Comunicazione e comunicatori: a tu per tu con Paolo D’Ammassa

Il Ceo di Connexia si confronta con noi sulle linee guida per chi fa della comunicazione la sua professione. Un approfondimento che si inserisce nell’attività dell’Area Comunicatori di Manageritalia Executive Professional, che ha appena lanciato una survey per fare il punto su prospettive, sfide e opportunità di questo ruolo strategico

All’interno delle iniziative volte a comprendere il futuro della comunicazione e dei comunicatori, l’Area Comunicatori di Manageritalia Executive Professional ha lanciato un’indagine realizzata da AstraRicerche, in collaborazione con COM&TEC e tekom Europe.

Per approfondire prospettive e sfide in questo ambito strategico, abbiamo raccolto il punto di vista di Paolo D’Ammassa, CEO Connexia e Managing Partner Marketing&Communication Lead Retex.

Cosa è cambiato e/o sta cambiando di determinante nella comunicazione oggi e in ottica futura?

I fattori determinati che stanno cambiando la professione del comunicatore sono due. Il primo è legato alla sostenibilità: oggi tutto viene misurato con le tre direttrici ESG, specie per la Comunicazione d’impresa. Il secondo fattore riguarda l’intelligenza artificiale, che ha un impatto enorme sul nostro lavoro, sia nella definizione delle strategie, sia nella produzione dei contenuti testuali e visual. Non bisogna assumere un atteggiamento di difesa: l’IA non sostituirà il comunicatore, anzi avranno successo quei comunicatori che sapranno usarla.

Come cambia il ruolo di chi comunica e lo fa come professione?

Il tema è l’innovazione. Chi non sa affrontare il cambiamento è perduto.

Quali i tre must che un comunicatore di professione deve avere oggi?

Etica, competenza e relazioni. Per competenza intendo aggiornamento e sviluppo di capacità multidisciplinari, perché il comunicatore è un professionista che deve saper gestire processi complessi.

E per “etica”? Si può parlare di etica nella Comunicazione?

Assolutamente sì. Tutto il mondo degli influencer marketing oggi è ancora pieno di frodi sui dati di engagement e sulla misurazione. Oggi si è autoregolati dalla propria etica e dalla propria reputazione, ma è urgente che etica e sostenibilità siano valori della comunicazione.

Cosa serve per valorizzare il ruolo dei comunicatori? La certificazione delle competenze potrebbe essere la soluzione alle “incomprensioni” sull’importanza del Comunicatore nei processi di crescita?

È un argomento complesso ma attualissimo. Oggi esiste la certificazione del percorso di studio, grazie alle Facoltà di Comunicazione, ma non nel mercato del lavoro. Molte professioni sono disciplinate da Albi che prevedono regole in materia di etica professionale e obbligo della formazione continua con crediti. Senza voler ipotizzare vecchi modelli, sarebbe opportuno trovare una modalità per certificare la professione, a tutela dei Comunicatori, a garanzia degli stakeholder.

Di che cosa ha bisogno la community dei Comunicatori per far valere diritti e rappresentanza?

Stabilire un percorso di verifica delle competenze e dei modelli di comportamento professionale. In questo modo potremo far valere i diritti di chi esercita con serietà e produzione di valore la professione del comunicatore.

PARTECIPA ALL’INDAGINE SUI COMUNICATORI

Facebook
LinkedIn
WhatsApp

Potrebbero interessarti anche questi articoli

Cerca