Durante le belle giornate i padroni di cani ne approfittano per trascorrere più tempo all’esterno con i loro compagni a quattro zampe. In un parco cittadino ieri mi è capitato di ascoltare involontariamente le conversazioni del tutto casuali che in modo spontaneo prendono il via da un complimento o un’osservazione sul cane di proprietà. Tra le tante, mi ha colpito quella di una ragazza e di una signora anziana con al guinzaglio rispettivamente un volpino e un bulldog francese. Mentre gli animali si annusavano, le due donne hanno iniziato a chiacchierare e in pochi minuti la ragazza ha rivelato che stava cercando un lavoro nel settore alberghiero, dopo alcuni mesi di disoccupazione. La signora ha allora affermato che un suo nipote stava selezionando proprio in quei giorni delle persone per ricoprire il ruolo di assistente nella reception di un hotel affacciato sul Lago Maggiore e in pochi secondi le ha fornito il suo numero di cellulare.
Un colpo di fortuna? Può darsi, ma ciò che mi ha fatto riflettere è la facilità con cui i proprietari di cani possono entrare in relazione con perfetti sconosciuti. Oltre ai benefici legati alla salute, in termini di riduzione dello stress e come abbinamento ad altre cure – non a caso la pet therapy è riconosciuta in tutto il mondo – il cane facilita lo scambio e i contatti tra gli esseri umani, in modo immediato e diretto. Abituati a scambiarci messaggi tramite smartphone, siamo sempre più restii a intraprendere conversazioni con gli sconosciuti, per timidezza o perché presi dai nostri pensieri. Ma dobbiamo riconoscere che molto spesso il lavoro si trova in modo imprevisto, attraverso un semplice contatto casuale.
Chi possiede un cane, inoltre, ha solitamente una maggiore fiducia in se stesso e senso di responsabilità, rivelandosi nel complesso più affidabile: non siete d’accordo che anche queste caratteristiche ci rendono più preziosi nel mondo del lavoro?
Ma quando si è in ufficio, poi, chi si prende cura del nostro cane? A questo problema sempre più aziende stanno rispondendo aprendo le porte ai pet dei dipendenti, apparentemente in grado di favorire la produttività.
Per esprimere il nostro massimo potenziale di essere umani forse dovremmo chiedere di più l’aiuto di chi umano non è ma sa, di istinto, ciò di cui abbiamo tremendamente bisogno.