Future recruitment: come prendere all’amo i migliori talenti

AAA cercasi personale qualificato in zona dequalificata, o quasi

L’impresa è (pare essere) un gioiello, ma ragazzi il luogo (località) un vero disastro. Facile attrarre talenti quando la tua azienda risiede nella baia di San Francisco (ma vanno bene anche Milano o Roma), difficile se sei (per dire) in Abruzzo, magari ad Avezzano. Niente contro il posto, ma vediamo i fatti. Per le piccole e medie imprese in provincia (non importa quanto innovative sulla carta o nei fatti) convincere personale qualificato lì proprio lì non è impresa facile. Non solo in Italia ma ovunque in Europa. È una criticità a cui, per esempio, la stampa economica tedesca ha dedicato inchieste di approfondimento. Se ti chiami Google puoi stare anche al Polo Nord ma se ti chiami Rossi e Associati, beh il discorso cambia.
Ma non tutto è perduto: di seguito in tre mosse alcune utili innovazioni territoriali che attraggono con fatti.

Essere il benessere familiare
Per trovare lavoro bisogna essere disposti a muoversi. Vero, ma chi è molto bravo e sta bene dove sta non muove se stesso e la famiglia così facilmente. Servono attrazioni “accessorie” alla proposta di lavoro che migliorano la qualità della vita, con servizi e opportunità, dei figli e della (del) partner. Soprattutto nella “piccola città bastardo posto”, come cantava Guccini. L’impresa deve attivarsi, anche con altre della zona, per diventare attrazione di nicchia: un laboratorio di innovazione territoriale che sorprende (giusto alcuni esempi) con smart working extraflessibile, spazi di coworking con asilo integrato messi a disposizione dall’impresa o pool di imprese della zona (ad esempio le Box a Berlino) come benefit gratuito per il partner (o familiari); centri di formazione e cura della persona all’interno dell’impresa come l’Health and Education Center della media impresa Groz-Beckert in Germania, oppure con vere e proprie chicche di innovazione culturale come WeGrow, stupendo concept di scuola elementare attualmente in fase pilota a New York e legato al noto network di coworking Wework.

Innovazione sociale e spaziale
Si parla tanto, e giustamente, di innovazione e versatilità degli spazi lavorativi. Bene, allora se volete i migliori (talenti) siate come impresa e territorio i migliori ufficio immaginabili: accoglienti, divertenti, dove lifestyle e workstyle si fondono e disponibili anche per chi non lavora direttamente per voi. Uno spunto può venire da Workero, una startup che in Belgio offre alle società il servizio di trasformare gli spazi inutilizzati in aree coworking aperte ai partner dei dipendenti (magari liberi professionisti), ai giovani e alla comunità locale. Oppure da Coconat, che fonde coworking, ospitalità e tempo libero. Insomma, proposte che rivitalizzano il luogo con un mood collaborativo e creativo. L’altro limite della provincia è spesso la mancanza di un’adeguata offerta culturale e sociale. Anche lì vale la pena di sostituirsi alla politica e alle istituzioni (assenti) e fare sistema con le altre imprese in una logica di distretto non industriale ma culturale, con iniziative anche immobiliari per creare innovative offerte di aggregazione e socializzazione. Non sarebbe compito vostro? Non lo era in passato. In futuro lo sarà sempre di più (vedi Google Campus).

Flessibile, mobile e civile
Avete presente Uber Pool Express, il nuovo servizio a metà tra car pooling, taxi e bus, attualmente in fase di test negli Stati Uniti, che “confeziona” tragitti, tempi e fermate variabili che cambiano a ogni corsa in base agli utenti caricati in macchina? Oppure il servizio navetta Moia, nuovo concept di trasporto on demand del gruppo Volkswagen? Ecco, essere attrattivi a livello locale significa anche offrire innovative e flessibili soluzioni di mobilità? Proprio noi aziende? Sì, proprio voi, o pensate che ci pensa la Provincia e i trasporti pubblici? Poi c’è il tema abitare e vivere. Non si tratta di sostituirsi alle agenzie immobiliari o altro, ma di avviare progetti abitativi innovativi, magari recuperando e risanando edifici abbandonati per trasformarli in nuovi concept di cohousing e condivisione degli spazi anche per i giovani (vedere come ispirazione Yo Company). Insomma, engagement territoriale per migliorare l’appeal della zona.

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Articolo tratto dall’ultimo numero di Dirigibile

Dirigibile è l’inserto di Dirigente – la rivista di Manageritalia dedicato all’innovazione, agli scenari e alle opportunità di un futuro che è già presente.

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