Economia della solitudine

Da meglio soli che male accompagnati a meglio accompagnati che solo soli. È la loneliness economy, che promette buoni affari, ma solo se non vi frulla in testa il ritornello esistenziale dei Beatles “All the lonely people, where do they all come from?” (Eleanor Rigby)

Lonely planet: la solitudine dei molti
Nel Metaverso sei sempre più disperso. Non che ci volesse molto. Il digitale isola da sempre, il resto l’hanno fatto l’isolamento e la stupida DAD della pandemia. Le persone sole stravolgeranno i mercati? Alcuni segnali. Il solito “solitario” Giappone funge da apripista con ristoranti che espongono adesivi con la scritta “Robot Friendly”, nel senso di locale che accoglie chi va a spasso con un robot da compagnia, come il robot Lovot (da “Love” e “Robot”), programmato per stimolare l’istinto protettivo del suo proprietario e per emettere rumori di coccole. Niente di nuovo sotto il Sol Levante, ma anche la Cina è sulla strada dell’“economia della solitudine” afferma il Financial Times. In molti Paesi, la popolazione sta diminuendo e invecchiando e questo fa aumentare il numero di nuclei in cui vivono solo una o, al massimo, due persone, alquanto isolate anche dalle relazioni sociali. Ovviamente questo è devastante per la salute fisica e mentale delle persone colpite. Certo, siamo in tanti (miliardi), ma sempre più soli e incapaci di socializzare al di fuori dei social.

Cliente solo? Meglio di un solo cliente 
Come sempre, ogni dramma (in questo caso esistenziale) è anche un programma di opportunità. Approfittare della solitudine? Sta già avvenendo. Le imprese che beneficiano di questo sviluppo includono: servizi di streaming, produttori di giochi per computer e operatori di metaversi e mondi digitali, prodotti e servizi legati agli animali domestici, amici artificiali come Replika e, ovviamente, attività di socializzazione nel mondo reale con piccoli stratagemmi per distinguersi dalla concorrenza. In Olanda, tanto per fare un esempio, la catena di supermercati Jumbo ha introdotto una cassa extra lenta per incoraggiare esplicitamente la conversazione con la cassiera e con gli altri clienti in coda. Lo so, fa ridere o piangere, ma tant’è. Anche l’eccessiva automazione e velocizzazione dei servizi può alla lunga diventare controproducente nell’economia della solitudine. Più tocco umano, insomma.

Umano, troppo umano: nuove strategie 
Sempre più clienti vivono da soli: tutte le aziende devono adattarsi a questa realtà. Ciò significa, tra l’altro, ripensare a ulteriori fasi di automazione. Perché, nella maggior parte dei mercati, i contatti effettivi tra clienti e aziende stanno diminuendo. In passato si ordinava il caffè al banco del bar, ora lo si ordina tramite app e si deve solo ritirare la bevanda. Questo elimina la chiacchierata casuale con la cassiera. A prima vista, il cliente trae vantaggio dall’automazione: non deve aspettare o avere a che fare con un dipendente, magari irascibile. Ma gli studi dimostrano che anche gli incontri umani superficiali aumentano il benessere. Il desiderio di incontri diretti porta a nuove strategie per ripristinare l’esperienza umana.

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