, apprendere dai giganti di un settore, e applicare le lezioni ed esperienze raccolte in un ambito o un settore nuovo, apportando un approccio da “thinker outside the box”.

Poi però hai abbandonato quel mondo per inseguire il tuo sogno di produrre musical a Brodway. Perché e come?
Non era mai un “sogno”. È avvenuto per caso, tramite un altro incontro casuale – di serendipità – con l’attore George Takei. Dopo aver appreso la sua storia, ci siamo imbarcati su un viaggio fenomenale che ci ha portato all’apertura mondiale a San Diego prima, e poi a Broadway, di un nuovo musical basato sulla sua esperienza. Per me era un’atra opportunità di apprendimento, di life-long learning – e di story-telling, che è un’altra caratteristica che mi appassiona – e che ritengo sia fondamentale per qualunque imprenditore creativo. Non solo ho imparato tantissimo, ma ho anche apportato un contributo reale e perenne a quello che è il pantheon del teatro americano e con una rilevanza storica e sociale, per la storia di Allegiance, che mi rende estremamente orgoglioso.

Due vite del tutto diverse o parallele?
Parallele. E con tanti punti in comune. Prima di tutto il lavoro del produttore è molto simile a quello dell’imprenditore in qualunque altro ambito, e così l’esperienza accumulata durante i miei primi anni da imprenditore si sono rilevati utili al contesto del musical, perché comunque si tratta di costruire un team, raccogliere finanziamenti, costruire un market, e promuovere un prodotto. E in secondo luogo, un parte del lavoro che abbiamo fatto per costruire il pubblico di fan su social media per Allegiance e per George Takei si è poi trasformato in una nuova impresa – alla quale mi sto dedicando a tempo pieno al momento – che si chiama The Social Edge. Siamo in procinto di rilasciare una nuova update alla nostra piattaforma che viene già utilizzata da centinaia di publisher grandi e piccoli per distribuire il proprio contenuto alle loro audience più rilevanti tramite influencer – personaggi, celebrità e comunità – su social media. Siamo in crescita rapida e abbiamo dato vita a un canale importante di distribuzione di contenuto per i creatori di media (news, video, intrattenimento ecc.) con alti livelli di engagement e un profilo economico vantaggioso.

E oggi con i musical come va? È tutta un’altra musica?
Abbiamo terminato le performance a Broadway in febbraio, ma stiamo preparando un tour internazionale e americano nel 2016/17 e due adattamenti cinematografici, uno musicale e uno drammatico. Siamo pienamente impegnati a continuare a portare questa storia importante e di rilevanza attuale al pubblico più esteso possibile.

Come dobbiamo affrontare questo mondo pieno di innovazione, tecnologia e digitale?
Con ingenuità e apertura mentale. Ogni innovazione è un’opportunità per imparare, esplorare e connettere diversi aspetti della propria creatività. E ricordando che quello che conta è il tragitto – godiamone ogni momento.

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