Prioritalia, il tavolo di lavoro Domani Open: idee e proposte

Prioritalia, l’associazione fondata dalle principali organizzazioni di rappresentanza dei manager italiani per promuovere e valorizzare l’impegno civile della comunità manageriale, ha commissionato una ricerca sui fabbisogni e le aspettative dei cittadini italiani su temi che riguardano la governance dei centri abitati (LEGGI QUI IL DOCUMENTO SUI RISULTATI EMERSI DALL’INDAGINE).

Prioritalia ha affrontato il tema dello sviluppo urbano durante l’evento “Leadership civiche per le città di domani: le competenze dei manager per generare sviluppo”, attraverso tavoli di lavoro che hanno coinvolto 70 diversi stakeholder (manager, rappresentanti delle associazioni civili, politici, esperti, ricercatori, imprenditori e professori).

IL TAVOLO DI LAVORO DOMANI OPEN

Il tavolo di lavoro si pone l’obiettivo di approfondire i temi relativi al recupero degli spazi cittadini, all’innovazione sociale e alla rigenerazione urbana. Restituire alle città spazi inutilizzati, trasformandoli in contenitori di progettualità e innovazione dal basso che intercettano reti attive di partecipazione e generano cultura volta all’apertura e alla collaborazione, catalizza nuove forme di economia condivisa e sviluppo urbano. Centrale il ruolo dell’innovazione sociale come motore del cambiamento verso un modello di città creativa, che sia in grado di trovare nuovi significati e connessioni tra produzione e consumo, facendo emergere nuove filiere di valore e nuove produzioni locali.
Sono auspicabili interventi volti a restituire alle città un assetto urbano funzionante. Il riferimento è soprattutto alle strade, alla viabilità e ai trasporti, oggi percepiti come fortemente carenti in molte realtà territoriali. Le aspettative dei cittadini, come emerge dalla survey quantitativa commissionata da Prioritalia, vanno nella direzione di alcune buone pratiche volte al recupero delle città, alla riqualificazione e al decoro dei suoi spazi pubblici, a forme inclusive e diffuse di sostenibilità (semplificazione dei servizi, sistema di mobilità smart, efficientamento di viabilità e trasporti). Tra gli obiettivi del domani
open vi è quello della realizzazione di interventi di rigenerazione urbana, caratterizzati da progetti culturali e creativi a forte
impatto sociale, rivolti al benessere individuale e collettivo e allo sviluppo civile ed economico dei territori e delle comunità. In questo quadro, si stanno diffondendo sempre più esperienze di innovazione sociale fondate sul coinvolgimento attivo degli
abitanti. Queste realtà, però, spesso faticano a coordinarsi tra di loro e con i decisori pubblici e sono sempre limitate da problemi di sostenibilità economico-organizzativa.
È crescente il bisogno di partecipazione, anche grazie ai social network, che sovente diventano di fondamentale importanza per far accrescere il contributo individuale allo sviluppo cittadino. Con oltre sei milioni di edifici inutilizzati l’Italia ha un patrimonio edilizio che rappresenta una difficile sfida, ma anche una straordinaria opportunità di attivazione e rigenerazione per molte aree del Paese. La disponibilità crescente di spazi è generata principalmente da processi di riconversione industriale di delocalizzazione produttiva, ma anche dalla necessità di riprogettazione di infrastrutture pubbliche innovative e di riattivazione di spazi pubblici mal progettati o scarsamente valorizzati all’interno di città sottoposte ad una crescente esclusione sociale e urbana, rese ancora più acute dalla crisi economica. Sperimentare, quindi, nuove modalità e prassi urbanistiche per frenare un ciclo economico depressivo che ha generato un impoverimento visibile e non statistico delle città in termini di servizi ai cittadini può essere una preziosa leva per l’economia delle imprese e quindi del Paese. In questo scenario, il modello di innovazione, per cui le aziende ricorrono anche a risorse provenienti dall’esterno (acquisizione startup e know how di ricerca da università leader), si sta diffondendo sempre più. Secondo una recente indagine condotta da Accenture, stimolare la collaborazione tra aziende e player dell’innovazione può generare in tutto il mondo una potenziale crescita di circa 1,5 trilioni di dollari, pari al 2,2% del Pil globale, e solo in Italia può valere un incremento di
35 miliardi di euro (l’1,9% in più del Pil). Inoltre, oggi gli investimenti nei territori devono generare un impatto onnicomprensivo, valorizzare il ritorno economico e sociale e garantire un efficiente sistema di misurazione delle ricadute in termini di esternalità sulla comunità di riferimento. Al centro anche una nuova cittadinanza digitale in una società “liquida”, frammentata, con pochi punti di riferimento, che richiede allo stesso tempo partecipazione, condivisione, un “esserci” oggi per co-progettare il cambiamento di domani. A partire dalle città!

Sintesi dei risultati
Il tavolo di lavoro “Il domani open: Innovazione sociale e rigenerazione urbana”, ha visto impegnati professionisti del management docenti universitari, rappresentanti del mondo associativo e politico nella co-generazione di proposte di azioni per lo sviluppo – replicabili, innovative e realizzabili – da proporre alle pubbliche amministrazioni, riguardanti i seguenti temi: open innovation, partecipazione, inclusione, design sociale, coliving, architettura paesaggistica, riqualicazione, impact investing. Il tavolo di lavoro è stato sollecitato nell’esprimere dei concetti chiave che raccontassero la propria città ideale.

Le parole chiave del domani open

La grande sfida per il domani open? Per dirlo con una sola parola LA CONNESSIONE:

  • tra il vecchio e il nuovo tramite le pratiche trasversali del riuso;
  • tra le risorse di un territorio, i bisogni e le opportunità tramite visioni, azioni e strumenti sistemici;
  • tra chi ha buone idee e chi sa come realizzarle con competenza;
  • tra il valore economico e la cultura per creare capitale e inclusione sociale e urbana;
  • tra ciò che è utile e ciò che eleva l’animo umano, la bellezza;
  • tra anziani e giovani con approcci transgenerazionali;
  • tra ciò che si pensa e ciò che realmente si fa collegando pensiero creativo e azioni concrete;
  • tra i decisori politici ed economici e i cittadini tramite la trasparenza, l’informazione, la partecipatazione;
  • tra luoghi, idee, persone tramite una mobilità logistica, sociale e relazionale.

Idee per lo sviluppo del domani open

I poli di competenze
Creazione di Poli di competenze integrati per l’innovazione sociale capaci di: dare maggiore consapevolezza sulle opportunità offerte dalla tecnologia; elaborare nuovi modi di pensare ed organizzare. Nell’ottica dell’integrazione e dalla contaminazione i poli dovrebbero essere co-creati da Pubblica Amministrazione e professionisti (sociologi e mondo delle imprese) nonché coinvolgere il terzo settore. Luoghi in cui si sviluppano idee concrete ma, allo stesso tempo, si genera innovazione sulle metodologie e gli approcci sistemici.

Strumenti per connettere bisogni/opportunità/risorse
Creare strumenti per connettere bisogni, opportunità e risorse in un’integrazione strategica. Si parla delle risorse in una duplice accezione: “avere accesso alle risorse” e “mettere a disposizione le risorse”. Creare, quindi, strumenti per facilitare l’interazione strategica con un focus particolare sulla creazione di relazioni concrete tra cittadini e amministrazione.

Comunicazione, cittadini, politica
Stimolare l’impegno delle amministrazioni nel trovare meccanismi di utilizzo dei mezzi di comunicazione che facilitino l’emersione dei bisogni e delle proposte dei cittadini. Ciò potrebbe realizzarsi ponendo maggiore attenzione alle opportunità date sia dai media tradizionali che dai new media e stimolando la creazione di un canale comunicativo efficace tra cittadini e decisori politici. Stampa, industria e cittadini uniti per comunicare le proprie volontà alla classe politica.

Meno vincoli per il riuso
Agire a livello normativo e burocratico affinché le parti dismesse della città siano liberate da vincoli funzionali e di densità. Ossia eliminare gli ostacoli che ad oggi intralciano la rigenerazione urbana e il riuso di edifici e complessi dismessi, con particolare riferimento alle ex zone industriali. Iniziative in questo senso consentirebbero di: ridurre l’effetto “finestre rotte”; ridurre i consumi energetici; riqualificare spazi comuni creando opportunità di co-housing e co-working

I luoghi dell’anima
Identificazione di luoghi “espressione del passato” che possano essere riqualificati in relazione alla creazione di capitale sociale e generazionale. Un modo per connettere diverse generazioni utilizzando proprio il concetto del riuso: un vecchio luogo animato da nuove attività sociali. I luoghi dell’anima potrebbero essere tutti quegli spazi fisici che le amministrazioni mettono in mano alla cittadinanza organizzata (associazioni, fondazioni etc.) con il vincolo di realizzarvi all’interno
iniziative sociali e intergenerazionali.

Mobilità sostenibile
La mobilità è un tema complesso ma non può essere affrontato se non con piccoli passi. È necessario avviare iniziative di pianificazione e gestione integrata del trasporto su ferro e gomma sfruttando al meglio le opportunità della tecnologia. Creare, dunque, progettualità tese ad una migliore pianificazione locale del trasporto affinché si possa: migliorare l’offerta per il cittadino; ridurre il traffico; ridurre l’inquinamento.

La sintesi proposta dal rapporteur (a cura di Mario Mantovani – vicepresidente Manageritalia)
Il rapporto tra Istituzioni e cittadini impegnati nella rigenerazione urbana passa attraverso una serie di fasi o di momenti:

1. Il cambio di paradigma: riuso e riconversione infrastrutturale
Il tema del riuso è centrale. È opportuno lavorare per far entrare il termine riutilizzo nella legislazione locale e nazionale, uscendo dalla logica del consumo permanente del suolo, degli strumenti della destinazione funzionale o delle volumetrie. Bisogna ripensare nuovi paradigmi a cui far seguire strumenti innovativi per riconvertire le aree degradate delle Città. La riconversione infrastrutturale è una delle possibili coniugazioni operative di questa nuova dimensione di rigenerazione
urbana. In particolare: a) riutilizzo dei binari dismessi per nuove forme di mobilità sostenibile in città b) recupero del patrimonio pubblico edilizio per l’innovazione sociale
2. La partecipazione civica: “esserci” insieme per un futuro condiviso
Le nostre Città non possono cambiare volto solo attraverso investimenti e infrastrutture. Le Città vivono di coesione tra le persone e di capitale umano che deve crescere tramite l’adesione dei cittadini ai progetti di rigenerazione. Sentirsi parte del cambiamento e non solo destinatario. Bisogna quindi ragionare su nuove forme di coinvolgimento ed “engagement”
delle persone, abbandonando la logica binaria antagonista tra chi “decide” e chi si “oppone”. Sono quindi necessari differenti meccanismi partecipativi, ad esempi quelli rappresentati dal volontariato che valorizzano
la partecipazione, per cui ciascuno ha un proprio ruolo, sentendosi parte del cambiamento e della progettualità, prevedendo altresì meccanismi di inclusione sociale dei soggetti deboli.
3. La progettualità e l’accountability quale condizione della partecipazione
La partecipazione spontanea, improvvisata, non basta. È necessario che le amministrazioni agevolino i processi di “progettazione partecipata”, creando le condizioni affinché si connettano: competenze tecniche della progettazione partecipata, risorse economiche, buone pratiche sperimentate, iniziative tutte misurabili sotto il profilo dei risultati e con leader responsabilizzati sul progetto.
4. La piattaforma delle opportunità
Il modello di riferimento è quello della piattaforma, aperta e inclusiva. Guardare al rapporto tra Noi (cittadini) e le Istituzioni come al modello economico di domanda/offerta/condivisione. In quest’ottica si può pensare ad una piattaforma di opportunità dove ci sono risorse economiche alle quali accedere, capacità di fundraising, immobili, imprese, cittadini che progettano e co-progettano. La finalità è quella di attivare le abilità progettuali e stimolare processi di aggregazione e di partecipazione consapevoli basati sul “co-design”. Il pubblico fornisce l’algoritmo; gli attori della città interagiscono tra di loro in maniera partecipativa per co-generare progetti evolutivi delle periferie e dei centri urbani.

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