Sostenibilità: focus con Mauro Crisafulli (Moody’s)

Storie, strategie e obiettivi: come declinare nel lavoro le sfide di un futuro sostenibile a livello economico, sociale e ambientale. La parola ai manager e a chi fa l'impresa

Per favorire lo sviluppo di un futuro davvero sostenibile a livello economico, sociale e ambientale raccogliamo esperienze, storie, risultati e obiettivi futuri dalla viva voce dei manager e di chi fa l’impresa: un modo per andare oltre la Csr, con una forte e diffusa responsabilità a tutto campo. Oggi ne parliamo con Mauro Crisafulli, Italy Country Manager di Moody’s.

La pandemia ha portato ancora più all’ordine del giorno il tema della sostenibilità: com’è cambiato il mondo della CSR in questi ultimi due anni?
«Crisi globale, risposta globale. Il cambiamento è stato davvero radicale: da attenzione largamente orientata al profitto e agli azionisti, ad un approccio multi-stakeholder che include gli investitori, i consumatori, i dipendenti, i fornitori e soprattutto la comunità sociale. L’attenzione delle aziende al sociale ha assunto un ruolo impensabile fino a pochi anni fa. Si è creata maggiore consapevolezza, che sta portando alla proliferazione di iniziative individuali, ma anche collettive: istituzioni, governi, banche e imprese sono in prima linea».

In cosa consiste il suo ruolo, come viene declinato nel suo settore professionale e quali sono le sfide concrete del suo lavoro quotidiano?
«Come country manager ho la responsabilità di coordinare l’attività di CSR di Moody’s in Italia. La CSR nei mercati finanziari è legata al concetto di investimenti sostenibili, che sono in grandissima evoluzione».

Gli operatori richiedono sempre più valutazioni di rischi ambientali e sociali, oltre alla capacità di gestirli: per questo ci occupiamo della pubblicazione di score e ricerche ESG, così da fornire nuovi servizi e migliorare la trasparenza nei mercati».

Quali sono i trend di settore? Quali sfide e criticità, se ci sono state, ha dovuto affrontare la sua azienda?
«Nel settore finanziario, banche e investitori sono sempre più attenti agli impatti dei loro investimenti e più selettivi nell’allocazione dei loro portafogli, con attenzione alla sostenibilità e alle caratteristiche ESG delle imprese su cui investono. La sfida per Moody’s è quella di fornire servizi integrati di valutazione dei rischi per supportare queste esigenze e contribuire al corretto funzionamento dei mercati. Moody’s ESG Solutions è stata creata proprio per rispondere a questo bisogno».

Perché a un’azienda conviene investire in responsabilità sociale d’impresa e sostenibilità?
«Il ritorno per quelle imprese che hanno piani lungimiranti è evidente in termini di reputazione, prosperità e crescita. Capacità di attrarre nuovi clienti, investitori e talenti sono aspetti chiave in un contesto di crescente sensibilità dei vari stakeholder su responsabilità sociale d’impresa e sostenibilità. Le maggiori sfide riguardano l’attuazione efficace dei piani e la trasformazione di alcuni business model. L’obiettivo ultimo è quello di far stare meglio le persone in un mondo migliore».

In concreto, quali sono i principali progetti in tema di CSR e sostenibilità che avete portato a termine negli ultimi anni in azienda?
«Oltre alla pubblicazione di score e ricerche ESG, in Italia abbiamo collaborato sul tema educazione finanziaria con SDA Bocconi, CFA Society, Manageritalia e contribuito alla ricerca sul corporate giving con Dynamo. Nel sociale abbiamo avviato una partnership con BancoAlimentare a sostegno delle nuove emergenze sociali legate al Covid e della loro strategia di comunicazione».

Per quanto riguarda il prossimo biennio, in quali obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) la sua azienda sarà coinvolta? Avete già dei progetti definiti su cui intendete impegnarvi?
«Moody’s si sta concentrando su 5 dei 17 obiettivi definiti dall’ONU: parità di genere, sostegno all’innovazione delle imprese, riduzione delle disuguaglianze, lotta contro il cambiamento climatico e partnership con organizzazioni specifiche. In Italia mettiamo a disposizione le nostre competenze a supporto dei mercati, degli studenti universitari e di istituti superiori, e cooperiamo su specifiche iniziative ambientali e sociali».

Pubblico e privato possono collaborare per raggiungere un obiettivo comune?
«Sì, nei settori più strategici sarebbe auspicabile una collaborazione con ruoli ben definiti. Vedo il pubblico nel ruolo di guida e indirizzo e il privato come attuatore e finanziatore. Le dinamiche nel pubblico sono complesse e le risorse sempre più scarse, le imprese hanno invece maggiore potenza di fuoco e flessibilità di azione».

CSR e sostenibilità: come capire quando è solo un’operazione di marketing?
«Maggiore attenzione ai differenti stakeholders significa anche maggiore esposizione alle loro scelte in qualità di clienti, investitori, dipendenti, fornitori o semplici cittadini: nel lungo termine quelle di sostanza e di impatto positivo avranno maggiori possibilità di essere premiate».

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