La pratica del capro espiatorio è antichissima, documentata nell’Antico Testamento. Si trattava di un rito per cui un caprone era caricato di tutte le colpe commesse dalla popolazione e veniva poi sacrificato allontanandolo nella natura selvaggia e buttandolo poi da una rupe. Il capro quindi, facendosi carico di tutte le colpe, pagava con la sua vita e liberava la comunità delle sue responsabilità.
Così il gruppo, affamato per la carestia o decimato da qualche malattia sconosciuta, poteva ritrovare il coraggio e provare a reagire a un evento traumatico sconosciuto, la cui motivazione poteva risalire solo all’ira di un dio.
La stessa dinamica si può facilmente rilevare anche negli ambienti lavorativi, dove è inevitabile che nei gruppi di lavoro s’instaurino dei meccanismi di inclusione o emarginazione che si possono concretizzare in azioni e atteggiamenti aggressivi e neganti, caratterizzati spesso da pulsioni disgregative dovute ad aggressività e invidia.
La letteratura scientifica ha individuato cinque diverse tipologie di organizzazione del lavoro nevrotica e malsana che sono a rischio di sviluppare atteggiamenti di “scapegoating” (da scapegoat = capro espiatorio):
- l’organizzazione paranoide, caratterizzata dal timore di essere sempre sotto minaccia;
- l’organizzazione ossessiva, dove le politiche aziendali mirano a controlli esasperanti;
- l’organizzazione isterica, un’azienda impulsiva, con il gusto del rischio e della conquista di nuovi mercati;
- l’organizzazione depressiva, passiva, demotivata, pesantemente burocratizzata;
- l’organizzazione schizoide, dove non si riescono a individuare direzioni stabili di sviluppo e i lavoratori sono sottoposti a continui cambiamenti.
Fino ad oggi il fenomeno del capro espiatorio nelle imprese è stato strettamente legato al fenomeno del mobbing. Questa tendenza ha circoscritto gli studi all’analisi di situazioni estreme e al mondo psichiatrico o della sicurezza. Chi invece si dovrebbe attivamente occupare di questa criticità sono gli esperti di organizzazione, perché ancora oggi la maggioranza delle aziende corre il rischio concreto di emarginare risorse e talenti preziosi e di ridere di loro.
Come dice il grande Arthur Bloch: “In un’impresa, un buon capro espiatorio vale quasi quanto una soluzione”.
Tratto da L’alfabeto del leader – Compedio semiserio per manager colti (Guerini Next).