I manager e l’innovazione del lavoro

Come sta cambiando il lavoro, anche grazie alla sinergia tra persone, tecnologie e nuove modalità organizzative? L’abbiamo chiesto ai manager con un’indagine di AstraRicerche che fa il punto sul dopo Covid

L’ascolto dei manager sulla trasformazione del lavoro continua. L’ultima tappa, dopo le tante indagini sviluppate prima e durante il Covid insieme a Cfmt, si è svolta lo scorso ottobre, intervistando con AstraRicerche 1.022 manager (dirigenti e quadri) e l’evoluzione in atto esce con contorni ben definiti seppur in continuo mutamento. In tema di innovazione, negli ultimi 3 anni le aziende dei manager intervistati hanno rivolto la loro attenzione soprattutto agli strumenti di lavoro, come software, hardware a supporto dell’attività lavorativa (77,7% molto + abbastanza e 35,7% molto), e al luogo di lavoro (74,4% molto + abbastanza e 34,3% molto; vedi grafico 1).

Ma anche le altre voci proposte hanno riscontrato forte attivazione: strutturazione della sede (molto + abbastanza: 65,8%), organizzazione dei team (65,1%, mentre quella trasversale ai team ottiene il 59,5%), orari e giornate di lavoro (65,1%), processi di lavoro (divisione dei task, contributo di lavoratori e del digital: 61,4%). Insomma, un cambiamento ampio e multiforme che ha i suoi valori massimi nel Nordovest e nel Centro e minimi nel Sud.

Le funzioni aziendali al passo coi tempi

Non sorprende dunque che le principali funzioni/divisioni aziendali che si sono occupate dei cambiamenti degli ultimi tre anni siano il general management (71%), hr/personale e organizzazione (56,3%) e It (42,9%), con le altre dal 25% in giù (e solo l’1,7% ha una funzione dedicata).

Quali cambiamenti nei prossimi 3 anni?

Nei prossimi 3 anni, chi ancora non lo ha fatto concentrerà l’attenzione sui processi di lavoro, ovvero su come si svolgono i task/progetti, quale contributo danno le risorse umane, quale la digitalizzazione o l’automazione ecc. (55,3% molto + abbastanza e 11,4% molto). Al secondo posto troviamo l’organizzazione trasversale dei team e, in fondo alla classifica, il “dove” e il “quando” si lavora.

I benefici

Le innovazioni del lavoro introdotte negli ultimi 3 anni all’interno delle aziende hanno portato diversi benefici, in particolare, benessere ai lavoratori non manager, 66,5% (49,4% al manager che ha risposto all’indagine), un miglior benessere psico-fisico dei lavoratori, 58,9% (miglior clima 57,2%), ma anche una migliore sostenibilità ambientale, diretta o indiretta dell’azienda e dei suoi lavoratori, 64,1%.

Notevoli i risultati per la ricerca, selezione e retention: il 52,2% afferma che ora l’azienda è più attrattiva, mentre il 49,9% che è maggiormente in grado di mantenere all’interno i propri lavoratori, forse anche per il miglioramento in termini di gender gap: 53,8%.

Gli ostacoli

Come tutte le novità, anche i processi di introduzione delle innovazioni del lavoro iniziati in questi anni hanno incontrato molti ostacoli. Ciò viene dichiarato dal 60,3% dei manager intervistati, il 36,2% da parte del management (top 25,2%, intermedio 15,7%) e il 34,7% da parte dei lavoratori (soprattutto prima dell’introduzione, 23,2%, meno dopo, 17,4%).

Sentiment

Ciononostante, lo stato d’animo dei manager che hanno vissuto questi cambiamenti è positivo (molto per il 36,7% e positivo per il 49,8%). Il processo è stato vissuto come momento di crescita anche personale, con speranza, curiosità, serenità e passione. Solo l’8,4% l’ha percepito in modo negativo e i motivi principali sono stati la fatica per il tempo e le risorse mentali dedicate (19,7%) e la delusione per le reazioni di alcune persone (13,6%; vedi grafico 2).

Una lunga strada da percorrere

Per affrontare i cambiamenti, sia quelli già in corso che quelli a venire, c’è però ancora molto da fare. Sebbene il 79,4% dei manager intervistati ritenga di possedere già, personalmente, le competenze giuste per affrontarli, c’è un 65,2% che pensa di poterle ulteriormente sviluppare. Ma, soprattutto, è necessario che vengano sviluppate in azienda perché non ancora presenti (da sviluppare/sviluppare ulteriormente nella propria azienda, 82,1%; presenti attualmente nella propria azienda, 47,3%).

Cosa fare per innovare

Dunque, per il futuro, in azienda serviranno persone dedicate specificamente a questi progetti di innovazione (35,7%), ma per permettere alle persone già in azienda di idearli e gestirli al meglio saranno utili percorsi di formazione/riqualificazione (71,6%). Sono tante, inoltre, le competenze che dovrebbero essere sviluppate per rispondere alle esigenze di continua innovazione, prime fra tutte quelle digitali, informatiche, tecnologiche (61,6%; vedi grafico 3). 



Facebook
LinkedIn
WhatsApp

Potrebbero interessarti anche questi articoli

Cerca