The great Metaverse: è questo il vero reset?

Secondo le previsioni di Bloomberg, il Metaverso raggiungerà gli 800 miliardi di dollari entro il 2024 e questo creerà complessità inaspettate in termini non solo di affari ma anche di governance, etica, effetti sociali e industriali.

A differenza di Second Life, il Metaverso è qui per restare? Forse sì, se diventa il nostro universo di riferimento per il ripristino sostenibile. Chi, come me, ha avuto un po’ di tempo e pazienza per ascoltare quello che dicevano i “ragazzi” del World Economic Forum, tenutosi a Davos dal 22 al 26 maggio, ha ora un quadro intrigante e forse chiaro su quelli che possono essere gli obiettivi del Metaverso in termini di governance mondiale.

Certo, bisogna essere disincantati, distaccati e un po’ cinici per ipotizzare il seguente scenario. Dunque, secondo le previsioni di Bloomberg, il Metaverso raggiungerà gli 800 miliardi di dollari entro il 2024 e questo creerà complessità inaspettate in termini non solo di affari ma anche di governance, etica, effetti sociali e industriali. Tanto che il WEF si sbilancia affermando che le vite digitali diventeranno per noi “più significative delle nostre vite fisiche”. Non stupisce quindi che il ceo di Nokia, Pekka Lundmark, affermi sereno che entro il 2030 «gli smartphone saranno impiantati direttamente nel corpo», facilitando sicuramente l’espansione del metaverso. Che al solito dovrà essere inclusivo, sostenibile e sicuro. Dietro le belle parole di circostanza si può però anche leggere altro: infatti, chi governa il mondo sa che abbiamo un problema con il nostro pianeta.

Siamo in troppi, consumiamo troppo e ci muoviamo troppo. Ci vorrebbe solo la metà degli abitanti mondiali, ma siccome la depopolazione è un processo lungo, beh, che almeno metà della popolazione stia ferma e immobile, magari nel Metaverso e con un bel reddito universale per le spese correnti. Ecco, così può funzionare la transizione ecologica.

Ci sarebbe ancora da disincentivare le troppe nascite. Ma anche qui viene in aiuto il Metaverso. Basta puntare tutto sui “Tamagotchi kids”, prole digitale a buon mercato nel mondo virtuale. Benvenuto Matrix, finalmente sei arrivato.

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