Il mercato del lavoro oggi

Gli effetti della crisi sono evidenti, ma non tutti i settori sono rimasti coinvolti. Anzi, negli ultimi due mesi c’è stato anche qualche timido segno di movimento e tante opportunità si apriranno in ambiti diversi da quelli di partenza. Ne abbiamo parlato con alcuni esperti specializzati nei servizi di outplacement e di sviluppo di carriera: Giulio Bertazzoli, amministratore delegato Spinlight Counseling; Cetti Galante, Intoo managing director and chair of career Star Group; Cristiano Pechy de Pechujfalu, country manager & ceo Italy Lee Hecht Harrison. Con loro abbiamo messo a fuoco le competenze fondamentali che deve avere il manager oggi per curare la propria presenza sul mercato, le posizioni più richieste e i settori più dinamici.

COM’È IL MERCATO MANAGERIALE IN ITALIA OGGI?

Giulio Bertazzoli «Alcuni settori non sono stati particolarmente coinvolti dalla crisi – telecomunicazioni, digitale, entertainment, e-commerce, grande distribuzione ecc. – e quindi hanno offerto opportunità in linea al pre-Covid. Il mondo industriale, così come il commercio, ha risentito di una crisi che ha ridotto sensibilmente nuove possibilità di sviluppo professionale. Negli ultimi due mesi il mercato del lavoro dei manager ha dato qualche timido segno di movimento. 

Cetti Galante «È un mercato a diverse velocità. In generale oggi si richiede ai manager grande impatto in termini di energia e capacità di prendere decisioni in condizioni di grande incertezza, non sono sfide da poco. È importante, dunque, adesso come non mai, essere dinamici, informati sui grandi trend, anche all’estero e consapevoli delle proprie competenze in relazione ai bisogni del mercato, perché tante opportunità si apriranno in settori diversi da quello di partenza. In Italia il salto da un settore all’altro è più complesso da fare rispetto ad altri paesi e dunque in caso di perdita del lavoro è fondamentale farsi supportare nella ricerca. Da tempo l’outplacement è stato introdotto nel contratto nazionale dei dirigenti di Manageritalia come un obbligo se ne viene fatta richiesta, da tenere presente che in questo modo si dimezzano i tempi di rientro nel mercato».

Cristiano Pechy de Pechujfalu
«Riscontriamo ancora un buon dinamismo sul mercato senior-executive, senza particolari flessioni rispetto ai tempi pre-Covid. Le aziende necessitano di guide, di leadership che permettano loro di evolversi rispondendo alle necessità di cambiamento imposte dal momento storico. Qualsiasi sia lo stato dell’azienda, in contrazione o crescita, le guide apicali prenderanno scelte che ne determineranno il futuro». 


Giulio Bertazzoli, amministratore delegato Spinlight Counseling.

CI SONO COMUNQUE DELLE POSIZIONI PIÙ RICHIESTE E/O DEI SETTORI PIÙ DINAMICI?

G. B. «I settori più dinamici li ho citati prima, sono quelli che non hanno sofferto la crisi. Le posizioni più richieste sono quelle riguardanti l’informatica/digitale. Quindi digital marketing manager, chief information officer, il mondo commerciale con direttore vendite/commerciale e marketing. In forte crescita negli ultimi mesi le posizioni hr e di cfo, per questi ultimi con taglio Mergers and Acquisitions». 

C. G. «I settori più dinamici sono legati a tutti i trend accelerati dal lockdown o dalla nuova sensibilità all’ambiente, quali l’energia, la mobilità elettrica, la logistica, l’e-commerce, le reti di trasmissione dati e le piattaforme, il delivery, il food di base, l’agricoltura col suo indotto anche di macchinari e trattori, il mondo della salute e del farmaceutico, tecnologia e digital.
Le posizioni più richieste sono soprattutto quelle specializzate, quelle tecniche, in molti casi si parla di skill shortage per tutti quei ruoli molto ricercati dove permangono posizioni scoperte. Sulle altre posizioni la differenza la fa l’atteggiamento del manager, saper usare veri stili di leadership in base alla situazione e all’urgenza dell’azione». 

C. P. de P. «Private equity e/o fondi d’investimento sono dinamici, per cui figure di direzione
generale/direzione operation o commerciale e figure di cfo con forte imprinting di controllo di gestione sono spesso fondamentali da inserire in una partecipata. Anche profili di hr management riscontrano un forte interesse, soprattutto in quelle aziende dove è
necessaria un’evoluzione nella gestione del capitale umano. Tutti i settori stanno affrontando un periodo di cambiamento improvviso, più o meno radicale, quindi tali esigenze si riscontrano ovunque». 


Cetti Galante, Intoo managing director and chair of career Star Group.

CI SONO SPAZI PER MUOVERSI ALLA RICERCA DI UN NUOVO INCARICO PER NECESSITÀ E/O VOLONTÀ DI AFFRONTARE NUOVE SFIDE? 

G. B. «Certamente sì, anche se la ricerca deve essere sempre più mirata in quanto risente di maggiore competizione. Anche in situazioni di crisi le opportunità persistono, seppure in minor numero sono collegate a cambiamenti e discontinuità nelle aziende. La crisi porta mutamenti che cambiano le strategie aziendali e spesso portano a strategie di change management o di focalizzazione su aree di business diverse. Infine, le opportunità possono nascere da fusioni/acquisizioni o integrazioni tra aziende o business unit». 

C. G. «Assolutamente sì, e devo dire che questo è un periodo di grandi opportunità. Tutti i cambi di direzione verso la creazione d’impresa, soprattutto nei settori tech innovativi (biotech, foodtech,
agritech…), sono di grande potenziale: se si pensa di avere le caratteristiche personali non bisogna esitare. Poi sicuramente superati i 55 anni valuterei anche il passaggio a freelance, che consente di cogliere bei progetti portati avanti da imprenditori che non possono permettersi di assumere dirigenti: si tratta spesso di posizioni ben retribuite e di lungo periodo. Segnalo anche il fractional executive: lavorando per più aziende si favorisce la circolazione delle idee e si resta informati e dinamici». 

C. P. de P. «Aprile e maggio hanno visto un congelamento del mercato del lavoro, ma da giugno si è vista una ripresa. Diverse società di recruitment di senior management vedono percentuali di
poco inferiori, se non addirittura simili a quelle pre-covid. C’è poco da dire, in un momento di cambiamento sono i leader a indicare la strada da percorrere e le aziende ne sono sempre alla ricerca». 

QUALI I FATTORI DA METTERE IN CAMPO, ANCHE IN OTTICA PROSPETTICA, PER EMERGERE? 

G. B. «Flessibilità, preparazione alle skill digitali, capacità di comunicazione e continuous learning». 

C. G. «Proattività, curiosità, empatia (oggi fondamentale per gestire persone spesso in remoto), resilienza, autoconsapevolezza, flessibilità e soprattutto solution thinking, come capacità di ricercare soluzioni nuove, che escono dai paradigmi del passato e dalla sfera delle nostre esperienze dirette». 

C. P. de P. «Senza ombra di dubbio oggi si cercano capacità di leadership e di visione strategica.
Nella nebbia c’è bisogno di un capitano di cui fidarsi e che sia in grado di tracciare la rotta». 


Cristiano Pechy de Pechujfalu, country manager & ceo Italy Lee Hecht Harrison.

OGGI COME OGGI, SI METTEREBBE SUL MERCATO? E COME? 

G. B. «La differenza è come mettersi sul mercato, non tanto il quando…». 

C. G. «Se volessi o dovessi farlo lo farei con tanta umiltà, perché mai come oggi abbiamo tutti dei
gap importanti in paragone alla velocità dell’ambiente. Di sicuro poi non lo farei da sola, mi farei seguire da un consulente di carriera, visto che li conosco bene e li apprezzo». 

C. P. de P. «Cercherei di comprendere quali sono le competenze e attitudini richieste dalle
aziende del mio territorio target, su quali formarmi nel breve periodo, quali sono i miei personali asset che possano rispondere a queste esigenze e su queste fondamenta porrei le basi del mio storytelling». 



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