Future manager – Il mio boss, l’IA
Decide analiticamente, lavora 24 ore su 24, non richiede uno stipendio e non esce mai dai binari (se non per schiantarsi, forse). Fate largo, siamo già all’opera, e da tempo. Iniziamo con Monday Rocks, un’applicazione per la leadership della startup di Düsseldorf che promette di misurare l’efficacia del team e suggerire prestazioni migliori. Molto utilizzato dal settore finanziario (esempio, Deutsche Bank). Poi, proseguiamo con il chatbot Amber, che funge da chief listening officer ed è progettato per scoprire come i dipendenti si comportano nel loro lavoro. Utilizzato soprattutto in Asia e negli Stati Uniti, anche presso Samsung e Lenovo e poi con Hitachi, dove i capi robot e l’IA impartiscono istruzioni di lavoro ai magazzinieri dei centri logistici e, soprattutto, l’IA come capo supremo, o meglio, ceo, come nel caso di NetDragon Websoft, azienda cinese che, nella sua filiale Fujian Netdragon, ha inserito un essere virtuale controllato dall’IA in forma umana (una tale Tang Yu). Per poi chiudere con la Smart Factory di Hugo Boss in Turchia, che dal lontano 2015 è stata trasformata in una “fabbrica intelligente” e oggi praticamente tutti i dirigenti di livello inferiore e medio sono stati sostituiti dall’IA. Non ci sono più supervisori.
Future leadership – L’IA migliore dei dirigenti?
Digital leadership. I superiori digitali sono meglio dei superiori umani. Questo il verdetto di Niels Van Quaquebeke, professore di Leadership and organizational behavior in Germania. Uno psicologo che mette in discussione il ruolo dei manager, ma, non credo, quello degli psicologi. Ecco il suo pensiero, estratto da alcune interviste tedesche in pillole sintetiche. 1) La tecnologia assumerà sempre più compiti di gestione nelle aziende. Gli esseri umani non sono più “the smartest guy in the room”. 2) Sempre più attività possono essere automatizzate. L’intelligenza artificiale non si fermerà nemmeno a livello manageriale. 3) In questa fase, l’IA è uno strumento per i manager, che li supporta e li consiglia nel loro lavoro quotidiano e rende i processi più efficienti. Nel prossimo futuro finirà per sostituirli. 4) Non sono in grado di prevedere quando l’IA sostituirà i manager. Forse fra tre, cinque o dieci anni. In ogni caso, non ci vorrà molto. 5) L’IA sarà presto in grado di svolgere un’ampia gamma di compiti manageriali e, probabilmente, sarà più brava di molti esseri umani. 6) In molti casi, l’IA risponde meglio alle esigenze dei dipendenti e può essere un ottimo coach e motivatore. 7) L’IA conosce bene i profili di tutti i lavoratori in carne e ossa e può metterli in rete tra loro facendoli collaborare. 8) Ovviamente, non mancano i problemi. Gli esseri umani crescono attraverso conflitti e crisi, anche sul lavoro, e l’IA, evitando i conflitti, ci metterà nelle condizioni di farci lavorare nel modo più produttivo possibile. La nostra cooperazione diventerà quindi più piatta, il che non è positivo. 9) L’idea è che l’uomo rimanga il pilota e l’IA lo assista come copilota. In pratica, però, è già evidente che gli esseri umani tendono a seguire l’IA. Commento finale. Suona tutto molto elitario e forse lo è. L’idea non dichiarata è di far fuori, dopo la classe media, anche il middle management. The 1% governance powered by AI.
Future teambuilding – Artificiale pure quello?
Esiste un consenso o, meglio, una pressione emergente sul fatto che i ruoli gestionali tradizionali potrebbero – e forse dovrebbero – essere svolti da macchine dotate d’intelligenza artificiale. Soprattutto dagli esseri umani, che controllano le macchine secondo la formula “decido io del mio futuro (dice il manager), no, decido io del tuo futuro (dice la macchina), no decido io del vostro futuro (dice il potente)”. Tuttavia, la vera leadership, ovvero motivare e stimolare il team, è ancora prevalentemente vista come una prerogativa degli esseri umani. Un sospiro di sollievo. Ma per quanto ancora? Il campanello d’allarme suonato dal paper The now, new, and next of digital leadership: how artificial intelligence (AI) will take over and change leadership as we know it, ci mette in guardia: tutti pensano che il bastione della leadership umana non potrà mai essere superato dall’intelligenza artificiale. Ma forse l’IA, e chi la gestisce, non si fermerà davanti a nulla; anzi, convincerà tutti che la macchina soddisfa meglio i bisogni psicologici dei dipendenti rispetto ai leader umani.