Pensioni 2025: tra novità e conferme

Modifiche al sistema pensionistico italiano introdotte dalla legge di Bilancio 2025
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La Legge di Bilancio 2025 apporta alcune modifiche significative al sistema pensionistico italiano, senza però introdurre una riforma strutturale.

Restano invariati i requisiti per la Quota 103: 62 anni di età e 41 anni di contributi, con un calcolo interamente contributivo. Fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia (67 anni) l’assegno non potrà superare l’importo pari a quattro volte la pensione minima (dunque circa € 2.460) e non si potranno cumulare redditi da lavoro dipendente o autonomo (tranne i € 5.000 annui del lavoro occasionale).

Viene prorogata l’Opzione Donna per le donne che raggiungono i 61 anni di età entro il 31 dicembre 2024, ridotti fino a 59 anni per chi ha due o più figli. I requisiti includono 35 anni di contributi, ma l’accesso è limitato a determinate categorie di lavoratrici, come disoccupate o caregiver. L’assegno è calcolato interamente con metodo contributivo.

Confermate anche le condizioni per l’Ape Sociale, che consente l’accesso a una pensione anticipata per disoccupati, invalidi e lavoratori con mansioni gravose. I requisiti richiesti sono un’età anagrafica pari a 63 anni e 5 mesi, unitamente ad un’anzianità contributiva di 30 anni (36 anni per lavori gravosi). L’assegno è calcolato con il sistema misto ma l’importo è limitato ad un massimo (€ 1.500 lordi mensili) fino al raggiungimento dei requisiti per il pensionamento di vecchiaia. Vige il divieto di cumulo con redditi da lavoro dipendente o autonomo, salvo i € 5.000 annui del lavoro occasionale.

Novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025

Venendo alle novità, chi ha iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996 con il regime contributivo puro dovrà soddisfare nuovi requisiti per andare in pensione prima dei 67 anni. In particolare, per l’uscita anticipata a 64 anni i contributi richiesti salgono da 20 a 25 anni (30 dal 2030) e l’importo minimo da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale (3,2 dal 2030). Ciò a fronte della possibilità di cumulare previdenza obbligatoria e previdenza complementare.

Il “Bonus Maroni” per il rinvio del pensionamento è stato potenziato: possono beneficiare della misura non solo i soggetti che raggiungeranno i requisiti di Quota 103 entro il 31 dicembre 2025, ma anche coloro che matureranno le condizioni per la pensione anticipata “Fornero” (42 anni e 10 mesi per gli uomini, un anno in meno per le donne). La quota di contributi che si potrà chiedere in busta paga (il 9,19% della retribuzione di regola) diventa esentasse, a fronte di una riduzione del montante pensionistico.

Infine, gli assegni pensionistici saranno pienamente rivalutati in base all’inflazione (+ 0,8%), con aumenti al 100%, 90%, 75% a seconda dell’importo.

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