Sostenibilità: focus con Guido Romano, Cerved Group

Storie, strategie e obiettivi: come declinare nel lavoro le sfide di un futuro sostenibile a livello economico, sociale e ambientale. La parola ai manager e a chi fa l'impresa

Per sostenere lo sviluppo di un futuro davvero sostenibile a livello economico, sociale e ambientale raccogliamo esperienze, storie, risultati e obiettivi futuri dalla viva voce dei manager e di chi fa l’impresa: un modo per andare oltre la CSR, con una forte e diffusa responsabilità a tutto campo. Oggi ne parliamo con Guido Romano, Corporate Communication & Research Director di Cerved Group.

La pandemia ha portato ancora più all’ordine del giorno il tema della sostenibilità: com’è cambiato il mondo della CSR in questi ultimi due anni?
«L’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto – e che continuiamo a vivere – ha riportato la salute e la sicurezza delle persone al centro del dibattito e dei temi operativi. Ma non solo: ha anche spinto e accelerato le riflessioni sulla flessibilità del lavoro e sullo smart working, temi che avranno delle ricadute importanti in termini di investimenti in nuove tecnologie e digitalizzazione. Proprio per quanto riguarda la flessibilità, in poche settimane dall’inizio del lockdown siamo riusciti a raggiungere una copertura del 90% dei dipendenti in smart working».

In cosa consiste il suo ruolo, come viene declinato nel suo settore professionale e quali sono le sfide concrete del suo lavoro quotidiano?
«Sono il responsabile della ricerca e della comunicazione istituzionale in Cerved. La combinazione unica della società, in termini di dati e di capacità di leggerli e interpretarli, ci consente di dare un contributo rilevante al Sistema Paese che va anche oltre ai servizi offerti a banche e imprese. È una responsabilità che sentiamo in modo forte e che abbiamo sintetizzato nel nostro purpose: aiutare il sistema Paese a proteggersi dal rischio e a crescere in maniera sostenibile. La sfida quotidiana è nel tirar fuori questo grande potenziale di sistema, mettendolo a disposizione di tutti gli stakeholder. Oggi i temi ESG rappresentano sicuramente una delle nostre priorità in questo senso».

Quali sono i trend di settore? Quali sfide e criticità, se ci sono state, ha dovuto affrontare la sua azienda?
«Cerved è al centro dei due trend che si stanno delineando: transizione green e digitale. Il nostro approccio data-driven e all’implementazione di tecnologie legate all’intelligenza artificiale, ci consente di aiutare a calare la transizione digitale nelle imprese aiutandole a crescere. La transizione green è un enorme processo che comporta rischi e opportunità. Per ridurre i primi e cogliere le seconde è necessario misurare i fenomeni e Cerved vuole giocare un ruolo proprio in questo senso, ad esempio con i nostri servizi di rating e assessment ESG, che aiutano le imprese a valutare il proprio grado di sostenibilità».

Perché a un’azienda conviene investire in responsabilità sociale d’impresa e sostenibilità?
«Per la nostra organizzazione investire in sostenibilità è necessario non solo per rispondere alle responsabilità che abbiamo verso i nostri stakeholder e per declinare il nostro impegno continuo al miglioramento delle performance (ESG Identity), ma anche per offrire contestualmente servizi e prodotti ad hoc per aiutare il sistema Paese a crescere in modo sostenibile (ESG Offering). Investire sui temi ESG è oggi un driver strategico fondamentale di business».

In concreto, quali sono i principali progetti in tema di CSR e sostenibilità che avete portato a termine negli ultimi anni in azienda?
«Ci siamo molto focalizzati sull’identificazione degli aspetti su cui possiamo generare il maggiore impatto. L’abbiamo fatto attraverso un processo di aggiornamento della materialità strutturato e allargato a una pluralità di stakeholder. Da questi sono derivati i nostri target quantitativi ESG di medio termine, ai quali abbiamo ancorato la remunerazione del management. Allo stesso tempo, anche la nostra offerta ESG è cresciuta tantissimo con i rating, le attività di advisory e molti altri servizi che affianchiamo al nostro ruolo di leadership in Italia nel supportare i clienti nella gestione dei propri rischi e nella crescita sostenibile e data-driven».

Per quanto riguarda il prossimo biennio, in quali obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) la sua azienda sarà coinvolta? Avete già dei progetti definiti su cui intendete impegnarvi?
«Già nel corso degli anni scorsi abbiamo lavorato per identificare i principali SDGs a cui possiamo contribuire, stabilendo un piano strategico di azioni per farlo. In particolare, i nostri target e i principali progetti su cui stiamo lavorando riguardano gli obiettivi: 9 – Infrastrutture resistenti, industrializzazione e innovazione, goal intrinsecamente legato al nostro core business; 5 e 10 – parità di genere e riduzione delle diseguaglianze, ai quali si legano le nostre attività in tema di diversity&inclusion; 13 – climate change, su cui siamo impegnati su più fronti».

Pubblico e privato possono collaborare per raggiungere un obiettivo comune?
«Il successo del Pnrr dipenderà da quanto pubblico e privato saranno in grado di collaborare in modo proficuo, coinvolgendo anche il Terzo Settore. La sostenibilità è una responsabilità, un impegno che richiede la collaborazione e il ruolo attivo di tutti. Lo sarà ancora di più sia alla luce delle spinte che sono arrivate dalla COP, sia in virtù degli impegni presi con il Pnrr. È una strada ben delineata in cui anche come Gruppo vogliamo dare un contributo, soprattutto nell’agevolare la transizione digitale del sistema economico italiano».

CSR e sostenibilità: come capire quando è solo un’operazione di marketing?
«Noi abbiamo scelto di declinare la nostra strategia di sostenibilità in una serie di obiettivi misurabili e volti al medio-lungo termine, sui quali è ancorata la remunerazione del top management. Questo approccio è coerente con il nostro DNA: siamo il principale player in Italia nell’analisi del rischio di credito oltre che una delle principali rating agency. Ciò richiede grandissimo rigore e serietà. In tal senso, ci auguriamo che anche la reportistica di sostenibilità venga maggiormente regolamentata per assicurare comparabilità e sistematicità».

Facebook
LinkedIn
WhatsApp

Potrebbero interessarti anche questi articoli

Cerca