Un testa a testa tra salario più alto ed equilibrio tra vita privata e lavoro. Quello che i capi del personale chiamano work life balance sta diventando importante tanto quanto una buona busta paga. Questa la fotografia scattata dal “Confidence Index” di PageGroup, società leader mondiale nel recruitment con i brand Page Executive, Michael Page e Page Personnel.
L’indice, che misura la percezione del mercato del lavoro – ottenuto attraverso la somministrazione di 5.593 questionari* ai candidati per opportunità professionali a livello di middle e top management – ha rilevato, nel secondo trimestre di quest’anno, che per i professionisti Italiani in cerca di un nuovo impiego i fattori che maggiormente influenzano la scelta sono un salario migliore (25%), work life balance (20%) e un’azienda che abbia forti valori etici (19%).
Il fattore puramente economico è ancora sul gradino più alto del podio ma, rispetto gli altri Paesi europei, gli Italiani dimostrano di essere molto più attenti anche a quegli aspetti che influenzano e si riversano poi sulla qualità della propria vita privata, diventano quindi elementi indispensabili per la retention delle risorse. Ma come si stanno attrezzando i datori di lavoro e qual è la percezione dei dipendenti? Analizzando i dati della ricerca emerge chiaramente che le aziende del nostro Paese hanno ancora molta strada da percorrere per soddisfare pienamente le richieste e i bisogni di una popolazione aziendale che, come sottolineato, va cercando sempre più un ambiente di lavoro piacevole, sicuro, etico e responsabile e con una buona retribuzione.
Meno della metà degli intervistati (46%), infatti, si dichiara soddisfatto delle condizioni lavorative del proprio posto di lavoro ed è ancora più bassa la percentuale di soggetti che ritiene soddisfacente la propria retribuzione (40%). Ma è il work life balance che registra la performance più negativa, con solo il 35% di dipendenti soddisfatti delle misure attuate dalla propria azienda in un quest’ambito.
“Di fronte ad un cambio di tendenza così significativo e che, a nostro avviso, andrà sempre più aumentando, le aziende devono ripensare soprattutto ai propri modelli organizzativi per rimanere competitive sul mercato e favorire la retention delle risorse”, commenta Tomaso Mainini, managing director di PageGroup. “L’aumento dell’interesse da parte dei candidati verso organizzazioni che favoriscano la conciliazione tra vita privata e lavorativa senza tralasciare l’aspetto etico e salariale è un punto di non ritorno che deve spingere il top management delle aziende a intraprendere un percorso di trasformazione per raggiungere gli obiettivi aziendali, indissolubilmente legati alla soddisfazione dei propri dipendenti”.