I 4 pilastri della flexsecurity, il welfare della flessibilità

Flessibilità. È la parola chiave per capire il mondo del lavoro oggi. Il mito del posto fisso non esiste più e l’instabilità lavorativa genera disoccupati e panico. Se il mercato del lavoro è flessibile, dobbiamo fare in modo che non lo siano le garanzie e le tutele. Dobbiamo rivendicare un sistema di protezione e di promozione sociale adeguato alla flessibilità: un sistema basato su politiche attive del lavoro e misure di sostegno al reddito. Il modello per lo sviluppo della cosiddetta flexsecurity potrebbe essere la soluzione.

La flexsecurity si basa su quattro pilastri. Eccoli, in breve:

  1. flessibilità contrattuale, che si traduce in contratti di lavoro adeguati alla flessibilità produttiva, e quindi temporanei o a tempo determinato;
  2. life-long learning, ossia formazione in una logica di formazione continua;
  3. sicurezza occupazionale, che si traduce in politiche attive che facilitano la collocazione e l’occupabilità dei giovani;
  4. sicurezza sociale, che si traduce in misure di sostegno al reddito e di protezione sociale.

Ma a che punto siamo in Italia? Forse, dopotutto, qualcosa si sta muovendo. Le politiche attive possono essere l’occasione per ripensare il nostro sistema sociale in vista di un futuro del lavoro migliore?   

Tratto da Nove mosse per il futuro (Guerini Next)

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