Employability? Questione di mindset e strumenti

Gli incontri su head hunting e networking, strumenti chiave per l’employability, di XLabor e Manageritalia Toscana

Nel mese di aprile Manageritalia Toscana e XLabor, la divisione Manageritalia specializzata nel mercato del lavoro manageriale, hanno organizzato, all’interno di un percorso sulla consulenza di carriera, due incontri dedicati agli strumenti chiave per l’employability dei dirigenti: l’head hunting e il networking.

«L’occupabilità dei manager è un tema chiave per XLabor, che da sempre li supporta nello sviluppo di carriera» ha dichiarato Riccardo Rapezzi, presidente di Manageritalia Toscana «è stato quindi naturale affidarci a loro per questo percorso». «I due appuntamenti sono stati pensati per offrire spunti e riflessioni utili non solo per chi stia valutando nuove opportunità» spiega Mauro Mastrogiacomo, direttore di XLabor «ma anche per fare luce su due temi che oggi sono di grande attualità e che quindi è bene conoscere».

Per gli incontri, fruibili sia in presenza che online, Manageritalia Toscana e XLabor si sono affidati a due relatori di grande spessore: Fabio Sola, direttore di Praxi Alliance, che dal 1966 si occupa di consulenza in vari settori, incluso quello delle risorse umane; Marco Vigini, vicepresidente nazionale di Aidp, fondatore di Bnet2Connect, direttore Permanent Placement a Orienta e autore del libro Networking e Lavoro.

Le opinioni dei partecipanti

I molti partecipanti hanno apprezzato il percorso: a detta di tutti gli spunti di riflessione sono stati utili e per nulla scontati.

«Conoscevo il ruolo di head hunter, ma non avevo idea del peso che queste figure dessero alla qualità della persona; penso che contribuiscano a rendere il mercato del lavoro davvero vivo e interscambiabile» ha raccontato Carlotta Lenoci, HR Consultant. Sul tema le ha fatto eco Guido Mariani, Ceo di Computer Care Srl: «in particolare, è stato interessante scoprire le tecniche di analisi del profilo e d’intervista che gli head hunter usano per ricercare nei candidati le soft skills e le competenze di coaching, oggi sempre più importanti per un manager».

«Anche nell’appuntamento dedicato al networking i relatori ci hanno fornito piccole tecniche molto utili, in questo caso per rendere il nostro network più ampio e dinamico» ha proseguito Carlotta Lenoci. «Una di queste è sicuramente l’invito a mantenere “calda” la relazione con il proprio network» ha dichiarato Matteo Montanari,  Regional Director SEEMEA «così come la necessità di curare la rilevanza ed attinenza dei propri interventi in rete per consolidare la propria reputazione». Guido Mariani, invece, è rimasto colpito dall’efficacia nel networking dei profili cosiddetti giver: «avvalora il principio secondo cui siamo più propensi a dire di sì a coloro dai quali abbiamo già ricevuto qualcosa in cambio».

Allargando un po’ lo sguardo, c’è stato anche chi ha riflettuto più sul ruolo del manager e sul tipo di management che si sceglie di esercitare. È il caso di Francesca Gammino, District Sales Manager di Vodafone Business, che “si porta a casa” la necessità, da parte di un manager contemporaneo, di passare più tempo a parlare con le proprie risorse, lasciando in secondo piano attività più analitiche per dedicarsi maggiormente alla sfera relazionale del proprio ruolo. «È una visione nuova del ruolo del manager rispetto al passato. Peccato che, come Fabio Sola ci ha raccontato, siano ancora poche le aziende in grado di fare proprio questo approccio manageriale. Ci siamo lasciati con un quesito: come stimolare, su questo tema, un cambiamento culturale negli imprenditori?»


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