Leader, conosci te stesso

L’approccio giusto per far sbocciare il nostro potenziale
Leader conosci te stesso

Nei programmi di qualsiasi business school, italiana o estera, non si faticherà a trovare corsi sulla leadership che mirano a tra sferire modelli e strumenti utili per migliorare la propria efficacia come leader. Più difficile invece trovare, nell’offerta formativa che prepara i leader, percorsi che guidino nella conoscenza di sé e dei propri tratti distintivi. Ovvero percorsi che, invece che trasmette re il sapere per “travaso” della conoscenza, aiutino a cercare dentro di sé.

Conoscere se stessi

Cercare cosa? La propria impronta, i propri talenti, la differenza unica che si può portare in quanto essere umano irripetibile e non sovrapponibile a qualsiasi modello, seppur sensato, offerto dalla letteratura. Si dice, giustamente, che il leader debba saper intravedere il potenziale dei suoi collaboratori e aiutarli a realizzarlo, così come supportarli nello sviluppare le aree più deboli, ma difficilmente si sente dire che è necessario che prima di tutto prenda consapevolezza di sé, delle sue luci e delle sue ombre. Suona infatti vagamente blasfemo affermare che il leader usa il suo tempo prezioso in un atto apparentemente così autoindulgente come quello di dedicare tempo a sé stesso. Eppure, l’antica esortazione “Conosci te stesso”, che ha guidato il pensiero filosofico occidentale per oltre 2 millenni, non è mai stata così attuale.

Modelli di competenze

Nel mondo moderno dei social, degli influencer e dei guru, nel quale tutti sembrano sentirsi in diritto di dirti come dovresti essere e cosa dovresti fare, scoprire come sei tu veramente sembrerebbe superfluo. Anche nel mondo aziendale, soprattutto quello delle grandi corporation, esistono “modelli di competenze” che definiscono l’adeguatezza di una persona rispetto al ruolo che è chiamata a ricoprire e ne intendono orientare lo sviluppo su quelle aree nelle quali si riscontrano dei gap. Ma qui si nasconde un grande equivoco: se avere un modello di riferimento è fondamentale per comprendere la cultura di un’impresa e ciò che essa valorizza, questo non significa che le sue persone, e tanto meno i leader, debbano uniformarsi a uno stile preso a prestito. Non esiste, infatti, un unico modo per essere efficaci.

Domande cruciali

Conoscere sé stessi significa dunque, prima di tutto, mettere a fuoco le proprie qualità distintive. Alcune domande chiave possono essere utili a sviluppare la consapevolezza di sé: “Quando affronto una sfida, cos’è che mi viene più naturale e facile fare? Quando sono al mio meglio, qual è la differenza che faccio? In che modo unico e inimitabile posso incidere sulla situazione e portare valore?”.
Il confronto con i modelli di competenze può aiutare a trovare definizioni in cui rispecchiarsi, ma anche in assenza di questi, dedicare tempo a cercare le proprie risposte è un investimento che ripaga in termini di efficacia e autenticità.

Valori per orientarsi

Oltre che dai suoi talenti, la cifra distintiva di un leader è poi costituita dai suoi valori, quella bussola interiore che ciascuno possiede per orientare le proprie decisioni. A cosa serve prendere consapevolezza dei propri valori? Serve a comprendere se ciò che stiamo per fare valga davvero la pena e ci rappresenti veramente. Se esiste una discrepanza fra valore e azione, il risultato sarà infatti una sensazione di disagio, come il senso di colpa o la vergogna, dubbi profondi o tormentosi ripensamenti. Oltre a minare la fiducia che gli altri possono riporre in noi. Le scelte fatte in armonia con i nostri valori, invece, non solo le sentiamo come giuste, ma ci forniscono la spinta che ci serve per metterle in atto. Un leader consapevole dei propri valori può dunque prendere decisioni più avvedute, in linea con gli obiettivi dell’organizzazione, ma anche coerenti con la propria visione delle cose, in un atto che punti contemporaneamente a realizzare e realizzarsi. Questa è l’essenza della “leadership autentica”, ossia la capacità di quei leader che coltivano la consapevolezza di sé e di come si vogliono presentare nel mondo, per poi impegnarsi nell’esercizio quotidiano a manifestare quella versione di sé il più possibile.

Un nemico subdolo: lo stress

Esiste però per tutti un sabotatore subdolo della propria natura più vera: lo stress. Quando siamo sotto pressione o assediati dai pensieri, il turbamento emotivo che ne deriva ci deruba della nostra capacità di esprimerci al meglio e, talvolta, persino di agire in coerenza con i nostri valori. È come se sotto stress “diventassimo” un’altra persona. Anche qui possono aiutarci alcune domande chiave: “Cosa si vede di me quando non riesco a essere me stesso al meglio? Se, quando sono sotto stress, incontrassi qualcuno che non mi conosce, che idea si farebbe di me? E mi andrebbe bene essere percepito in quel modo?”.

Sapersi ascoltare

Ancora una volta, la chiave è la consapevolezza. Sapersi osservare, saper ascoltare le proprie emozioni, saper riconoscere di essere talvolta sotto “sequestro” da parte dei propri stessi pensieri o dell’incapacità di gestire i propri nervi, ci consente di riprendere rapidamente il controllo di noi stessi e tornare in contatto con la nostra parte più autentica. Ciascuno può trovare la propria tecnica per gestire lo stress: può essere un’attività sportiva, un hobby coinvolgente, il contatto con la natura, il respiro consapevole, la meditazione, lo yoga. Ciò che conta è la pratica regolare di un metodo che calmi la mente e disinneschi il nostro sistema di allarme, così da diventare più resilienti, ovvero meno suscettibili agli urti della vita.
In conclusione, la conoscenza di sé è un elemento essenziale per una leadership efficace. Un leader che conosce profondamente sé stesso è credibile, in grado di esprimere al meglio il proprio potenziale, di gestire le proprie emozioni, di prendere decisioni consapevoli e di fungere da esempio positivo per il proprio team. Investire nel processo di auto-conoscenza dunque, non solo avvantaggia il leader, ma impatta positivamente su tutta l’organizzazione, promuovendo un ambiente di lavoro sano, produttivo e orientato alla crescita.

CFMT – Centro di formazione management del terziario

LEADER, CONOSCI TE STESSO

Un percorso in tre tappe per mettere a fuoco, mediante un processo di coaching guidato, la propria capacità distintiva come leader

Al di là delle competenze e del knowhow, non ci sarà mai un leader uguale a un altro, perché l’insieme dei punti di forza, dei valori, delle convinzioni, del peculiare approccio mentale e dello stile individuale di ciascuno costituiranno la propria “firma” di leadership. Quello che il più delle volte succede, però, è che non siamo pienamente consapevoli di chi siamo e di chi possiamo essere al nostro meglio, e il nostro agire diventa, così, istintivo se non addirittura contraddittorio, specie nei momenti di stress. Soltanto diventandone consapevoli potremo agire in modo autentico e diventare il leader che aspiriamo ad essere.

I tre incontri non sono focalizzati sull’apprendimento concettuale, ma sono concepiti per fare un vero e proprio coaching individuale e riservato, benché in gruppo: lo scopo è quello di prendere consapevolezza del proprio stile manageriale e individuare eventuali aree di “fine tuning” in coerenza con il proprio sé più autentico. Si prenderà consapevolezza delle condizioni che ci consentono di essere al nostro meglio e dei rischi che derivano dall’agire automatico tipico dei momenti di forte stress ed esaurimento psicofisico. Il corso non è dunque né teorico né pratico, bensì applicativo, ovvero si verrà guidati ad applicare alla propria esperienza riflessioni strutturate, rese però piacevoli, divertenti e, allo stesso tempo, rigenerative dall’integrazione di due discipline complementari: il coaching creativo e le tecniche di stress management.

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