Design Your (corporate) Life

Susan Burnett, Co-CEO di Designing Your Life Consulting, racconta la metodologia DYL e come questa viene applicata dalle aziende per la crescita delle persone. Burnett sarà in Italia dal 27 al 29 settembre a Matera ospite di Linkbeat.
copertina Libro Design your life Susa Burnett

Design Your Life è una metodologia che consente di progettare in modo intenzionale la propria vita. Sviluppata presso la Stanford University, si basa sui principi del design thinking applicati al life design.

È una metodologia utile anche nel mondo del lavoro: nei contesti mutevoli e veloci in cui siamo sempre più immersi, il DYL fornisce un allenamento ai diversi tipi di mindset essenziali per navigare attraverso i cambiamenti e costruire un nuovo sguardo verso il futuro del lavoro.

Susan Burnett parlerà delle diverse applicazioni della metodologia DYL durante il retreat internazionale Design Your Life for women. L’iniziativa si svolgerà dal 27 al 29 settembre a Matera e promette di offrire un’esperienza unica di sviluppo personale e professionale, basata sulla metodologia DYL. Il retreat è organizzato da Linkbeat, l’unica società italiana certificata in questa metodologia, di cui Manageritalia sarà media partner. Co-instructor della due giorni saranno Susan Burnett, Co-CEO di Designing Your Life Consulting, Elena Santambrogio, facilitatrice certificata per Linkbeat e VP People & Culture EMEA di Warner Bros. Discovery, e Francesca Parviero, CEO di Linkbeat.

Le manager associate a Manageritalia potranno partecipare all’evento a condizioni particolari, consultabili all’interno dell’area riservata My Manageritalia > Servizi Professionali > Design Your Life Retreat for Women

In questa intervista, Susan Burnett ci racconta come e perché molte aziende scelgono di inserire workshop di DYL nei propri programmi di welfare, supportando così lo sviluppo dei loro collaboratori e delle loro collaboratrici come leva di crescita per tutti.

Come possono le organizzazioni integrare i principi di “Design Your Life” nei loro programmi di welfare aziendale per migliorare la soddisfazione e il benessere lavorativo complessivo?

«Le aziende con cui abbiamo collaborato hanno utilizzato i workshop di “Designing Your Life” (DYL) in modi diversi, a seconda dei propri obiettivi e priorità. Molte, ad esempio, li hanno scelti per accompagnare le proprie risorse nei progetti di vita personali e professionali: il processo di design è un metodo che aiuta le persone a ideare possibili futuri e a progettare prototipi per testare queste possibilità in modo concreto. In un mondo del lavoro in continua evoluzione, dove i lavori cambiano rapidamente a causa dei progressi tecnologici, avere una cassetta degli attrezzi per costruire continuamente nuove opportunità di carriera è fondamentale per il successo delle persone e delle aziende».

Ci puoi fare altri esempi?

«Altre aziende scelgono i workshop DYL per aiutare le proprie persone a trovare maggiore soddisfazione nel lavoro, riprogettando il proprio ruolo attuale per renderlo più gratificante e, successivamente, supportandole nel formulare richieste che siano vantaggiose sia per il loro sviluppo di carriera che per l’organizzazione.

Altre ancora li scelgono per l’employee engagement: i nostri workshop DYL sono un utile strumento per aumentare il senso di allineamento delle risorse, che con un approccio molto pratico e concreto stimola le persone a prototipare piccoli cambiamenti da introdurre di settimana in settimana per sentirsi più allineate con i propri bisogni e quelli dell’azienda.

Infine, le aziende scelgono il design thinking per supportare le proprie risorse nella gestione dei problemi di integrazione tra vita e lavoro che spesso limitano la soddisfazione e la produttività».

In che modo “Design Your Life” può promuovere la diversità, l’inclusione, l’equità e il senso di appartenenza all’interno del luogo di lavoro?

«In ogni organizzazione con cui collaboriamo, chiediamo alla leadership di poter lavorare con gruppi eterogenei di persone – diverse per genere, cultura, esperienza, funzione, provenienza geografica – includendo anche persone che lavorano a cavallo tra diversi settori dell’azienda. Questo perché crediamo nella “collaborazione radicale” che sfrutta le diverse prospettive per favorire l’ideazione e la soluzione dei problemi.

Le risorse coinvolte nei nostri workshop ci hanno riferito di aver sviluppato relazioni più profonde con i colleghi e le colleghe dopo aver ascoltato cosa li motiva professionalmente, e l’impatto che vogliono avere attraverso il loro lavoro. Ci hanno inoltre raccontato di aver fatto rete con persone che non conoscevano ancora o che avevano incontrato solo durante le riunioni, migliorando la collaborazione professionale».

Come possono i principi di “Design Your Life” facilitare la collaborazione e la comprensione intergenerazionale nei contesti professionali?

«Come dicevo prima, chiediamo la massima diversità possibile nei gruppi di lavoro, inclusa quella intergenerazionale. Ad esempio, abbiamo collaborato con una grande organizzazione che ha riunito collaboratori e collaboratrici over 50 insieme a persone assunte da poco tempo. Si sono incontrati e hanno lavorato insieme per la prima volta nel nostro workshop e, dopo aver condiviso le loro visioni di vita e di lavoro in gruppi misti, un professionista senior ha detto: “Ho appena incontrato questo ragazzo, ed è straordinario quanto abbiamo in comune. Entrambi vogliamo offrire un lavoro di alta qualità, fare la differenza nel mondo producendo cibo sano e sicuro, e divertirci mentre lo facciamo! Chi l’avrebbe mai detto?”»

Come può l’approccio “Design Your Life” essere adattato per le sfide e le opportunità affrontate dalle donne executive

«Lavoriamo ancora in un sistema prevalentemente maschile in cui le caratteristiche della leadership sono state definite prevalentemente da uomini negli anni ’50. Il paradigma deve cambiare, e le donne dirigenti stanno lottando per ridefinire cosa significa essere una leader donna oggi. Gli strumenti di DYL possono essere utilizzati per progettare i ruoli dirigenziali del futuro e il modo in cui si vuole guidare e lavorare come donna in una comunità di altre donne dirigenti. Questa è una svolta di cui ogni donna dirigente ha bisogno».

Con la tua attuale comprensione della metodologia “Design Your Life”, quale consiglio daresti alla tua te stessa di 30 anni?

«Direi alla me trentenne che nessun problema è irrisolvibile. Le direi di non avere così tanta paura del cambiamento e delle pause perché sono una parte naturale del percorso di vita e di lavoro. Le farei sapere che ha strumenti di design per navigare in questo mondo tumultuoso, e le ricorderei di affidarsi sempre alla sua bussola (l’incrocio tra la visione del lavoro e la visione della vita secondo la metodologia DYL) per trovare la strada migliore per lei».

Immagine evento Design Your Life Women's Retreat - Susan Burnett, Francesca Parviero

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