Cosa dire durante un colloquio di lavoro quando non hai terminato l’università?

Evitare il confronto su questo aspetto non trasmette un messaggio positivo e sembra che si voglia nascondere qualcosa

Secondo le ultime statistiche (2016) disponibili della Commissione Europea sul tasso di abbandono universitario, oltre mezzo milione di studenti regolarmente iscritti hanno deciso di abbandonare gli studi rinunciando a conseguire la laurea. Non a caso uno degli obiettivi principali della strategia Europa 2020 è quello di abbassare al di sotto del 10% la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandona prematuramente gli studi o la formazione.

La percentuale relativa all’Italia è del 9%, a fronte della media europea del 6, e di paesi come la Germania sotto il 2%. Tra le motivazioni addotte, il 37% lascia dopo uno o due anni di studi per cercare lavoro, il 28% per delusione verso ciò che si stava facendo all’università e il 18% per vari motivi, come problemi di salute o famiglia. Un restante 10% non specifica le reali difficoltà. Spesso non riuscire a conseguire una laurea viene visto come un fallimento, con in alcuni casi vere e proprie tragedie riportate sui giornali con grande clamore. È normale e giusto che durante un colloquio di lavoro venga specificato se si ha frequentato un’università, impiegando tempo e risorse finanziarie, anche se non si ha concluso il ciclo di studi. Quando un datore di lavoro ci convoca, tendenzialmente dovrebbe avere già un quadro del nostro profilo, ma è probabile che ci chieda espressamente il motivo per cui non ci si è laureati.

Evitare il confronto su questo aspetto o, peggio, mentire sui titoli di studio rischiando pesanti ripercussioni, non trasmette un messaggio positivo e sembra che si voglia nascondere qualcosa. Ma allora cosa rispondere se durante un colloquio di lavoro in fase di selezione ci vengono poste delle domande esplicite su questo argomento?

Motivi economici: se gli studi sono stati interrotti per motivi economici, non c’è nulla di cui vergognarsi, dunque è inutile nascondere che non ci si poteva permettere l’università. Se si intende riprendere gli studi, anche perché questo dimostra determinazione e diligenza. Inoltre in alcuni casi il datore di lavoro può offrire particolari benefit per i lavoratore che intenda studiare all’università (permessi o incentivi).
Motivi familiari: senza entrare nei dettagli, si può spiegare che ci sono stati dei problemi o necessità personali (cura dei figli, un matrimonio/relazione in crisi ecc.), ma che ora sono stati risolti e non interferiranno nel rapporto di lavoro.
Motivi legati alla scelta dell’università: magari la facoltà scelta non era quella giusta per noi e si ha deciso di frequentare un corso più professionalizzante o intraprendere un business. Anche in questo caso la spiegazione può rivelare capacità di autoanalisi, un approccio pratico e spirito imprenditoriale.

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