Skytran e il trasporto pubblico del futuro

Capsule sospese ecologiche per spostarsi in città in modo rapido ed economico

Se proviamo a chiudere gli occhi e a immaginare le città del futuro, uno degli aspetti su cui la nostra fantasia si può sbizzarrire è quello della mobilità. Immagine una capsula confortevole, silenziosa ed ecologica che vi trasporta sospesi nell’aria sopra agli edifici. La startup Skytran è pronta a realizzare questo sogno: non solo un mezzo di trasporto curioso, ma un nuovo modo di concepire l’assetto urbano, attraverso una tecnologia che a lungo termine potrebbe essere applicata ad altri campi.

L’azienda ha sede in un hangar della NASA Ames Research Center, a Mountain View, in California, in piena Silicon Valley (vicino a Google, il centro medico di Stanford e Yahoo!) e su un’area vasta che raggruppa una trentina di giovani startup, una dozzina di università e circa 80 partner. Tutte queste entità hanno due punti in comune: la tecnologia e un contratto di sviluppo con la NASA per una durata più o meno lunga. È proprio qui che una decina di anni fa una certa impresa chiamata Tesla ha fatto il suo debutto.

L’idea è di creare una rete di binari sospesi collegati da dei piloni con capsule che consentono il trasporto da 2 a 4 persone da un punto A un punto B. La navetta, comandata da un utilizzatore tramite un’applicazione, raggiunge la stazione più vicina a una velocità variabile dai 100 ai 200 chilometri all’ora. Le stazioni si possono trovare a livello terra, sospese o nel sottosuolo.

Perché questo sistema dovrebbe funzionare? La risposta è duplice. Prima di tutto perché la tecnologia esiste già e poi perché non costa cara. La forza di Skytran è riassunta in una parola: alluminio. Binari e cabine saranno composti da questo metallo leggero e poco costoso. Solo i piloni portanti i binari avvolti da tubi saranno in acciaio solido. La leggerezza e la connettività dell’alluminio permetteranno alle cabine di spostarsi molto rapidamente e con poca energia poiché il motore potrà funzionare con un’energia equivalente a quella di due fon.

La tecnologia utilizzata si chiama maglev (magnetic levitation): scoperta negli anni 60, non è una novità, ma quella chiamata SMLV include l’alluminio.

Il presidente della società Jerry Sanders ha dichiarato: “L’idea era stata concepita circa 20 anni fa da Doug Malewicki, un ingegnere di Stanford che ha lavorato per le missioni spaziali Apollo. Ci sono voluti due decenni per renderla concreta”.

Fondi privati finanziano la società. Al momento si sa che i costi principali sono quelli per i ricercatori. Tra gli investitori anche l’ex presidente di Google Eric Schmidt, che ha firmato un assegno di 2.5 milioni di dollari.

Skytran ha bisogno di 9 milioni di dollari per la costruzione di 1 miglio (ovvero 1,6 km). Se si pensa che 1 miglio di autostrada costa 40 milioni di dollari e 1 di ferrovie 100 milioni e 1 miliardo per l’alta velocità, la cifra non è così elevata.

L’installazione non richiede l’acquisto di terreno, è solo necessario montare i piloni in altezza e negoziare con le collettività locali. Quanto ai passeggeri, il trasporto in queste capsule dovrebbe costare come circa un biglietto della metro o dell’autobus.

Skytran ha firmato una partnership con Israel Aerospace Industries ed entro il 2017 tre grandi test saranno effettuati in Israele. Negoziazioni sono in corso in Francia con l’aeroporto di Parigi Charles-de-Gaule e il Parc Astérix, a Baltimora negli Stati Uniti e a Tel-Aviv, a Herzliya e Netanya.

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