Head Hunting e Networking: la strategia per trovare lavoro

Durante l’ultimo Friday’s Manager, svolto in collaborazione con Manageritalia Toscana, consigli pratici e utili per favorire la nostra employability
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Venerdì 24 maggio si è svolta a Firenze, nella sede di Manageritalia Toscana, la 28esima edizione del Friday’s Manager – organizzato come sempre da XLabor, divisione del mercato del lavoro di Manageritalia – dedicata alla carriera e allo sviluppo professionale dei manager.

 

L’incontro è nato in collaborazione con Manageritalia Toscana. Presente il neoeletto presidente dell’associazione, Marco Zuffanelli, che con Fausto Cremoni, project leader per la Trasformazione del lavoro, ha evidenziato la bontà dell’appuntamento e ha sottolineato come in futuro verranno organizzate iniziative simili.

 

I due relatori, Fabio Sola e Marco Vigini, esperti nel loro campo, hanno condiviso concetti chiave legati ai temi dell’head hunting e del networking. Sono temi legati alla loro professionalità e in cui credono così tanto che ci hanno scritto, rispettivamente, libri dedicati: Lean Recruitment e Il potere delle relazioni.

 

Per Sola, applicare la metodologia lean al recruitment è utilissimo per un manager, che ne trae vantaggio sia come candidato che come hiring manager. Per evitare gli sprechi e concentrarsi sul valore generato, tipico della lean, bisogna agire con trasparenza, generando fiducia e investendo tempo nella relazione con l’head hunter.

 

La gestione del colloquio è fondamentale, bisogna dimostrarsi preparati, ma anche curiosi di approfondire il ruolo offerto.

 

E se il colloquio prende una piega che necessita di improvvisazione? Citando Mark Twain, Sola sottolinea come sia fondamentale la preparazione anche (e soprattutto) per improvvisare: bisogna studiare la realtà aziendale (per evitare allo stesso tempo di trovarsi poi in una realtà “sbagliata” per noi), aver approfondito i requisiti richiesti dal ruolo e prepararsi degli esempi del proprio vissuto.

 

Infine, fondamentali sono le referenze: bisogna sempre lasciare un buon ricordo, soprattutto negli ultimi mesi, magari durante il preavviso, perché gli HH verificheranno il comportamento del candidato chiedendo le referenze all’azienda.

 

L’intervento di Marco Vigini è ruotato attorno ad alcuni concetti chiave legati al networking, sempre in chiave di employability.

 

“Tutto è iniziato mentre collaboravo con il Cfmt. Mi sono reso conto che “manager pesanti”, con grande esperienza, erano in balia di sé stessi nella ricerca di un lavoro, non avendo alimentato altre relazioni rispetto a quelle specifiche per il loro ruolo. Nel momento in cui questo ruolo veniva meno, erano completamente spaesate”.

 

Vigini cita Marissa King (autrice di Chimica sociale): occorre trasmettere un valore nelle relazioni. L’approccio può essere considerato come un’equazione, ha una base “scientifica”.

 

Quali relazioni? Vigini individua tre categorie:

  • I legami forti e fiduciari;
  • I legami deboli e sporadici (il 50% delle posizioni di executive nascono attraverso occasioni sporadiche);
  • I legami dormienti (il patrimonio di legami importanti per un periodo di tempo, oggi fuori dal nostro radar perché abbiamo un “limite neurologico” nel mantenere un gran numero di relazioni).

 

È fondamentale costruire un Networking Action Plan. Tra i consigli pratici, destinare un fondo di networking per le persone “interessanti”, invitandole a pranzo, per un caffè, per raccogliere e scambiarsi nuovi input. E ancora, riattivare i legami deboli con cadenza regolare, attraverso i social, LinkedIn in testa, ringraziare e ricordarsi – sempre – di chi è stato gentile con noi. Seguire e circondarsi di persone migliori di noi che fanno networking, osservandole e assorbendone modalità e approcci.

 

Insomma, un allenamento vero e proprio che richiede “benzina relazionale”, “scambio di valore” e “luoghi di prossimità”, fisici e virtuali (contesti che abilitano le relazioni).

 

Il networking è una metacompetenza che si può e si deve allenare attraverso il Networking Action Plan: il risultato è il frutto dunque di una vera e propria strategia. “La gara è solo il posto dove si ritirano le medaglie, tutto il resto è allenamento”.

 

RIGUARDA IL FRIDAY’S MANAGER QUI.

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Da sinistra, Marco Vigini, Mauro Mastrogiacomo (direttore XLabor), Fabio Sola.

 

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