Nei prossimi anni le nuove tecnologie avranno un impatto radicale sulla nostra vita personale e professionale. Entro il 2022, secondo il World Economic Forum, oltre il 50% dei dipendenti a livello mondiale avrà bisogno di aumentare le proprie competenze per restare competitivi sul mercato del lavoro. La nuova equazione delle competenze alla base di questo processo è però oggi composta non solo da nuove competenze tecnologiche ma anche da competenze trasversali, meglio chiamate soft-skill, quali il pensiero critico, la gestione dello stress, la leadership, l’intelligenza emotiva e la flessibilità, solo per citarne alcune.
In questo contesto l’università gioca inevitabilmente un ruolo fondamentale e il NECSTLab, un laboratorio all’interno del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB) del Politecnico di Milano, ambisce proprio a cogliere questa sfida.
Il NECSTLab è il laboratorio di ricerca nel campo dell’informatica del “System Architecture Group” del (DEIB) del Politecnico di Milano. L’acronimo stesso del nome – Novel, Emerging Computing System Technologies Laboratory – è indice dei temi che vengono trattati quotidianamente e delle ricerche che vengono sviluppate all’interno del NECSTLab.
Come è strutturato il laboratorio
Ci piace sempre anche giocare sul nome stesso del laboratorio. Se chiediamo a qualcuno di scrivere NECST, tipicamente verrà scritto con la X (NEXT) e dalla correzione di questo “errore” possiamo racchiudere, in estrema sintesi, la natura del laboratorio. Al NECSTLab lavoriamo per definire ciò che deve ancora essere, il NEXT, ma lo facciamo con la CS, la Computer Science, che è il nostro “X-factor”.
Il laboratorio è abbastanza giovane, infatti è stato fondato nel 2012, ma trova le sue radici in due precedenti laboratori che hanno contribuito per anni alla ricerca del DEIB: il MicroLAB, che si occupava di diverse tematiche legate alle architetture dei calcolatori (per esempio hardware/software codesign, valutazione delle prestazioni, tolleranza ai guasti, sintesi di alto livello, progettazione di sistemi riconfigurabili) e il VPLab, che si occupava principalmente di sicurezza informatica in diversi contesti. Dato questo contesto, possiamo quindi intuire che all’interno del NECSTLab convivono due anime di ricerca ben distinte: da una parte la sicurezza informatica con, come responsabile, il professor Zanero, dall’altra le architetture dei calcolatori sotto la guida del professor Marco D. Santambrogio.
Da queste origini è facile capire come la natura del NECSTLab sia intrinsecamente interdisciplinare. Il far coesistere in uno stesso ambiente persone con competenze differenti è stato quindi, fin dai primi giorni della nascita del laboratorio, un tratto caratterizzante dello stesso. All’interno del laboratorio, oltre all’importanza del dialogo e del confronto tra le persone che lo “vivono”, si è sempre creduto nella necessità di investire sulla creazione di un circolo virtuoso in cui la didattica e la ricerca fossero le due facce della stessa medaglia. Per questo motivo, la ricerca è stata portata nelle classi e nelle attività di progetto a cui gli studenti possono accedere, esponendoli così ad un mondo che gravitava intorno a loro, ma che non li vedeva a pieno protagonisti.
Nel fare questo la ricerca stessa ha avuto positivi ritorni: infatti gli studenti, grazie alla loro passione, ai loro background così diversi ed alla loro “libertà di pensiero” si sono dimostrati validissimi collaboratori dei ricercatori presenti nel NECSTLab.
Ricerca e didattica: due anime che si incontrano
Alla NECSTLab crediamo che la ricerca possa trarre grandi benefici dalla didattica e viceversa. In particolare, negli anni abbiamo avuto modo di verificare che coinvolgere i giovani studenti nelle attività di ricerca aumenta notevolmente la fase creativa e di brainstorming del gruppo di ricerca. Gli studenti di laurea triennale non sono ancora costretti in una struttura di ricerca e sono maggiormente propensi a sperimentare. Al contrario, da un punto di vista educativo, dare agli studenti la possibilità di essere coinvolti in progetti reali significa dare loro la possibilità di sperimentare sfide reali di progettazione e sviluppo. Inoltre, guidandoli durante la progettazione, in un modo maieutico, possiamo trasmettere loro un metodo da utilizzare in futuro quando saranno chiamati davvero, a lavorare ad un progetto reale.
L’obiettivo è quello di incentivare costantemente gli studenti a conoscere se stessi e a scoprire il proprio potenziale, accettando i propri limiti comprendendo il valore della diversità, propria e altrui, all’interno di un contesto di gruppo.
A San Francisco la NECST Group Conference
Non solo progetti, ma anche conferenze accademiche e industriali per permettere agli studenti di presentare il loro lavoro in un contesto aziendale e comprendere cosa significa fare ricerca e networking partecipando a una conferenza internazionale. È da qui che è nata la NECST Group Conference: l’evento annuale del NECSTLab tenuto a San Francisco e nella zona della Silicon Valley. Con questa iniziativa quasi 40 studenti partecipano ogni anno a una delle più importanti conferenze di progettazione di sistemi come la Design Automation Conference (DAC) o l’International Parallel and Distributed Processing Symposium (IPDPS) e sono anche esposti ad alcune delle più importanti aziende della Bay Area. Inoltre, organizziamo alcune visite alle startup più interessanti dell’ecosistema per coloro che mostrano un interesse in questo senso. Dalle conferenze accademiche, agli incontri organizzati con grandi aziende e multinazionali fino al supporto nel lancio della loro startup: ogni studente all’interno del NECSTLab può trovare il proprio percorso lavorativo e ricevere supporto nel realizzarlo.
Problem-based learning
Un ruolo centrale all’interno del modello di apprendimento del NECSTLab, è giocato da hackathon e tech challenge. Attraverso sfide basate su casi reali, spesso realizzati in partnership con aziende, è possibile avvicinare gli studenti ai problemi del mondo reale e far loro comprendere in che modo la tecnologia può avere un forte impatto sulla vita delle persone. In secondo luogo, lavorare in gruppo per 48 ore, in un contesto altamente stressante, con persone che spesso non conoscono bene, li aiuta a comprendere il valore dell’eterogeneità e l’importanza della coesione del team. Cruciale è il ruolo che queste esperienze giocano non solo sulle loro competenze tecniche, ma anche sulle loro soft skill. Grazie agli hackathon, ad esempio, gli studenti hanno la possibilità mentre sono ancora studenti, di comprendere il loro ruolo all’interno di un team, di presentare davanti ad un pubblico il loro progetto o di imparare a gestire lo stress. Infine, è un contesto perfetto per testare le loro reali competenze.
Lavorare sulle soft skill
Un’attenzione particolare è dedicata alle soft skill e alla creazione di corsi che consentano loro di svilupparle e migliorarle. Ogni anno, grazie al corso di EleMenti D’Impresa, proponiamo agli studenti workshop pratici sugli elementi fondamentali del fare impresa: dalla teoria della lean startup, alla gestione finanziaria di un grande gruppo aziendale, dalla gestione della proprietà intellettuale, agli aspetti legali del fare azienda, fino alle testimonianze di imprenditori e manager d’azienda. Grazie all’aiuto di professionisti di settore vengono inoltre erogati corsi su varie tematiche: gestione dello stress, public speaking, comunicazione non verbale, personal branding, time management, project management, solo per citarne alcuni.
NECSTCamp: un approccio olistico alla cura della persona
Il NECSTCamp (NECST + Bootcamp) è un progetto nato a settembre 2017, basato su un approccio olistico allo sviluppo della persona in un contesto universitario. Al centro, vengono posti gli studenti, non solo come futuri ingegneri, ma anche come persone in una fase delicatissima della loro crescita. Il NECSTCamp mira ad aiutare gli studenti a capire come gestire un processo di autovalutazione positivo basato sull’individuazione dei propri limiti, dei propri talenti e delle possibilità di miglioramento. L’obiettivo finale è quello di rendere gli studenti “liberi”, dove con libertà intendiamo la consapevolezza di sé stessi, dei loro limiti, e delle loro capacità, per aumentare la loro capacità di adattamento, la loro motivazione personale e l’auto-efficacia. A tal fine, gli studenti sono invitati a partecipare a un certo numero di attività che hanno dei chiari collegamenti con la loro vita quotidiana. Tra queste attività troviamo ad esempio lo sport con varie sessioni di allenamento di CrossFit e balance training durante la settimana. Grazie al supporto di un team dedicato di psicologhe, gli studenti hanno poi la possibilità di creare i collegamenti tra l’esperienza sportiva, la loro vita personale e lavorativa, andando a definire un chiaro percorso di ristrutturazione degli eventi volto all’aumento della autoconsapevolezza. Infine, l’attenzione alla cura del sonno e di uno stile di vita salutare, chiudo il cerchio di questo approccio olistico.
Mindset imprenditoriale
Per ultimo, qualsiasi percorso sceglieranno di intraprendere nella loro vita dopo la laurea, crediamo che lo sviluppo di una forma mentis imprenditoriale sarà per loro un grande valore aggiunto. Per questo motivo, due volte l’anno, organizziamo il workshop “Startup 101”. In questa occasione gli studenti vengono seguiti nello sviluppo dei loro progetti anche da una prospettiva di business, simulando il lancio di una vera e propria startup: dall’idea all’azione, fino posizionamento sul mercato. Non crediamo che possano e/o debbano diventare tutti imprenditori, ma pensiamo fortemente che la capacità di valorizzare il proprio progetto, saperlo sviluppare in maniera indipendente anche da un punto di vista progettuale e di business, potrà essere domani una risorsa importante nel mondo del lavoro. Per chi lo desiderasse, è offerto poi un supporto dedicato in vista della partecipazione allo Switch2Product, competizione annuale organizzata dall’ufficio di Technology Transfer del Politecnico di Milano con Deloitte Italia e Polihub.
Manageritalia collabora con NECSTLab per far conoscere questa Silicon Valley italiana e avere dalla loro voce un polso su quell’innovazione che partendo dall’Università impatta, e deve farlo sempre di più, sulla crescita della nostra economia, sul nostro lavoro e sulla vita di tutti i giorni. Un viaggio che dobbiamo fare tutti insieme. Stay tuned!
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