Hyperloop: la rivoluzione dei trasporti è davvero iper

Dieci anni fa i progetti Hyperloop sembravano idee visionarie, alla Futurama. Oggi, invece, la rivoluzione dei trasporti è alle porte e potrebbe partire proprio dal nostro Paese. Ne parliamo con Bibop Gresta, fondatore Hyperloop Italia

Come sta andando il progetto Hyperloop? Siamo in dirittura d’arrivo?

«Dal 2013, cioè da quando Elon Musk ha rilanciato l’idea di viaggiare in capsule a levitazione magnetica in maniera efficiente dentro un tubo a ridotta pressione, sono nate più di dieci startup, ben finanziate in diversi paesi. Nel 2019 erano stati costruiti più prototipi di sistemi Hyperloop in varie parti del mondo da alcune aziende come HyperloopTT e Hyperloop One. Prima del Covid c’erano 12 progetti attivi in vari stadi di implementazione, che però hanno subito una battuta d’arresto a causa della pandemia. Il 2022 è stato un anno di svolta per il progetto Hyperloop. E questa rivoluzione potrebbe ripartire proprio dall’Italia».

Quali sono i prossimi sviluppi e obiettivi?

«Nel 2020, in qualità di co-fondatore di HyperloopTT, ho deciso di fondare Hyperloop Italia. In poco meno di due anni siamo riusciti a mettere a terra i primi progetti attraverso un’azione di evangelizzazione e di lobbying verso il governo italiano e le regioni più idonee, grazie al lavoro di un team eccezionale e con l’attività specifica di Roberto Minerdo, a capo del public affairs e della comunicazione esterna. Sono nati così due progetti italiani. Il primo in Veneto, con la partenza di un bando emesso da Cav (Concessioni autostradali venete), attraverso un protocollo d’intesa con Regione Veneto e ministero dei Trasporti, con un importo di oltre 800 milioni: prevede la realizzazione di una pista di test e certificazione di un sistema di trasporto per merci e passeggeri ultraveloce e a guida vincolata, in ambiente ad attrito limitato e resistenza aerodinamica controllata completamente sostenibile e a basso consumo di energia. Il secondo in Puglia, per lo studio di fattibilità di un sistema Hyperloop tra il porto di Taranto e Bari. La realizzazione dei progetti consentirebbe di perseguire alcuni importanti obiettivi: dalla riduzione del traffico (in particolare di quello pesante) in circolazione sulla tratta autostradale a quella di tempi di percorrenza e consumi, con conseguente impatto sulla sostenibilità ambientale e sulla sicurezza stradale, fino al miglioramento delle interconnessioni tra le diverse città».

Quali sono le possibili tratte che potranno essere coinvolte in Italia?

«Abbiamo sviluppato un piano industriale che consentirebbe di realizzare 21 linee (5.000 km) per connettere tutta l’Italia. In meno di vent’anni si potrebbe immaginare di percorrere il nostro Paese in meno di un’ora da un punto qualsiasi a un altro. Il progetto prevede lo sfruttamento, dove possibile, dei corridoi “relitto” presenti nella maggior parte delle dorsali ferroviarie e autostradali italiane. Sono corridoi liberi, costruiti prevedendo la futura espansione delle linee e tuttora rimasti quasi inutilizzati: potrebbero rappresentare un’opportunità unica di veloce implementazione di nuovi corridoi Hyperloop, senza il bisogno di lunghi e costosi espropri demaniali».

Hyperloop verrà impiegato principalmente per il trasporto di persone, merci o entrambi?

«Entrambi. Abbiamo previsto Hyperloop all’interno di due tubi di diametro differenti: il primo con diametro di 4 metri per il trasporto di merci più piccole (il formato che entra negli aerei, per intenderci) e per i passeggeri; il secondo con un diametro di 5,70 metri per il trasporto di merci più grandi (i container standard che viaggiano sopra i treni e i camion) e per i passeggeri».

Stiamo parlando di una tecnologia innovativa: quali sono i punti di forza, gli impatti positivi e i nodi ancora da sciogliere?

«L’efficienza, la capacità di trasporto, il costo ridotto e la velocità sono tutti aspetti nei quali Hyperloop risulta assolutamente imbattibile rispetto ai metodi di trasporto tradizionali. L’efficienza energetica è garantita dall’utilizzo della levitazione magnetica passiva per sospendere la capsula, attraverso magneti senza consumi energetici eccessivi e un motore elettrico lineare per spostare le capsule all’interno dei tubi a bassa pressione: il sistema potrebbe avere un impatto ridotto sull’ambiente rispetto ad altri mezzi di trasporto. Le capsule Hyperloop sono progettate, come già detto, per trasportare sia passeggeri che merci, con una capacità di carico fino a 80 tonnellate: ciò potrebbe rendere il sistema particolarmente adatto al trasporto di merci, offrendo un’alternativa veloce ed efficiente ai trasporti su strada o ferrovia. Hyperloop è inoltre progettato per raggiungere velocità estremamente elevate, con tempi di percorrenza di soli pochi minuti per tratte di centinaia di chilometri. Ciò potrebbe rendere il sistema particolarmente adatto ai viaggi di medio e lungo raggio, offrendo un’alternativa veloce ai mezzi di trasporto esistenti, come l’aereo o il treno. Nonostante i vari prototipi costruiti in giro per il mondo, rimane ora da realizzarne uno sufficientemente lungo, in modo da certificare la tecnologia per l’utilizzo commerciale. È per questo che ci stiamo concentrando per realizzare questo obiettivo nei prossimi anni».

La decarbonizzazione dei trasporti è un passaggio chiave per la sostenibilità: la rivoluzione verde passa da qui?

«Ci sono diverse strategie per decarbonizzare i trasporti: aumentare l’uso di veicoli elettrici, migliorare l’efficienza energetica dei veicoli a combustione interna, promuovere l’uso dei trasporti pubblici e creare infrastrutture per la mobilità sostenibile, come le piste ciclabili o i marciapiedi pedonali. Hyperloop potrebbe essere una di queste soluzioni, poiché è progettato per essere altamente efficiente dal punto di vista energetico e per utilizzare energie rinnovabili».

Parliamo di manager e managerialità: qual è il loro ruolo per l’implementazione, la gestione e la comunicazione di Hyperloop?

«Sono fondamentali, che si tratti di Hyperloop Italia o di qualsiasi altra impresa: i manager hanno il compito di pianificare, organizzare, dirigere e controllare le attività aziendali per raggiungere gli obiettivi prefissati. Nel caso di Hyperloop Italia, abbiamo affrontato il problema organizzativo in un modo del tutto nuovo e originale: non con un modello piramidale, ma di crowd sourcing. Abbiamo sostituito la figura del “dirigente” con quella del “contributore”: il nuovo ruolo chiave nell’identificare gli obiettivi a lungo termine del progetto, nell’allocare le risorse necessarie per raggiungerli e nell’assumere le decisioni strategiche per l’avanzare del progetto, non più basato sulle ore di lavoro, ma sui risultati ottenuti. Ognuno di noi partecipa al progetto mettendo a disposizione il proprio know-how e ricevendo in cambio delle share della società, quindi tutti partecipano ai risultati dell’impresa. Anche nella comunicazione abbiamo adottato un approccio innovativo, usando Hyperloop Italia come un vero e proprio media. Grazie all’enorme popolarità che ha conquistato la nostra iniziativa italiana, fin dai primi passi, siamo riusciti a mediare i valori e le opportunità di questa meravigliosa innovazione tecnologica verso grandi fette di pubblico, usando i nostri manager come i principali vettori del messaggio, attraverso azioni mirate di lobbying, interviste, eventi sul territorio, relazioni istituzionali e i social media, senza spendere un centesimo in media tradizionali».



Bipop Gresta, fondatore Hyperloop Italia.

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