Appunti di management: 5 hot topics

Uno sguardo ad alcuni trend e temi legati all’evoluzione del mondo del lavoro manageriale secondo autorevoli fonti internazionali

Quali sfide e opportunità per i ruoli manageriali in una fase come quella di oggi contraddistinta da profondi cambiamenti? Vi presentiamo 5 temi su cui avviare una conversazione con la nostra community, tratti dalla newsletter di Workplace Intelligence, a cura dell’autore di bestseller ed esperto di management e leadership americano Dan Schawbel, uno tratto dal Blog di Management di Cegos e uno di Entrepreneur che sintetizza un report del World Business Forum.

La solitudine dei responsabili HR (fonte Workplace Intelligence Newsletter)

Il ruolo dei manager delle risorse umane è determinante nel creare un ambiente di lavoro sano. In un recente sondaggio di isolved, l’86% dei manager HR dichiarano di supportare la salute mentale dei lavoratori, attraverso iniziative concrete (permessi retribuiti, flessibilità oraria, gruppi di supporto psicologico). Ma chi si prende cura di loro? Molti professionisti delle HR lamentano una vera e propria condizione di solitudine: molto spesso non si integrano con gli altri colleghi perché considerati parte del top board, sono inoltre a conoscenza di informazioni riservate che non possono condividere e anche nei momenti conviviali (feste aziendali ecc.) si occupano di organizzare aspetti operativi senza approfittare dell’atmosfera. Infine, devono stare attenti a non adottare trattamenti preferenziali con gli altri colleghi per evitare che questi abbiano vantaggi concreti. In questo articolo, un’analisi della condizione “paradossale” dell’area HR, con alcuni consigli pratici per uscire da una bolla senza tradire il proprio ruolo, oggi sempre più sotto pressione.

Assunzioni skills-based (fonte: Workplace Intelligence Newsletter)

Il trend nel campo delle HR è l’assunzione basata sulle competenze. Si tratta di un approccio nella fase di recruitment che dà la priorità alle capacità e alle conoscenze dei candidati, anziché al loro background accademico e all’esperienza lavorativa stessa. Una prassi sempre più diffusa, come rivela una ricerca di Remote, secondo la quale le assunzioni skills-based sono aumentate del 63% nell’ultimo anno, poiché sempre più datori di lavoro apprezzano maggiormente la capacità di fronteggiare sfide, adattarsi e offrire qualcosa ad alto valore aggiunto, rispetto ai titoli acquisiti e alle possibilità già offerte dalla tecnologia. Un altro studio di SHRM rivela che il 79% dei datori di lavoro afferma che la valutazione delle competenze è altrettanto o più importante di altri criteri di assunzione. Il trend viene anche descritto in questo articolo pubblicato sull’Harvard Business Review. 

ChatGPT in azienda: la produttività cresce (fonte: Workplace Intellingence Newsletter)

Il popolare chatbot basato su un sofisticato sistema di intelligenza artificiale ChatGPT ha raggiunto 100 milioni di utenti in soli due mesi dal lancio e il suo potenziale è particolarmente importante in ambito HR perché consente di far crescere la produttività fino al 40% (studio Deloitte), riducendo i costi. La capacità di ChatGPT di offrire supporto e informazioni istantanee, può liberare le persone affinché queste dedichino più tempo ad attività strategiche e ad valore aggiunto. Il punto è automatizzare attività ripetitive e dispendiose in termini di tempo, come ad esempio offrire informazioni utili e pratiche. Uno studio di Accenture ipotizza un risparmio del 60% sui costi operativi per quelle organizzazioni che implementano ChatGPT.

Preconcetti che ci impediscono di diventare leader (fonte: Blog di Management – Cegos

Esiste una “ricetta” per la leadership? Una formula semplice con slogan ad effetto lascia il tempo che trova, ma senz’altro occorre superare alcuni falsi miti, tra cui 7 particolarmente ostinati: la leadership è innata (se esistono delle caratteristiche della personalità che predispongono alla leadership, queste non predicono affatto l’emergere della leadership stessa, lo sviluppo delle competenze si rivela più efficace per diventare leader); la leadership è prerogativa dei leader e dei dirigenti (non esiste nessuna equazione, il leader pensa alle performance dell’organizzazione in cui lavora, sa definire una visione, rompe le righe e guida gli altri): la leadership si dimostra nei fatti e nell’atteggiamento di fronte ai problemi e ciascun ruolo può dimostrarla; la mia azienda mi impedisce di sviluppare la leadership (se può offrire ostacoli, scarsa formazione ecc., nessuno può impedirci di lavorare su noi stessi); non rientro nel modello di leadership (non esiste un modello unico); può esistere solo un leader in un gruppo (la leadership può essere, al contrario, condivisa); non ho interesse a diventare un leader (dovremmo lavorare sulle competenze relazionali in grado di farci capire cosa significhi veramente essere leader); per me è troppo tardi (nulla di più sbagliato: la leadership prescinde da età, genere sessuale ecc. ma parte da una profonda conoscenza di sé stessi).

Intelligenza artificiale e posti di lavoro bruciati entro il 2027 (fonte: Entrepreneur

Un nuovo rapporto del World Economic Forum, nato da un’indagine su oltre 800 aziende, ha rilevato che quasi 14 milioni di posti di lavoro, ovvero il 2% dell’attuale mercato, potrebbero scomparire entro il 2027, poiché tali ruoli saranno probabilmente sostituiti dall’automazione. Il rapporto ha rilevato che il pensiero analitico è l’abilità più importante per i lavoratori, seguita dal pensiero creativo. Altre ancora, insostituibili dall’AI, sono la resilienza, l’autocoscienza e la curiosità. I dati segnalano che le capacità cognitive e relazionali, o soft skills, hanno un’importanza crescente in un ambiente di lavoro sempre più guidato dalla tecnologia.

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