Felicità e organizzazioni positive: il ruolo dei leader

Venerdì 18 ottobre, dalle 12 alle 13, un nuovo appuntamento del ciclo Friday's Manager, organizzato da XLabor, la divisione del mercato del lavoro manageriale di Managerialia: "Scienza della felicità e delle organizzazioni positive". Un focus su un tema chiave in questa fase di profondi cambiamenti, in cui i manager hanno responsabilità e un ampio margine di azione. Ne parliamo con la relatrice, Laura Torretta, Chief Happiness Officer
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“Scienza della felicità e delle organizzazioni positive: Leader al servizio!”: questo il titolo del prossimo Friday’s Manager, organizzato da XLabor, la divisione del mercato del lavoro di Manageritalia (ISCRIVITI QUI). Al centro dell’appuntamento, che si terrà venerdì 18 ottobre dalle 12 alle 13, presso Manageritalia Liguria (Via C.R. Ceccardi 1/5 Genova), il ruolo di cura affidato ai manager per far convivere produttività e benessere. In un periodo di profonde trasformazioni e sfide per le organizzazioni, l’incontro punterà i riflettori sugli aspetti chiave da tenere in considerazione in questo ambito, offrendo spunti e opportunità di crescita. Due i relatori: Laura Torretta, TrasformAzione Positiva, Chief Happiness Officer e Operatrice Scienza del Sé, e Valerio Natalizia, Managing Director.

Ne parliamo con Laura Torretta.

Cosa si intende per Scienza della Felicità e delle Organizzazioni Positive?

«La Scienza della felicità è una disciplina recente che aggrega tutte le prospettive scientifiche che concorrono a spiegare perché la felicità non è solo un’emozione ma uno stile di vita intenzionale, una competenza che, come tale, va allenata e coltivata… in ogni sistema sociale, comprese le organizzazioni!».

Che ruolo hanno i manager in tutto questo?

«Fondamentale, dato che il 90% lascia il capo, non l’azienda! La relazione con il proprio manager è il driver per ingaggio e sviluppo del potenziale. Innanzitutto è importante che i manager si vedano persone oltre la business card e che capiscano di avere la missione di generare nuovi modelli culturali e di leadership».

Quanto conta la capacità di strutturare una smart organization del lavoro e creare un ambiente felice e positivo?

«Il framework delle organizzazioni positive attraversa le variabili hard e soft. Come per la smart organization, c’è una nuova filosofia organizzativa che include digital e human, con al centro la tecnologia sociale e la cura per le persone. Ci sono moltissime ricerche e best practice che mostrano risultati superiori alle aspettative, connessioni virtuose tra tangible e intangible».

Ci sono anche i manager della felicità? Che caratteristiche ed esperienze devono avere e che sbocchi hanno sul mercato?

«In Italia e all’estero sono nate molte certificazioni di Chief Happiness Officer, questa nuova professione può essere svolta come consulente di processo esterno o strutturalmente inserita in organigramma per dettare il ritmo della Corporate Happiness Strategy. Il mio desiderio è che ogni manager sviluppi le 8 skills del CHO per la crescita sostenibile».

Un’organizzazione e una persona possono essere felici solo dopo aver “riempito la pancia” (raggiunto i risultati ecc.) o possono farlo anche se le cose non vanno bene?

«Tutti noi abbiamo bisogni basici di sopravvivenza che vanno soddisfatti, come ci insegna la piramide di Maslow, ma la nostra società materialistica ed epicurea ci ha fatto radicare la credenza che si è felici se non ci sono problemi, perdendo di vista la soddisfazione dei bisogni evolutivi di autonomia, connessione, realizzazione per essere felici».

FRIDAY’S MANAGER – Scienza della felicità e delle organizzazioni positive: Leader al servizio!
Venerdì 18 ottobre – ore 12-13
Manageritalia Liguria – Via C.R. Ceccardi 1/5 – Genova

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