Donne: come arrivare ai vertici

In occasione dell'8 marzo, ci siamo confrontati con 5 donne manager per rompere il soffitto di cristallo e raccogliere allo stesso tempo alcuni consigli utili. Ne parliamo con Serena Bertolucci, direttrice di Genova Palazzo Ducale, Marion Fischnaller, Head of Marketing at Pompadour, Sabrina Mangia, Sales & Marketing Director Mirabilandia, Carla Masperi, amministratore delegato di Sap Italia e Francesca Quondamatteo, finance manager Roland DG. L'intervista integrale sarà pubblicata sul numero di marzo della rivista DIRIGENTE

Lei ce l’ha fatta: è donna e manager, con un ruolo di vertice che fino a poco tempo fa era prettamente maschile. Come ha fatto a rompere il soffitto di cristallo?

Serena Bertolucci (direttrice di Genova Palazzo Ducale): «Ho cercato di investire il più possibile su me stessa, con una curiosità onnivora. Credo che l’avventura lavorativa sia un viaggio, che ho affrontato riempiendo il mio bagaglio di conoscenza, visione, ascolto, relazioni… tutti “beni” che non appesantiscono, ma rendono il percorso più agile. Ho provato ad essere due passi avanti, quando magari le condizioni mi costringevano a farne uno indietro. Però vorrei sottolineare un aspetto: noi non siamo che una scheggia nel soffitto di cristallo, come un piccolo sasso che danneggia il parabrezza; il soffitto sarà veramente rotto quando interviste come questa non saranno più interessanti».


Marion Fischnaller (Head of Marketing at Pompadour): «A dire il vero non ho mai pensato che esistesse un soffitto di cristallo. Penso che dipenda dal proprio mindset e dalle ambizioni e condizioni che ognuno di noi sente nei vari momenti della sua vita, nonché dal fondamentale supporto del partner e della famiglia».


Sabrina Mangia (Sales & Marketing Director Mirabilandia): «Non è stato semplice. Fondamentali sono state la mia famiglia e la mia prima esperienza lavorativa in un ambiente prevalentemente maschile, ovvero nel Campionato Mondiale Superbike. Ma la componente che mi ha davvero dato la possibilità di rompere il soffitto di cristallo è l’azienda in cui lavoro, Mirabilandia: qui sono diventata sales & marketing director all’ottavo mese di gravidanza del secondo figlio. Chapeau a questa azienda che ha creduto in me, mi dato queste opportunità, ha riconosciuto il mio impegno e la mia esperienza».


Carla Masperi (amministratore delegato di Sap Italia): «Non posso dire di aver rotto il soffitto di cristallo, ma di averlo affrontato con consapevolezza e scelte mirate. Ho cercato di avere un percorso coerente con le mie ambizioni e i miei valori, scegliendo ambienti di lavoro dove il merito fosse un principio rispettato e fosse promossa una cultura inclusiva. Ibm, Reply, Ospedale San Raffaele, Sap: in tutte queste realtà mi è stato possibile esprimere il mio vero potenziale, senza dover fingere o recitare un ruolo che non mi apparteneva».


Francesca Quondamatteo (finance manager Roland DG): «La formazione è la base di partenza, poi bisogna cercare le occasioni e volerle veramente. Bisogna essere forti e combattere contro i pregiudizi, a volte anche da parte delle stesse donne».


Cosa deve mettere in campo oggi una donna per farcela? È diverso da quello che deve fare un uomo?

Bertolucci: «Se prendessimo in prestito una metafora dallo sport, basterebbe giocare con le stesse regole. Dimostrare capacità, abilità, progettualità, analisi. È più che mai opportuno, oggi, dire a gran voce che una donna che lavora e ricopre ruoli di responsabilità può essere bella e un’ottima madre; può gestire imprese con modalità e soft skill diverse da quelle di un uomo, ma con risultati ugualmente efficaci. La diversità è sempre una ricchezza».

Fischnaller: «Penso che agli uomini venga data una fiducia implicita mentre le donne, per raggiungere una certa posizione professionale, siano prima chiamate a dimostrare il loro valore. Detto questo, oltre alle competenze specifiche, servono quelle sociali ed emotive, la capacità di adattarsi a un sistema azienda in continuo cambiamento: un buon equilibrio, empatia, coraggio, ottimismo e gentilezza sono caratteristiche d’aiuto».

Mangia: «Perseveranza, coraggio, testardaggine, grande fiducia in se stessa, oltre al giusto carattere per andare avanti e superare i tanti momenti di sconforto. Si può avere la fortuna anche di incontrare persone, uomini, che nell’ambiente di lavoro non hanno atteggiamenti e comportamenti “maschilisti”. Io sono quasi sempre riuscita ad avere buoni rapporti con dirigenti uomini e donne, ma bisogna essere molto tenaci e avere ben chiari gli obiettivi».

Masperi: «Oggi siamo tutti più attenti a valorizzare il talento di ogni persona, che sia quello di genere, dei giovani, di una provenienza culturale diversa ecc. Credo che oggi le donne potrebbero contare su un vantaggio in più: le competenze soft, sempre più richieste nel mondo del lavoro e di cui le donne sono naturali depositarie. Il paradosso è che, però, faticano a valorizzarle. Cosa deve mettere in campo oggi una donna per farcela, quindi? Semplicemente, maggiore autostima».

Quondamatteo: «Serietà, competenza e determinazione. Sicuramente è più difficile rispetto a quello che deve fare un uomo perché si è sempre sotto la lente».

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