3 modi per ricordare un nome e un volto dopo un meeting

Consigli pratici e tecniche di memoria che impiegano le immagini creative

La nostra memoria registra spontaneamente tutto ciò che suscita in noi una forte emozione e che cattura in modo particolare la nostra attenzione, quindi qualcosa che ci coinvolge emotivamente, o che troviamo strano o curioso. Anche memorizzare nomi e visi in un giro di presentazioni diventa subito più semplice se li abbini a immagini creative. È necessario però avere un’immagine già pronta per ogni nome che ti capita di sentire, o quantomeno per i più comuni. Per fare alcuni esempi, potrebbe essere: Luca abbinato al lucchetto; Marco a un arco, o Matteo all’immagine di un matto. Per riuscire a memorizzare nomi e volti dopo un meeting, ad esempio, è importante: 

1) Ascoltare il nome con interesse e attenzione

La prima cosa da fare è quella di ascoltare e porre bene attenzione al nome: è infatti molto importante sentirsi coinvolti nell’istante della presentazione. Qualora una persona pronunci un nome particolare, domanda come si scrive; ad esempio, se si chiama Walter, informati se si scrive con la W o con la V, in modo da prestare attenzione e non subire l’informazione in modo passivo. Questo fa sì che diventi molto più semplice ricordare, perché in quell’istante cercherai di fare delle associazioni mentali.
Nel caso in cui tu non capisca il nome, chiedi di ripeterlo. 

2) Nei piccoli particolari il segreto del ricordo

La seconda cosa da fare è osservare nel dettaglio la persona allo scopo di individuare una caratteristica peculiare in grado di catturare la nostra attenzione. Potremmo essere colpiti dalle sopracciglia, da un neo, da una cicatrice, da un naso particolarmente pronunciato oppure particolarmente bello. Saremo noi a scegliere il dettaglio che ci colpirà.

3) Immagini creative per associare il nome alla persona

Per raggiungere facilmente questo traguardo sarà molto importante costruirsi uno schedario d’immagini collegate ai nomi più ricorrenti. Questo strumento ci aiuta ad avere delle associazioni subito pronte

all’uso che servano a richiamare il nome; ad esempio, per MARCO, potremmo prendere un ARCO grazie alla somiglianza del suono; per MATTEO, potremmo ricorrere all’immagine di un MATTO; per Luca a quella di un LUCchetto; per STEFANO a una STuFA; per MASSIMO a un contagiri a fondo scala, cioè al MASSIMO, oppure a un misurino pieno fino all’orlo mentre, nel caso di ANNA, alla pANNA.

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