Dal talento al successo

Dalle competenze alla formazione continua: come le soft skill possono essere apprese e sviluppate per raggiungere i propri obiettivi di carriera
soft skills

L’evoluzione continua del mondo del lavoro sta sistematicamente modificando schemi e paradigmi, portando a un cambiamento radicale anche nell’ambito della ricerca: al know-how altamente tecnico vengono spesso preferite le competenze trasversali. In un mercato sempre più dinamico so no la capacità di comunicare, negoziare e collaborare gli elementi fondamentali grazie ai quali plasmarsi a seconda di situazioni e necessità contingenti. Infatti, già nel 2020 il World Economic Forum aveva previsto che entro i successivi cinque anni la maggior parte delle competenze richieste ai lavoratori sarebbero state legate alle soft skill.

Il “mito” del talento

Tale considerazione risulterebbe allarmante se le competenze trasversali si considerassero legate al concetto di “talento naturale”, essendo comune l’idea che le soft skill, a differenza delle sorelle hard, derivino da caratteri innati difficili da sviluppare se non preesistenti. Non a caso si dice che “chi nasce tondo non può morire quadrato”. Il mio proposito principale nello scrivere questo articolo è smentire questa falsa credenza: chiunque, inserito in un contesto favorevole e con studio e costanza, può assumere la forma geometrica che desidera. Espressioni come “quel ragazzo è proprio un talento” o “si vede che hai talento”, sebbene possano essere usate con buone intenzioni, tendono in realtà a sminuire il lavoro di chi le riceve. È come se la sua competenza fosse ascritta alla sorte, ponendo in secondo piano gli sforzi compiuti per raggiungere il risultato. In più, questa mentalità porta a costruirsi alibi che giustificano la mancanza di impegno a migliorarsi, visto che “lui è più bravo di me perché ha del talento e io che non ho questa fortuna non posso farci nulla”.

Come sviluppare le soft skill

Nel mio libro Dal talento al successo, edito da ACS Editore, definisco le soft skill come “l’insieme di tutte le caratteristiche della persona che favoriscono la sua relazione con gli altri”, fornendo gli strumenti necessari per poterle sviluppare. Il ragionamento alla base è semplice: come un ingegnere informatico può sviluppare le sue conoscenze tecnologiche, un manager può apprendere strategie e tecniche per coordinare un team o per stringere alleanze con nuovi partner. È indubbio che ciascuno possieda delle caratteristiche che lo portano a una maggiore predisposizione verso determinate attività, ma è altrettanto vero che il giusto mix tra studio, allenamento e desiderio di migliorarsi può superare ogni limite naturale.

Il potere della formazione

Durante un periodo della mia carriera ho avuto la possibilità di formare contemporaneamente due cugini imprenditori. Il maggiore era sempre stato considerato il “genio”, mentre il minore appariva un po’ meno brillante. Fu quest’ultimo a decidere di formarsi attraverso un master one to one per migliorare il suo public speaking. Conclusa la formazione, i due cugini si trovarono oratori allo stesso evento. Il minore, che aveva investito numerose ore di formazione per prepararsi, fece un discorso appassionato e ragionato che scatenò un fragoroso applauso; il maggiore, di converso, si dimostrò impreparato, riuscendo a improvvisare una discreta performance grazie alle sue doti comunicative naturali, senza però risultare impattante quanto il cugino.

Aprirsi alle competenze trasversali

Questo aneddoto dimostra non solo che la formazione può superare il talento, ma che anche un talento, se non adeguatamente coltivato, rischia di andare sprecato. Appurato che anche le competenze trasversali possono essere insegnate e apprese, sorge spontaneo domandarsi “come”. Tali abilità sono state spesso studiate in modo frammentato, generando una sorta di schizofrenia intellettuale e operativa. Invece di iper-specializzarsi sulla singola soft skill bisognerebbe aprirsi a tutte le competenze trasversali, tenendo sempre bene a mente l’obiettivo relazionale. Gli articoli sul web che classificano le soft skill sono numerosi: l’approccio migliore consiste nell’apprenderle non tanto in base a un criterio di importanza decrescente, ma dalla più semplice alla più complessa, seguendo la propria crescita personale e professionale. Dopotutto, che senso avrebbe formarsi sulla leadership non ricoprendo ruoli di responsabilità?

Un approccio step by step

Meglio dunque procedere per gradi, partendo dalla comunicazione strategica, per costruire relazioni di valore, passando per la negoziazione strategica, funzionale al lo scioglimento di conflitti e, sola mente infine, dotarsi di competenze di leadership per guidare team verso obiettivi comuni. Concludo ribadendo una mia profonda convinzione: il successo è come un seme, portatore di tutte le potenzialità necessarie a trasformarsi in un albero rigoglioso. Perché ciò accada, tuttavia, occorre sia piantato in un terreno fertile, nutrito con la giusta dose d’acqua e coltivato con pazienza, cura e dedizione. Solo così può crescere forte e maestoso.

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