Terziario: valorizziamolo per far crescere il Paese

Lanceremo il 10 giugno l’Osservatorio del Terziario di Manageritalia per studiare il settore e sviluppare un dibattito sulle potenzialità che i suoi comparti rappresentano per lo sviluppo sostenibile e la competitività del Paese

Il terziario, o settore dei servizi, deriva la sua denominazione dal fatto di essere quello che si è sviluppato per terzo ed essere tutto quello che non è agricoltura, primario e industria, sviluppatisi, appunto, per primo e secondo. Oggi il terziario in tutte le economie più avanzate è quello più vario ed evoluto e ha il peso maggiore in termini di pil (80%) e occupati (70%).

In Italia è un po’ bistrattato e un po’ arretrato. Bistrattato perché spesso è stato ed è tuttora residuale rispetto all’industria, sia nel dibattito che nelle azioni istituzionali e di politica economica. Arretrato in alcune sue parti, e questo è vero, ma spesso figlio di quell’italica debolezza fatta di microaziende prive di capacità di competere e stare sul mercato in un’economia globale della conoscenza, dove servono sempre più knowhow, managerialità, innovazione… Tutte caratteristiche necessarie a raggiungere una dimensione più ampia e, quindi, come un cane che si morde la coda, ampliare quei fattori competitivi.

Un fenomeno proprio dell’industria, ma ancor più del terziario, e ben inquadrato nelle considerazioni finali del governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco, pochi giorni fa: “Il numero di microimprese con livelli di produttività modesti rimane estremamente elevato, mentre è ridotta la presenza di aziende medio-grandi, che pure hanno un’efficienza comparabile a quella delle maggiori economie a noi vicine. Nei servizi non finanziari le imprese con meno di 10 dipendenti impiegano quasi il 50% degli addetti, il doppio che in Francia e Germania”.

Entrando ancor più nella cronaca, è sotto gli occhi di tutti che oggi parlare in modo netto e divisivo di agricoltura, industria e servizi ha sempre meno senso perché l’economia reale presenta una sempre maggiore interconnessione, sinergia e indistinguibilità tra i settori.

Perché ormai prodotto e servizio agli occhi del mercato e del consumatore sono sempre più spesso indistinguibili e, ancor più, perché le interrelazioni sono fortissime e in aumento. Anche l’auto, prodotto industriale per antonomasia, diventa sempre più oggetto di accesso che di possesso e la componente di servizio nell’acquisto e utilizzo sempre più importante.

Allora, è arrivato il momento di uscire da questa impasse, anche culturale, che immagina una contrapposizione tra i settori, soprattutto tra industria e terziario, anzi, è ora di capire che c’è un’interrelazione netta e in forte crescita e determinante per il nostro sviluppo.

Come l’economia, il Paese e tutti noi abbiamo bisogno delle donne e dei giovani per crescere e per questo dobbiamo dare loro non tanto quote ma uguali condizioni di partenza e opportunità, questo, naturalmente, vale anche per il terziario. Magari cominciando a discernere meglio i settori e i business che lo compongono, a non fare di ogni informazione un fascio che affoga nelle medie del pollo di Trilussa le diverse realtà. Capendo che terziario non è solo il turismo, ma è anche tutto il comparto pubblico, che tra attività immobiliari e servizi di informazione e comunicazione c’è una bella differenza.

Anche per questo nasce l’Osservatorio del Terziario Manageritalia. Per sviluppare un dibattito con istituzioni, business community e società sul ruolo e sulla rilevanza del terziario nell’economia italiana. Le analisi dell’andamento dei settori dei servizi evidenziano infatti le opportunità che essi rappresentano per lo sviluppo sostenibile e la competitività dell’Italia.

Il progetto è promosso da Manageritalia e per lo sviluppo dell’attività di analisi e le pubblicazioni l’Osservatorio si avvale di volta in volta dell’expertise di prestigiosi centri di ricerca ed esperti a livello nazionale e internazionale, alcuni dei quali compongono il comitato scientifico.

L’Osservatorio sviluppa analisi, ricerche, sondaggi, pubblicazioni, dibattiti, convegni sul settore terziario dell’economia italiana, attraverso la valutazione dell’andamento dei vari settori, con particolare enfasi sulle potenzialità che essi rappresentano per lo sviluppo sostenibile e la competitività del Paese.

Un’anteprima su quello che scopriremo giovedì 10 giugno (11-12 online sul canale YouTube Manageritalia), nella prima uscita pubblica dell’Osservatorio, sfata già alcuni stereotipi.

Infatti, il terziario, che oggi in Italia pesa il 74% del pil (80% Usa e Francia), nel decennio pre-pandemia, pur mostrando un tasso di crescita medio annuo (0,3%) superiore a quello complessivo dell’economia italiana (0,15%), ha mostrato una crescita più lenta di tutta l’Eurozona. Nell’intero decennio la quota del terziario sul pil è di conseguenza cresciuta di oltre l’1,5%, poco sotto il guadagno di quota registrato in ognuno dei tre decenni precedenti (circa 2% a decennio). Anche nel 2020 il settore del terziario nel suo complesso ha continuato a guadagnare quote di pil, avendo registrato una decrescita pari a -8,1%, a fronte di una decrescita del -8,6% del valore aggiunto nazionale.

Questo e tanto altro scopriremo insieme il 10 giugno con il primo report dell’Osservatorio del Terziario Manageritalia – grazie anche ad analisi di Oxford Economics e BCF – che si concentra sull’andamento del settore dei servizi in Italia dal 2010 a oggi e sull’anno di emergenza Covid, enucleando punti di forza e di debolezza determinanti per valorizzare il terziario e far crescere il Paese. Tanti gli stereotipi che cadono davanti a un’inedita e profonda analisi di produttività, interdipendenza e contributo al valore aggiunto degli altri settori e export.


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