Quanto vale la Pasqua in termini di consumi? È una quantificazione difficile, sia perché il mercato viene “bruciato” nell’arco di pochi giorni sia perché i prodotti in gioco sono molteplici (uova, colombe, carni, cibi tipici ecc.). Di fatto, secondo quanto rilevato dal Codacons, per quest’anno il giro d’affari complessivo dovrebbe superare quota un miliardo di euro, registrando una leggera crescita rispetto al 2015.
A farla da padrone sono i dolci tradizionali, a partire dalle uova di cioccolato e dalle colombe, le cui vendite si dovrebbero attestare intorno ai 58 milioni di pezzi. Del resto, per rendersene conto basta dare un’occhiata al supermercato, dove troneggiano uova di ogni dimensione e colombe in innumerevoli varianti. Senza contare l’offerta delle pasticcerie, che puntano sulle creazioni artigianali.
Attenzione però: sempre più consumatori preferiscono realizzare da soli i dolci per il periodo pasquale, magari puntando su quelli della tradizione locale. È, questo, un trend in crescita (+14%) per almeno due motivi: da una parte il risparmio economico, dall’altra parte la certezza di sapere che cosa si sta mangiando. Per non parlare della soddisfazione di portare in tavola (o di regalare) un piatto preparato con le proprie mani.
Nel complesso, il 38% degli italiani spenderà, per gli alimenti pasquali, intorno ai 100 euro, mentre il 35% non supererà i 50 euro (fonte: Confesercenti-Swg). Ovviamente la cifra può variare in maniera significativa in funzione di una serie di elementi: dal luogo di acquisto (le pasticcerie hanno un posizionamento di prezzo più elevato) alle modalità di svolgimento del pranzo di Pasqua e di Pasquetta. Non va infatti dimenticato che molti italiani trascorreranno fuori casa le vacanze.
Le ultime stime di Federalberghi dicono che saranno quasi 10 milioni le persone in viaggio da venerdì a lunedì. Si tratta del 7% in più rispetto alla Pasqua dello scorso anno. Segno che, almeno per il momento, gli eventi di Bruxelles non hanno condizionato la nostra voglia di viaggiare.
