Manager: le 5 Top skills per attivare il cambiamento

Per partecipare fattivamente all’evoluzione aziendale secondo Intoo, oggi, alle persone servono prima di tutto 5 competenze soft, riconducibili a un mind-set generale, indipendentemente dal ruolo e dall’età, ovvero Elasticità mentale, Resilienza, Proattività, Orientamento al mercato, Autoconsapevolezza

Per tutti i profili professionali l’urgenza di affrontare il cambiamento per seguire l’evoluzione del mercato del lavoro e mantenersi competitivi è reale.

Secondo Intoo, la società di Gi Group leader nei processi di sviluppo e transizione di carriera, è necessario puntare sulla consapevolezza di tutta la popolazione aziendale – dagli operativi ai manager – rispetto ai requisiti richiesti dal proprio ruolo e su una attivazione del singolo per colmare eventuali gap rilevanti, rimanendo in linea con i piani di sviluppo aziendali.

“Bilanci di competenze e sessioni di assessment usati in modo integrato sono gli strumenti che aiutano a verificare l’impiegabilità delle persone e a renderle consapevoli della propria spendibilità, per poi proporre interventi formativi e attività di coaching e counseling mirati all’accompagnamento al cambiamento e in grado di essere recepiti velocemente da persone pronte e disponibili alla sfida. Un modo – commenta Cetti Galante, Amministratore delegato di Intoo – per valorizzare le risorse interne e non disperdere il know-how interno, prima di eventualmente rivolgersi all’esterno”.

In questa prospettiva, per partecipare fattivamente all’evoluzione aziendale, secondo Intoo, alle persone servono prima di tutto le 5 competenze soft, riconducibili a un mind-set generale, indipendentemente dal ruolo e dall’età.

Elasticità mentale per accogliere il cambiamento e riallineare continuamente le competenze alle nuove sfide. È la capacità di modificare i propri schemi comportamentali e cognitivi necessari ad affrontare e risolvere situazioni nuove, di adattarsi in modo positivo e costruttivo alle circostanze, di assumere posizioni e ruoli nuovi o variati per inserirsi in ambiti e contesti diversi da quelli abituali.

Resilienza per essere caparbi nel perseguire il cambiamento continuo e adattarsi al medesimo, facendo fronte anche a situazioni difficili o negative e riuscendo a riorganizzare positivamente la propria vita riappropriandosi di un percorso di ripresa e sviluppo possibile. Si tratta di un processo dinamico e di costruzione che si attua nel corso dell’intera esistenza.

Proattività per ricercare e perseguire soluzioni e risultati concreti e duraturi, percorrendo anche vie non consuete e superando difficoltà, nel canalizzare energie e nell’utilizzare idee ed azioni diversificate efficaci allo scopo, nell’agire e nel fornire contributi assumendosi la responsabilità che il ruolo richiede, allo scopo di migliorare o perfezionare i risultati della mansione, o di evitare problemi, o di trovare o creare nuove opportunità.

Orientamento al mercato per comprendere il proprio ruolo nell’evoluzione del mercato, la sua rispondenza alle esigenze organizzative, al clima, alle scelte e strategie aziendali. La capacità di integrare obiettivi personali con quelli dell’impresa, della propria funzione e del gruppo e tendenza a ricercare e leggere i segnali del mercato come stimoli e opportunità di realizzazione professionale, eventualmente anche in altri contesti.

Autoconsapevolezza per riconoscere e valutare le proprie competenze, non strettamente tecniche, utili e spendibili in contesti vicini o affini. Permette di ristabilire le motivazioni alla base delle proprie scelte, di riappropriarsi di una consapevolezza delle proprie capacità e delle proprie possibilità, dei limiti e degli sviluppi in una condizione di libera scelta e piena capacità di decisione.

“Affrontare in modo pragmatico il tema dell’impiegabilità o employability delle persone rientra in una cultura della programmazione che permette di evitare rallentamenti organizzativi e impatti sui costi – continua Galante –. Secondo l’approccio tipico dei servizi di supporto alla ricollocazione professionale, in questo modo si può favorire la transizione professionale delle persone all’interno dell’azienda, rigenerandole e rimotivandole. Laddove non ci fosse questa possibilità, queste stesse analisi creano le condizioni per supportare al meglio nella trasformazione necessaria anche coloro che dovessero ricollocarsi esternamente”.

Su questo versante opera anche Manageritalia con il contratto dirigenti e altri servizi che offre ai manager associati. Il ccnl dirigenti prevede infatti la formazione continua con il CFMT e l’outplacement in caso di uscita dall’azienda.


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