IA: il cuore innovativo di Modefinance

L’integrazione dell’intelligenza artificiale nel business, il ruolo del management, l’impatto sui lavoratori e le prospettive future per offrire un vantaggio competitivo a tutte le aziende. Ne parliamo con Mattia Ciprian, ceo di Modefinance, società specializzata nella valutazione del merito creditizio di aziende e banche e nello sviluppo di soluzioni di IA per analisi e gestione del rischio di credito
Modefinance

Cos’è l’IA oggi per Modefinance?

«Nato come spin-off universitario, Modefinance ha da sempre approcciato i temi dell’IA e del machine learning come strumenti utili al servizio dell’analista finanziario. Questi strumenti sono fondamentali e trasformativi per migliorare i processi decisionali, ottimizzare le valutazioni del rischio e offrire servizi precisi e tempestivi. La nostra metodologia di valutazione del merito creditizio, More, utilizza algoritmi multi-obiettivo e multidimensionali per aggregare in modo coerente gli aspetti quantitativi, qualitativi, economici e finanziari dell’azienda esaminata, consentendo valutazioni approfondite. Inoltre, grazie all’IA, Modefinance può analizzare grandi quantità di dati in modo accurato, migliorando le valutazioni di credito e fornendo strumenti sempre più affidabili e in tempo reale».

Come è entrata e sta entrando nel vostro modello di business, nell’organizzazione e nei processi aziendali, nell’aiutare le persone e servire al meglio i clienti?

«L’intelligenza artificiale è un pilastro fondamentale per Modefinance, supportando banche e imprese nell’automazione dei processi di gestione del rischio finanziario, della supply chain e del portafoglio investimenti. Grazie all’IA, offriamo soluzioni avanzate per l’analisi del rischio di credito, migliorando l’efficienza operativa e consentendo ai clienti di accedere a servizi personalizzati e di alta qualità».

Qual è il ruolo del management e dei manager nella sua introduzione e applicazione?

«Il ruolo del management è cruciale. Dobbiamo guidare la trasformazione digitale e l’adozione di soluzioni IA. Elaboriamo grandi quantità di dati, soprattutto in contesti come l’analisi Esg, dove mancano standard, competenze e strumenti. Per noi, l’IA è un facilitatore che copre diverse aree, dall’analisi dei dati a una capacità di sviluppare nuovo business, grazie alla presa di decisioni più consapevoli e informate».

Sta incidendo sul lavoro delle persone e come?

«Mettiamo a disposizione delle nostre persone strumenti intuitivi. Automatizziamo attività complesse, come la valutazione del rischio di credito o l’analisi della supply chain. Promuoviamo una cultura dell’innovazione e dell’adozione di nuove tecnologie e forniamo formazione e supporto per sfruttare appieno il potenziale dell’IA, monitorando le sue implicazioni etiche. Puntiamo a migliorare efficienza, accuratezza e velocità delle nostre attività, con il professionista umano al centro. A tal proposito, la mia immagine preferita è quella di Iron Man, dove l’analista ha a disposizione un esoscheletro di IA per amplificare le sue capacità».

Ci racconta qualche applicazione nel rapporto di relazione e vendita con i clienti?

«Un esempio tangibile è la nostra collaborazione con una challenger bank italiana, dove l’uso dell’IA ha ottimizzato i processi decisionali e accelerato il rilascio di prestiti, migliorando l’esperienza complessiva dei clienti. In sintesi, l’IA è un elemento chiave per l’innovazione e il miglioramento continuo dei servizi offerti ai clienti».

In prospettiva, come pensate di utilizzarla?

«L’IA avrà per noi un ruolo sempre più centrale, evolvendo da strumento descrittivo a proattivo e strategico. Questo consentirà di analizzare più dati e preparare task manager, elaborando e sintetizzando le analisi in un’ottica forward looking. Provo a fare un esempio: ogni mese le imprese ricevono accrediti o pagamenti ricorrenti da un altro ente; se nel mese successivo l’accredito non viene effettuato, l’IA fornirà un supporto proattivo, ricordando al cliente di effettuare tale richiesta. Questo approccio anticiperà le esigenze, fornendo un servizio sempre più personalizzato e tempestivo. Inoltre, l’IA ci permetterà di focalizzare tempi e risorse su segmenti specifici, suggerendo azioni mirate grazie a una maggiore attenzione al dettaglio. Attraverso l’analisi predittiva, inoltre, l’IA potrà identificare potenziali problemi o opportunità per ciascun cliente, consentendoci di intervenire prima che si verifichino».

Quindi l’IA può e deve diventare un vantaggio per tutti, anche per le aziende meno innovative e strutturate? E come?

«L’IA può e deve essere un vantaggio competitivo per tutte le aziende, comprese quelle meno strutturate. Siamo certi che, se governata correttamente, evolverà da semplice strumento reattivo a vero e proprio assistente intelligente che supporta i team nel decision making, anticipa le esigenze e suggerisce azioni proattive. Con soluzioni cloud e servizi integrabili, anche le pmi possono accedere a tecnologie di IA avanzate, senza investimenti esageratamente impegnativi. Affrontato con consapevolezza, etica e competenza, l’accesso all’IA metterà a disposizione delle aziende e dei suoi dipendenti strumenti e competenze per migliorare a ogni livello il business».

Mattia Ciprian

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