Recovery Fund: ossigeno per il turismo?

I dieci progetti del Mibact per supportare un settore chiave per il nostro paese

Il Fondo europeo per la ripresa post-Covid vale ben 750 miliardi di euro (390 miliardi a fondo perduto e 360 miliardi prestiti a basso costo concessi dalla Banca Centrale Europea). Questi sono i soldi che l’Unione europea mette a disposizione dei 27 paesi membri per rilanciare le loro economie dopo il travolgimento della pandemia che ha messo in ginocchio migliaia di attività. Le risorse saranno distribuite nel 2021 e avranno un ruolo cruciale per l’economia di ciascun paese.


209 MILIARDI DI EURO DESTINATI ALL’ITALIA E IL PIANO DA CONCORDARE
La Commissione europea, con il benestare del Consiglio europeo straordinario, ha promosso lo strumento del Recovery Fund per andare in soccorso dei paesi membri dopo il “cataclisma” coronavirus. Nello specifico, il budget destinato all’Italia ammonterà a 209 miliardi di euro, di cui 81,4 miliardi saranno finanziamenti a fondo perduto e 127,4 miliardi saranno prestiti della Bce; ulteriori sussidi potranno derivare da React Eu (l’assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa), Just Transition Fund (lo strumento che sostiene il passaggio verso la green economy) e lo sviluppo rurale. 

La commissione presieduta da Ursula Von der Layen ha invitato tutti i paesi europei, e dunque anche l’Italia, a inviare i piani di ripresa e resilienza (Pnrr) entro aprile 2021, sollecitandoli però ad anticiparli già ad ottobre e aggiungendo che i piani andranno comunque concordati passo passo con le autorità comunitarie. La Commissione europea si riserva un massimo di 8 settimane per esaminare il piano di ciascun paese e sottoporlo alla Commissione Ecofin, la quale provvederà all’approvazione con maggioranza dopo 4 settimane. Questi sono gli step della corsa ai fondi europei, pertanto, facendo due calcoli, dalla presentazione dei piani di ripresa e resilienza alla prima erogazione dei fondi (10%) passeranno certamente 3 mesi (aprile-giugno), che tradotto ulteriormente significherebbe ricevere il denaro nel primo semestre 2021.


LE LINEE GUIDA DI BRUXELLES 
Al fine di redigere Pnrr adeguati, concreti e pertinenti, la Commissione europea ha elargito delle linee guida di cui i governi nazionali dovranno tenere conto. Ecco le indicazioni principali: 
• produttività, equità e stabilità macroeconomiche;
• sostenibilità ambientale (seguendo la traiettoria già tracciata dall’European Green Deal);
• il 20% degli investimenti deve essere destinato alla transizione digitale;
• almeno il 37% deve rivolgersi alla green economy.

Guardando a casa nostra, così come ha sottolineato Bloomberg, nessun governo italiano si è mai ritrovato con una tale disponibilità di denaro come quella che avrà fra le mani il governo Conte per risvegliare un’intorpidita economia italiana. Tuttavia, se quel bel tesoretto, diviso fra risorse a fondo perduto e prestiti a basso costo Bce, verrà speso in maniera irresponsabile, potrebbe essere la più grave occasione mancata per la rinascita del Paese dal secondo dopoguerra, un fallimento che potrebbe scottare per generazioni. Ma vediamo a che punto stanno le cose.


LA BOZZA DI CONTE
Lo scorso 15 settembre il presidente Conte ha presentato alle Camere una prima bozza del piano di ripresa e resilienza ed entro i primi di ottobre Camera e Senato dovranno pronunciarsi con suggerimenti ed eventuali orientamenti. Sono 558 in totale i progetti proposti da tutti i ministeri e di questi solamente 10 sono stati avanzati dal Mibact. 

In generale le principali priorità sono state date a:
• la proroga di tre anni per superbonus del 110% e sisma bonus; 
• la proroga di 5 anni per il piano 4.0; 
• la detassazione degli aumenti delle buste paga dei lavoratori dipendenti; 
• lo stop all’uso del denaro contante; 
• la riforma della riscossione; 
• la riforma della sanità; 
• la green economy; 
• la tecnologia di rete mobile 5G. 

Il governo presenterà il Pnrr all’esecutivo europeo suddividendo i progetti in cluster e insieme al documento programmatico di bilancio. Una volta ottenuti i finanziamenti, se l’Italia non rispetterà la tabella di marcia dichiarata, questi verranno interrotti.

7 MILIARDI PER SUPPORTARE DIECI PROGETTI STRATEGICI PER IL RILANCIO DEL TURISMO 
Andando più nello specifico, il Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo ha avanzato 10 progetti per un ammontare di 7 miliardi di euro (su un totale di 209 miliardi):

1. piano per la digitalizzazione del patrimonio culturale;

2. piano straordinario di efficientamento energetico dei musei e dei luoghi della cultura; 
3. piano messa in sicurezza antisismica degli edifici di culto; 
4. sistema nazionale integrato di monitoraggio e prevenzione dei rischi per i siti e luoghi della cultura italiani; 
5. internazionalizzazione cinema e audiovisivo: potenziamento; 
6. piano nazionale borghi – riqualificazione centri storici, borghi, aree interne e patrimonio rurale; 
7. potenziamento contributi a proprietari privati per restauro beni culturali 
8. decontribuzione lavoratori turismo; 
9. investimenti per il turismo. Digitalizzazione e ammodernamento agenzie di viaggio e tour operator; 
10. rete nazionale 5G. 

Il ministro Franceschini e la presidentessa Von der Leyen si ritrovano d’accordo nell’affermare che il settore culturale e turistico sia di fondamentale importanza per la ripartenza, sottolineando quindi che una quota importante dei miliardi destinati all’Italia dovrebbero essere indirizzati all’ambito culturale e turistico: due settori che possono essere il cavallo trainante di una nuova rinascita economica. Tra le proposte del ministro Franceschini ci sono anche la riqualificazione del patrimonio industriale, la promozione di un turismo lento e dei cammini, e la formazione turistica.


Un’occasione imperdibile  
Presentare sul tavolo della Commissione europea un piano di rilancio concreto e sostenibile è la più grossa prova che si trovi a superare il governo Conte. Tutti sanno che è un’occasione imperdibile per uscire da un lungo periodo di stagnazione per il nostro paese e come afferma Giovanni Orsina, politologo della Luiss, purtroppo la “nostra” fama ci precede: i politici italiani hanno più convenienza nel portare a termine progetti di breve gittata per potersi assicurare popolarità e potere piuttosto che portare a termine progetti di lunga scadenza che ci porterebbero ad un vero cambiamento di rotta e ad essere maggiormente competitivi. Vincenzo Spera, presidente di Assomusica, rivendica la necessità di porre l’attenzione sul settore creativo e musicale duramente colpito dal periodo pandemico e bisognoso di risorse per non perdere un importante numero di figure professionali specializzate. Poiché l’arte è dove ci rifugiamo nei momenti più bui e la musica, risuonando da un balcone all’altro, ha alimentato il desiderio di rinnovamento.

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