La felicità sul lavoro dovrebbe essere una priorità assoluta per tutte le aziende poiché investire sul benessere dei propri collaboratori fa crescere la produttività e, in definitiva, rende la nostra società un luogo migliore in cui vivere. Già, chi è felice sul lavoro sarà un genitore, un amico, un vicino di casa e un cittadino nel complesso migliore rispetto a chi non lo è, più propenso a fare qualcosa di buono al servizio della collettività.
La felicità rende più produttivi, ma anche flessibili, resilienti, creativi, favorisce i rapporti interpersonali tra imprese e persone, tra colleghi, clienti e fornitori.
L’International Week of Happiness at Work nasce sulla base di queste semplici premesse, che non intendono essere parole astratte, ma un invito a impegnarsi attivamente per declinare questi principi nella vita quotidiana delle organizzazioni.
Il progetto è stato lanciato nel 2018 dalle olandesi Maartje Wolff e Fennande van der Meulen, fondatrici di Happy Office, insieme all’argentino Martin Leroy, e ha visto la stesura di un manifesto programmatico.
Allo stesso tempo, si è creato un percorso per diventare un Happiness at Work Expert, chiamato anche Chief Happiness Officer.
Oggi più che mai, durante una fase ricca di sfide legate alla crisi sanitaria, l’iniziativa è decisamente attuale.
L’evento internazionale, quest’anno interamente virtuale, intende essere una piattaforma di condivisione sulle best practice che si possono adottare all’interno delle aziende, con imprenditori e manager in prima linea per facilitare questo cambiamento.
Interventi di esperti, momenti di socialità, riflessioni per i team di lavoro: questo e altro ancora durante l’evento.
Anche l’Italia ha aderito all’International Week of Happiness at Work con una serie di appuntamenti che si focalizzano sulla promozione della felicità negli ambienti di lavoro remoti, con spunti interessanti per chi riveste un ruolo di remote leader.