Osservatorio del Terziario: mai così alta l’occupazione nei servizi

I dati della Newsletter Osservatorio del terziario di Manageritalia per il secondo trimestre evidenziano una crescita del valore aggiunto del terziario che compensa il calo della manifattura. Il record dell’occupazione riguarda il lavoro dipendente che cresce a scapito del lavoro precario. Ancora molto da fare nell’export dei servizi dove l’Italia è in ritardo rispetto a Germania e Francia. Tra i sottosettori, bene noleggio e agenzie di viaggi, in calo il commercio all’ingrosso
occupazione terziario

Il Terziario aumenta ancora il valore aggiunto, l’occupazione raggiunge livelli record, risale in maniera contenuta l’inflazione e sale di poco l’export, dove esistono ampi margini di crescita. Questo, in sintesi, è quanto emerge dagli ultimi dati della Newsletter (LEGGILA QUI) dell’Osservatorio del Terziario Manageritalia. Si confermano alcune tendenze già in atto e si ritrovano elementi di una situazione congiunturale comune a tutti i settori dell’economia.

“I dati del nostro osservatorio – commenta Marco Ballarè, Presidente di Manageritalia – confermano che il mondo dei servizi rappresenta l’elemento trainante dell’economia italiana. Se la crescita complessiva del terziario è incoraggiante, al contrario d’industria e manifatturiero in ulteriore calo dell’1,1%, ancor di più lo sono i dati sull’occupazione soprattutto nel comparto finanziario, assicurativo e delle professioni. Nuovi posti di lavoro stabili che contribuiscono in maniera significativa alla crescita dell’occupazione nel Paese”.

“Oggi – conclude Ballarè – se si vogliono cogliere concrete opportunità occupazionali e di crescita professionale bisogna guardare sempre di più anche al mondo del terziario, dei servizi e dell’innovazione. Sarebbe ora che anche il Governo se ne rendesse conto, soprattutto in vista della prossima manovra economica, per ottimizzare gli investimenti facendo crescere economia ed occupazione. In particolare, occorre rafforzare l’export dei servizi che in Germania e in Francia ha un peso sul Pil pari al doppio del nostro, l’Italia può e deve raggiungere quel livello”.

Nel secondo trimestre 2024 il valore aggiunto dell’insieme dei comparti dei servizi di mercato è aumentato dello 0,3%, compensando gli effetti dell’ulteriore caduta dell’attività del settore industriale (-0,8% dopo il -0,4% del primo trimestre). Ciò ha permesso che l’espansione dell’economia proseguisse, seppure con un ritmo di crescita limitata allo 0,1% (+0,2% il Pil). I sottosettori più forti sono il noleggio e agenzie di viaggi (1,4%), informazione e comunicazione (1,2%) e attività professionali (1,1%). In calo il commercio all’ingrosso maggiormente collegato alla tendenza della manifattura (-0,4%).

Il fatturato è diminuito solo nel comparto del commercio all’ingrosso, molto legato all’attività industriale, mentre ha registrato una crescita relativamente vivace (superiore all’1%) per i settori di noleggio e agenzie di viaggi, informazione e comunicazione e delle attività professionali e di poco inferiore per alloggio e ristorazione.

L’export dei servizi si riferisce al primo trimestre ed è in lieve aumento rispetto ad un anno fa e rimane un settore sul quale il sistema Italia ha grandi margini di crescita se si considera che il suo peso sul Pil è del 5,5%, mentre in Paesi come Francia e Germania, dove è leggermente diminuito, è pari all’11,5% e 9%.

Cresce lievemente l’inflazione nei servizi (3,1% nei mesi di luglio e agosto dal 2,9% del precedente trimestre), superiore a quella generale (+1,2%), alimentata dal permanere di spinte sui costi; ma nulla a che vedere con il 7,4% dello scorso anno.

Spiccano i dati sull’occupazione: l’ulteriore aumento dello 0,2% delle unità di lavoro, seppur in rallentamento rispetto al precedente trimestre, porta il settore a registrare un vero e proprio record con un dato che supera di quasi 600 mila unità quello del 2022 e che non era mai stato raggiunto. L’analisi di dettaglio mostra peraltro una crescita trainata dal lavoro dipendente (+0,4%) contro il calo di quello indipendente (-0,2%). Qui i sottosettori maggiormente virtuosi sono le attività finanziarie e assicurative (+0,3%) e quelle professionali (+0,6%). Oltre al commercio, trasporto e servizi ricettivi (-0,5%) in calo l’occupazione nei servizi comunicazione e informazione (-1,3%).

Highlights

  • Nel secondo trimestre del 2024 il valore aggiunto dell’insieme dei comparti dei servizi di mercato è aumentato in termini congiunturali dello 0,3%, giocando ancora un ruolo di sostegno ciclico e compensando gli effetti della ulteriore caduta dell’attività del settore industriale (-0,8% dopo -0,4% del primo trimestre); ciò ha reso possibile che la fase di espansione dell’economia proseguisse, seppure con un ritmo di crescita del valore aggiunto complessivo limitata allo 0,1% (+0,2% il Pil).
  • La dinamica congiunturale del fatturato dei servizi di mercato ha segnato un ulteriore rallentamento in termini di valore (+0,2% nel secondo trimestre) e si è azzerata al netto della componente di prezzo. Il fatturato è diminuito solo nel comparto del commercio all’ingrosso, molto legato all’attività industriale, mentre ha registrato una crescita relativamente vivace (superiore all’1%) per i settori di noleggio e agenzie di viaggi, informazione e comunicazione e delle attività professionali; è stata di poco inferiore per alloggio e ristorazione.
  • Il peso sul Pil dell’export di servizi di mercato nel primo trimestre è stato del 5,5%, con un lieve aumento rispetto ad un anno prima, a fronte di diminuzioni limitate in Francia e Germania, che pure mantengono quote molto più elevate (rispettivamente 11,5% e 9%).
  • Ad agosto 2024, il clima di fiducia delle imprese rilevato dall’Istat evidenzia nei settori dei servizi andamenti congiunturali disomogenei che in termini aggregati portano a una parziale risalita dopo alcuni mesi di calo. Ancora una volta diverso è il segnale proveniente dall’indicatore di clima di S&P Global che ha segnato un peggioramento per il terzo mese consecutivo.
  • In una fase di dinamica dei prezzi comunque contenuta a livello aggregato (1,2% a luglio-agosto), l’inflazione dei servizi resta decisamente più elevata (risalita al 3,1% nei mesi di luglio e agosto), alimentata dal permanere di spinte sui costi; ne deriva un ampliamento del differenziale positivo rispetto al tasso di inflazione core, il quale è rimasto stabile al 2%.
  • Nel secondo trimestre le unità di lavoro dei servizi di mercato sono ancora cresciute (+0,2% congiunturale) seppure a un ritmo meno marcato dei trimestri precedenti. L’ulteriore aumento ha portato l’occupazione del comparto a un livello superiore di quasi 600 mila unità rispetto a due anni prima e questa espansione della domanda di lavoro del terziario è una delle componenti fondamentali della salita del tasso di occupazione del Paese a livelli record.
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