Mai più discriminazioni in busta paga!

In questi giorni sul tema è stata approvata la proposta di legge unificata presentata dall'onorevole Gribaudo

La questione dell’emancipazione economica e del superamento del divario retributivo interessa la collettività nel suo insieme, non solo le lavoratrici femminili.

Certamente la mancanza di trasparenza rende più difficile far emergere la discriminazione salariale e senza una legge occorrerebbero 200 anni per arrivare alla parità retributiva.

Questo è un tema di cui si discute molto ultimamente, tanto da essere indicato tra quelli su cui intervenire sul piano legislativo nel Pnrr e, in ultimo, anche nel G20 di giugno.

Il gender pay gap in Italia può pesare fino al 20% in meno sulla busta paga delle donne rispetto ai loro colleghi uomini, fenomeno tanto più grave se si pensa che le donne in media entrano nel mondo del lavoro con livelli di istruzione e apprendimento più elevati.

Colmare il divario retributivo è da anni una priorità anche per la Commissione Europea e finalmente l’Italia pare aver recepito la raccomandazione sulla trasparenza salariale.

Infatti la Commissione Lavoro della Camera ha in questi giorni approvato all’unanimità il Testo Unificato delle proposte di legge presentate su questo tema, come annunciato dalla relatrice del provvedimento, l’onorevole Chiara Gribaudo.

Tra le iniziative di legge considerate, compare anche quella presentata dall’onorevole Alessandro Fusacchia, contenente le proposte avanzate da Manageritalia.

Da diversi anni infatti il nostro Gruppo Donne Manager (Gdm) stava lavorando analizzando dati e confrontando esperienze italiane ed estere per poter superare concretamente la discriminazione salariale.

A febbraio 2019, Il Gdm presentò alla Federazione un progetto che illustrava la situazione della disparità salariale tra lavoratori e lavoratrici in Italia e in Europa, e proponeva un intervento incisivo in ambito legislativo “trovando alleanze forti con cui fare sistema” e scegliendo una posizione distintiva di Manageritalia rispetto al dibattito in corso.

La Federazione, dopo una ricognizione delle proposte legislative presentate fino a quel momento, d’accordo con il Gdm, elaborò un testo legislativo che prevedesse al contempo una funzione di controllo, una funzione sanzionatoria e una funzione premiante per le aziende virtuose.

Una volta definito il testo legislativo lo abbiamo sottoposto prima all’ufficio della Consigliera di parità della Regione Lombardia, che ha dato il suo parere positivo, e poi all’onorevole Alessandro Fusacchia – con il quale da qualche anno condividiamo diverse battaglie legislative, tra le quali quella portata avanti da Prioritalia sull’educazione civica nelle scuole – che ha accolto l’invito con entusiasmo e con senso critico, aggiustando il testo su alcuni punti cruciali.

Finalmente ora il Parlamento ha deciso di occuparsi del fenomeno, per introdurre un meccanismo di trasparenza e garanzia.

Con il suo intervento durante l’iter, la nostra organizzazione ha contribuito a dare concretezza alla nuova disciplina, ottenendo la comminazione di sanzioni adeguate per le aziende che non provvedessero ad assicurare l’equità retributiva.

Senza le sanzioni obbligare per legge le aziende a rendicontare sulla questione retributiva sarebbe rimasta lettera morta.

La proposta di Manageritalia si era basata sul forte coinvolgimento della figura del consigliere/a di parità, un presidio territoriale che abbiamo ritenuto indispensabile per la funzione di controllo e monitoraggio della situazione delle imprese, una “sentinella” utile per far uscire allo scoperto situazioni di disparità salariale tra colleghi uomini e donne e instaurare un colloquio positivo con l’azienda.

Oggi questa proposta di legge è stata abbinata ad altre che erano in discussione presso la Commissione Lavoro della Camera ed è iniziata l’avventura legislativa.

Manageritalia è riuscita a far approvare una sanzione più consistente rispetto a quella irrisoria originariamente prevista e anche a far passare il principio che tale sanzione viene comminata anche nei casi in cui il rapporto verrà redatto in maniera incompleta, per evitare comportamenti tattici da parte delle imprese.

Questo passaggio è importante perché dalle testimonianze raccolte, il rapporto viene compilato dalle aziende spesso in forma volutamente incompiuta, omettendo dati significativi ai fini della rilevazione dei dati.

Noi ci auguriamo che il testo approvato, condiviso da tutti i gruppi parlamentari e su cui si è espresso a favore anche il Governo, abbia un iter veloce e venga definitivamente approvato, prima che passino i fatidici… 200 anni.

Intanto il Gruppo Donne Manager di Manageritalia sta focalizzando l’attenzione su altri e nuovi temi rilevanti sui quali richiamare l’attenzione dei gruppi parlamentari stimolandoli a intervenire. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

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