Correva l’Anno Domini 1994, internet iniziava a fare capolino negli uffici, ma era caro, per pochi eletti e la linea cadeva sovente.
Ai tempi la formazione a distanza era fatta soprattutto con due mezzi: il cartaceo, pagine e pagine inanellate in fil di ferro, e la televisione. Verso le 2 di notte, quando terminavano i programmi nazionali, Nettuno, la rete Rai dedicata all’insegnamento a distanza, apriva le trasmissioni. Ingegneria la faceva da padrona. Professori in giacche Prince of Wales riempivano lavagne di formule. Al di là dello schermo, studenti lavoratori o maturi passavano le loro notti a prendere appunti. Un mondo di carta e tubi catodici. Gli esami si andavano a dare in sede: a Roma, a Torino, a Napoli. Notti e notti insonni si trasformavano in un altro, ambitissimo pezzo di carta: la laurea.
Al tempo ero davvero giovane e lavoravo a Bologna su un programma comunitario di lifelong learning finalizzato alla formazione formatori: grazie al programma campo, le dodici università più antiche della terra, da Bologna a Siena, di qui il nome, a Coimbra, Oxford, Cambridge, Leuven, Salamanca, Leiden, Pavia, Granada e la Sorbona, tra le altre, aiutavano i professori di altre università di un’Europa ancora lontana, Bucarest, Budapest, Lubiana, a formarsi e insegnare a loro volta ai futuri europei di ritorno. Il muro di Berlino era caduto da poco.
L’Unione europea spiegava le sue ali materne verso l’Est liberato, ma i mezzi erano la carta, ricordo ancora i chili di moduli tradotti, fotocopiati e spediti a Nettuno, la rete Rai visibile anche a distanza, nelle onde corte della notte. Sono passati solo 24 anni, che in termini storici sono molto pochi, ma se in un locale non c’è wifi ci sentiamo persi e i nostri cellulari sono dei computer tascabili dove poter scaricare film e, perché no, corsi di formazione: la cultura corre sull’etere. Si può studiare dove si vuole, quando si vuole, con chi si vuole.
Ripetizioni via Skype
Così, mentre i sindacati e buona parte della classe politica italiana vive nel Mesozoico e cerca di accanirsi contro le ripetizioni bloccando i voucher, invenzione illuminata del precedente governo che risolveva in maniera egregia il pagamento in chiaro di chi, ad esempio, dà ripetizioni o fa traduzioni spot, una parte sempre più ampia della popolazione studia su Skype e se deve imparare il tedesco lo fa direttamente con dei madrelingua tedeschi che insegnano dalla Germania. Il processo è semplice. Si può andare via agenzie web, ma è più costoso, o alla vecchia maniera chiedendo ai genitori dei compagni di scuola dei figli o agli amici. Ci si collega in Skype, si capiscono le esigenze, ci si accorda sul prezzo, si fa la lezione online, si paga via PayPal.
Questo apre una possibilità enorme di offerta a chi vuole insegnare e può farlo solo di notte, perché può avere dei clienti su tutti i fusi orari. Se si ha un bambino che deve rafforzare il francese perché continuare a pagare degli italiani che insegnano francese quando si può avere un madrelingua via Skype?
Se devo passare un esame di ammissione in una università estera perché non prendere uno studente che ha fatto i test lo scorso anno e che può farmi del training mirato e nelle ore più comode per me e lui?
Il problema è soprattutto muoversi nella giungla delle offerte e, solitamente, ci si passano i contatti. Al cappuccino dei genitori, al mattino, scopri che ci sono insegnanti madrelingua per ogni materia: scienze, inglese, arte, musica. Non si deve più impazzire a portare i figli a destra e a manca e, soprattutto, si è tranquilli che il metodo sia quello richiesto dalla scuola.
I master via web
Ce ne sono sempre di più e quasi tutte le grandi università offrono corsi online per gli studenti internazionali. Ho un’amica che si è presa un master approfittando della maternità: negli ultimi mesi di gravidanza e nei primi mesi di vita del bambino si dorme pochissimo. Cosa fare? Lei ha iniziato un master e lo sta terminando. Tanto fino ai tre anni dell’infante sono molte le notti insonni: investirle nello studio è ottimo.
Certo, avendo al governo molti non laureati, il fatto che tanti italiani studino e addirittura di notte via web sembrerà loro un qualcosa di molto remoto, ma finalmente abbiamo una maniera per insegnare senza essere stoppati dalla burocrazia italiana e imparare senza dover cercare parcheggio o impazzire con gli orari. E per i test finali i mezzi sono dati anch’essi dal web, così sono standardizzati, e quindi spendibili, a livello mondiale.
Lo studio è già smart e c’è da credere che chi ha imparato ad aggiornarsi così sarà restio a considerare un ufficio e una scrivania come luoghi unici deputati al lavoro. La generazione digitale è pronta a seguire le orme di Erasmo e formarsi cammin facendo, come un tempo gli studiosi da università a università, e ora da sito a sito, fisico o elettronico, sommando, e non sottraendo, sapere ed esperienze in un unicum personale e senza confini.